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Cronaca

Gli infermieri: "Nuovi posti Covid per reagire alla terza ondata? Siamo stanchi, manca il personale"

"La coperta è corta da qualsiasi parte si tiri. Molti colleghi che nella prima ondata erano stati assegnati dai reparti no covid ai reparti covid ora sono impegnati con le vaccinazioni, o con altri servizi"

"Vogliono ampliare i posti covid già esistenti per affrontare una terza ondata predisponendoli al Roverella e all'Angioloni? - si chiede l'infermiere cesenate Gianluca Gridelli, responsabile Nursing Up della Romagna (sindacato infermieri italiani) - E il personale per gestire questi nuovi posti dove lo trovano?"

La coperta è corta da qualsiasi parte si tiri. "Molti colleghi che nella prima ondata erano stati assegnati dai reparti no covid ai reparti covid ora sono impegnati con le vaccinazioni, o con i servizi territoriali procovid, come le cure a domicilio, i tamponi - spiega Gridelli - e gli infermieri rimasti sono molto stanchi perché capita di saltare i turni e poi la situazione è sempre molto tesa e preoccupante. Dall'inizio della pandemia, parole di Carradori, si sono ammalati un migliaio di operatori della sanità nell'Ausl Romagna. Ora si parla di circa 500 assenze. In più la Regione, a differenza della prima ondata, ha deciso di garantire ai cittadini tutti i servizi ordinari (ambulatori, sale operatorie, visite specialistiche), che va benissimo, ma noi restiamo sempre quelli. A dicembre sono stati assunti 140 neolaureati in infermeria in tutta l'Ausl Romagna, ma ovviamente sono stati disposti qua e là in tutti i reparti e alla fine, sul territorio sono diventati pochissimi, in confronto alle assenze per malattia e al potenziamento che è stato necessario mettere in atto per fronteggiare prima la pandemia e ora la cura a domicilio e la vaccinazione".

Gridelli poi passa a un esempio. "Hanno parlato di istituire 16 posti covid - per una sorta di subintensiva - al Roverella. Ma per quei 16 posti lì servono almeno 3 o 4 infermieri. Da dove li prenderanno? Penso che alla fine assegneranno del personale dell'Ausl al Roverella, sottraendolo da qualche reparto. Quello che voglio dire è che siamo tutti stanchi, è bello far progetti ma cerchiamo di far quadrare anche i numeri per realizzare i progetti, altrimenti rischiamo con la salute fisica e mentale di chi ormai da un anno sta tirando come un matto".

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