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Sanità / Cesenatico

Sanità, i primi numeri dei Cau aperti nel Cesenate. "Un sistema che funziona e che può essere migliorato nel tempo"

E' quanto emerge dal report regionale presentato dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini

Primo bilancio dell'attività dei Centri di assistenza urgenza aperti nel Cesenate. In quello di Mercato Saraceno gli accessi dal 18 dicembre al 28 gennaio sono stati 173, mentre in quello di Cesenatico, nello stesso periodo di tempo, 459. E' recente invece l'apertura del Cau di San Piero in Bagno, che dal 22 al 28 ha registrato 19 accessi. E' quanto emerge dal report regionale presentato dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini. In Emilia Romagna sono 30 i Cau attivi, che hanno visto quasi 39mila accessi, che superano i 50mila considerando anche l’attività di Ferrara, tra le prime a partire in via sperimentale, e una previsione di 500mila nel 2024, grazie anche alla ventina di nuove strutture che saranno realizzate quest’anno. I Centri di assistenza urgenza sono stati voluti dalla Regione Emilia Romagna per la gestione diretta delle urgenze a bassa complessità, invece che ai Pronto soccorso, che possono così concentrarsi principalmente sulle emergenze. Da un primo raffronto tra gennaio 2023 e gennaio 2024, emerge che c'è stato un calo di accessi nei pronto soccorso della regione di circa il 6%. Tendenza che si manifesta già adesso, all’inizio, ma che era attesa in una situazione più a regime.

Dal report emergono tempi medi d’attesa contenuti, inferiori ai 90 minuti; assistenza e cura prestate in loco nella stragrande maggioranza dei casi (83%). Il 60% dei medici è giovane e ha meno di 35 anni. Problemi ortopedici, gastrointestinali e disturbi minori i motivi d’accesso più frequenti (52%). "I dati e i primi riscontri ricevuti dal personale che lavora e dai pazienti che accedono ai Cau - affermano Bonaccini e Donini - ci restituiscono un sistema che funziona e che siamo fiduciosi possa essere confermato e migliorato nel tempo, considerando la complessità, anche organizzativa, che queste strutture richiedono. I cittadini iniziano a conoscere i Centri di assistenza urgenza e vi accedono in modo appropriato, quando hanno problemi o disturbi di bassa complessità, che qui vengono gestiti con tempi d’attesa generalmente ridotti e risolti quasi sempre all’interno della struttura.  Punti di forza sono anche la molteplicità dei servizi offerti e la prossimità rispetto al contesto di vita. E un altro aspetto sicuramente positivo è quello dell’età dei medici: sono molti i giovani professionisti a lavorare nei Cau"”. 

“Siamo soddisfatti del lavoro svolto sinora - aggiungono presidente e assessore - e per questo ringraziamo tutto il personale sanitario e lo staff coinvolto nella riorganizzazione delle cure primarie territoriali e del sistema di emergenza-urgenza regionale. Ė una grande sfida quella a cui è chiamata la sanità per continuare a sopravvivere, ad erogare cure e servizi di qualità e ad essere pubblica ed universalistica come noi la vogliamo. Per il 2024, considerando anche i Cau per cui è prevista l’apertura entro l’anno, la proiezione dei dati oltrepassa i 500mila accessi. Siamo convinti che la scelta fatta dall’Emilia-Romagna con la rete dei Cau possa non solo offrire una risposta adeguata ai nuovi bisogni di salute, ma anche diventare un modello di riferimento a livello nazionale".

I numeri regionali

Nei 28 CAU monitorati sui 30 attivi (per Novafeltria, nel riminese, e Fanano, in provincia di Modena, inaugurati entrambi lunedì 29 gennaio, non sono ancora disponibili i dati), in sintesi i numeri relativi a questo periodo sono: 38.582 accessi (50.231 considerando anche quelli di Ferrara, i primi a partire in via sperimentale come ambulatori a bassa complessità), l’82% dei quali in orario diurno (compresi i 4 Centri del ferrarese e quelli di Imola, Podenzano, Santa Sofia, Bagno di Romagna e Correggio aperti solo di giorno); in media 17 accessi al giorno al mattino (dalle 8 alle 14) e 14 il pomeriggio (dalle 14 alle 20); variano invece da un minimo di 1 a un massimo di 31 gli accessi giornalieri in orario notturno (dalle 20 alle 8). 8 pazienti su 10 (esattamente l’83%) inviati al medico curante a conclusione del percorso, quindi con assistenza e cura prestata in loco; tempi di attesa che continuano a scendere: 40 minuti nell’ultima settimana di monitoraggio, da un minimo di 7 minuti a un massimo di 1 ora e 28 minuti, e mediamente di un’ora nelle settimane precedenti; casistica per la maggior parte (52%) ortopedica, gastro-intestinale e relativa a disturbi minori; accessi nel 68% dei casi effettuati da persone tra i 18 e i 64 anni. Infine, l’età media dei medici che lavorano nei CAU: il 60% ha meno di 35 anni.

Questionario di soddisfazione dei pazienti

Per rilevare esperienza e soddisfazione dei cittadini che accedono ai CAU, la Regione ha messo a punto un questionario che da lunedì 29 gennaio è a disposizione degli utenti all’interno delle stesse strutture: di rapida compilazione, è composto da 14 domande che fanno riferimento sia al percorso esperienziale, sia alla soddisfazione del paziente. La rilevazione avviene in modalità cartacea oppure online, tramite QR code o direttamente sul sito web della piattaforma regionale dedicata https://regioneer.it/QuestionarioCAU.

La compilazione del questionario, prevista al termine dell’accesso al CAU e naturalmente su base volontaria e anonima, può essere effettuata o dal paziente stesso o dalla persona che lo accompagna, con indicazioni fornite dal personale che opera nella struttura. Un modo per misurare il livello di soddisfazione dei cittadini (dalla chiarezza della cartellonistica ai tempi di attesa, dalle cure erogate all’ascolto ricevuto) e per migliorare ulteriormente servizi, assistenza e organizzazione, anche attraverso i suggerimenti che il questionario dà la possibilità di indicare.

La campagna di comunicazione della Regione

Prosegue anche la campagna di comunicazione, anche multimediale, che la Regione ha messo a punto per spiegare come funzionano e a quali bisogni danno risposta i Cau. Rivolta a tutta la popolazione, in cinque lingue (italiano, inglese, francese, arabo e cinese) spiega le finalità della riorganizzazione delle cure primarie territoriali e del sistema di emergenza urgenza regionale, le caratteristiche della nuova rete, dove sorgono e come funzionano i Cau, per quali patologie sono indicati. Tra i materiali disponibili la sezione Domande/Risposte, ovvero Faq Frequently asked questions - domande poste frequentemente, https://salute.regione.emilia-romagna.it/emergenzaurgenza/domande-frequenti  all’interno della pagina web dedicata alla riforma del sistema emergenza urgenza sul sito della Regione https://salute.regione.emilia-romagna.it/emergenzaurgenza.

Online lo Speciale “Una giornata al Cau”

Un prelievo, una medicazione o un elettrocardiogramma: come trascorre una giornata al CAU? Cosa succede, in particolare, nel Centro di assistenza e urgenza del Navile di Bologna, il primo aperto nel capoluogo, 7 giorni su 7, 24 ore su 24, all’interno della Casa della Comunità? Lo racconta l’approfondimento “Una giornata al Cau”, a cura dell’Agenzia di Informazione e comunicazione della Giunta regionale, online da oggi sul sito della Regione (https://www.regione.emilia-romagna.it/notizie/primo-piano/una-giornata-al-cau).

Guide speciali che mostrano come si svolge il lavoro, quali sono i bisogni di cura richiesti dai cittadini, come vengono accolti i pazienti e quali impressioni hanno di questi primi mesi di attività, sono i medici Agnese Peloni e Francesco Neri, gli infermieri Angela Pizzinato ed Enrico Iaquinta e Giampaolo Marino, responsabile della Casa della Comunità. Senza trascurare la voce di alcuni cittadini che qui hanno ricevuto assistenza e cura.

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