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Cronaca

Manifesti sulla 'teoria gender', il sindaco Lattuca: "Ne disapprovo fermamente il contenuto, ma il Comune non può rimuoverli"

Lattuca: "Disapprovo fermamente il contenuto dei manifesti affissi nelle scorse ore davanti alla scuola di Villarco. Si tratta di un messaggio che non condivido e totalmente distante dalla realtà"

"Disapprovo fermamente il contenuto dei manifesti affissi nelle scorse ore davanti alla scuola di Villarco. Si tratta di un messaggio che non condivido e totalmente distante dalla realtà. Trovo inoltre veramente triste strumentalizzare i bambini per sostenere tesi che non hanno ragione di esistere: nessuna teoria del gender minaccia i nostri bambini, tanto meno tra i banchi di scuola dove si insegna ai cittadini di domani il rispetto attraverso la conoscenza del diritto e dei diritti della persona". Il sindaco Enzo Lattuca torna sull'episodio denunciato domenica da Articolo Uno che ha chiesto la rimozione dei manifesti dell'associazione Pro Vita e Famiglia.

"Come accaduto in altre occasioni, tuttavia, non è in discussione la loro rimozione. Non c'è alcun regolamento comunale che supporti un intervento del genere, mentre esiste il diritto alla libertà di espressione, sancito dalla Costituzione. Diritto che ovviamente vale anche quando ciò che viene espresso non ci trova per nulla d’accordo, come in questo caso. A questo proposito, credo che la sola via per  contrastare queste strumentalizzazioni becere sia quella di sostenere il lavoro di insegnanti e dirigenti scolastici, a cui le famiglie affidano una parte molto importante dell’educazione e della crescita dei loro figli dentro la società di cui tutti facciamo parte", sottolinea il sindaco.

Il caso

In Via Viareggio, davanti alla scuola di Villarco, sono stati affissi manifesti dall’Associazione Pro Vita e Famiglia, come denunciato da Articolo Uno "raffigurano il volto di un bambino con espressione triste ed imbronciata, mentre due mani di soggetti fuoricampo, una delle quali con le unghie di colore arcobaleno, gli propinano un papillon rosso da porre sul capo ed un rossetto verso le labbra". A puntare il dito contro i cartelloni era stato Alex Giovannini, segretario di Articolo Uno di Cesena. "I manifesti inveiscono contro una presunta ‘ideologia gender', che i ‘collettivi omosessuali’ vorrebbero ispirare nei giovani tramite un ‘lavaggio del cervello’ (espressioni ben virgolettate nel testo della petizione). La violenza dell'immagine ed il suo contenuto offensivo sono inaccettabili e illegali, visto che l'art. 23 del codice della strada vieta i messaggi pubblicitari sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi”, era stata la richiesta.

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