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400 artigiani hanno preso parte alle assemblee promosse da Confartigianato

Oltre 400 artigiani hanno preso parte alle assemblee promosse da Confartigianato cesenate sulla situazione della categoria in vista della manifestazione nazionale di Rete imprese Italia

Oltre 400 artigiani hanno preso parte alle assemblee promosse da Confartigianato cesenate sulla situazione della categoria in vista della manifestazione nazionale di Rete imprese Italia che si terrà martedì a Roma. E saranno 350 gli imprenditori artigiani cesenati che scenderanno in piazza martedì a Roma salendo nei sette pullman della Confartigianato, con una partecipazione senza precedenti che fa risalire all'epoca della memorabile mobilitazione contro la minimum tax.

"Le assemblee tenutesi a Cesena, Cesenatico, Savignano per la zona Rubicone e Sarsina per quella dell'Alta Valle del Savio sono state da una parte fondamentali per presentare la piattaforma di proposte per il rilancio dello sviluppo dal livello nazionale a quello locale, e dall'altra un utile spazio per un comprensibile sfogatoio degli imprenditori che hanno stilato una impressionante lista di lamentele relative a soprusi fiscali, burocratici e condizioni ostative che hanno portato molti alle soglie della frustrazione e e della rassegnazione. Sintomatico un commento di un artigiano: “Fosse solo la crisi a frenarci!”" dice Stefano Bernacci, segretario Confartigianato Cesena

"Il problema è che il resto, cioé la mancanza di politiche efficaci per le imprese al contrario tartassate da fisco e burocrazia anche a livello territoriale, rischiano di avere un effetto negativo ancora maggiore. La manifestazione di Rete Imprese Italia assume dunque il significato di un'ultima chiamata e si  concentrerà più sui contenuti con la consapevolezza di rappresentare tutti insieme, non singole specificità merceologiche, bensì quel ceto medio produttivo di cui viene messa in discussione la stessa sopravvivenza. Se gli imprenditori del fare, concentrati sulla loro realtà di impresa sentono la necessità di manifestare il loro disagio in piazza significa che siamo arrivati ad una drammatica situazione e che una svolta è necessaria per far riprendere al paese un'opportunità per il futuro. In una paese che ha un'impresa ogni 9 abitanti crisi economica e sociale si sono saldate e gli imprenditori non vedono un futuro per le loro aziende e per le loro famiglie e questo contribuisce a far saltare il tappo" prosegue ancora Bernacci.

"Tra le priorità su cui si chiede al nuovo governo di cambiare passo spiccano la riforma fiscale (con innalzamento della franchigia Irap e l'esclusione dal pagamento dell’Imu per gli immobili strumentali all’attività), l'inserimento dei giovani nel lavoro semplificando ulteriormente l’apprendistato e non penalizzando i contratti flessibili, l'erogazione di credito alle imprese  attraverso un intervento straordinario della Bce a sostegno dell’accesso al credito delle Pmi. A livello locale, i Comuni possono mettere in atto provvedimenti sul fronte della fiscalità. La Tares è stata una mazzata sopratutto per le imprese. La nuova Imu rischia di essere ancora più pesante.  I comuni possono fare poco per le politiche di sviluppo ma possono fare molto in materia di fiscalità e semplificazione burocratica. Chiediamo iniziative velleitarie su materie rispetto alle quali non hanno competenze e risorse e più attenzione ai costi ed alla buona amministrazione".

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