La Cgil: "Allerta rossa e sei morti nella provincia, ma quasi tutte le aziende hanno continuato a lavorare"

"Sei vittime nella nostra provincia, più di 10.000 sfollati, 23 fiumi esondati, 250 frane, oltre 450 strade interrotte, 600 vigili del fuoco impegnati nei soccorsi, e più di 1.100 volontari. Questo l'ultimo bollettino della Regione. Uno scenario apocalittico. E per le giornate di martedì e mercoledì, con gli allagamenti ed i morti, la maggioranza delle aziende della nostra provincia, hanno continuato a lavorare come se nulla fosse". Questa la dura critica di Fiom Cgil del territorio di Forlì Cesena".

L'emergenza maltempo in diretta

"Dalle piccole imprese artigiane, alle più grandi - sottolinea il sindacato - come se voler ostinatamente e avidamente continuare a produrre non mettesse in pericolo e a rischio non solo chi si spostava per le strade per andare al lavoro, ma anche l'intera comunità. Mentre Sindaci e Protezione Civile continuavano a ripetere di non spostarsi se non strettamente necessario". "Dov'è la Responsabilità sociale d'Impresa nel mettere a rischio la vita e la salute delle persone e dell'intera comunità?", l'attacco del sindacato.

"Produrre nelle fabbriche metalmeccaniche non è un servizio essenziale. Mentre era ed è essenziale muoversi solo in sicurezza, lasciando libere le strade per soccorsi, aiuti e attività necessarie. E perchè con l'allerta rossa la situazione può cambiare ogni momento e in pochi secondi ci si trova sommersi dall'acqua come è purtroppo accaduto. Come se non bastasse, in alcuni casi, non vogliono aprire la cassa integrazione, che darebbe copertura economica a chi non può e non potrà recarsi al lavoro, non si sa per quanto, perché isolati dalle frane, o perché stanno spalando il fango dalle case, o perché sfollati e non sanno se una casa l'avranno ancora".