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20 anni fa andava in 'pensione' la lira, a Cesena arriva il presidente dell'Abi per un bilancio sull'Euro: "Siamo a metà del guado"

“Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, pochi giorni prima della sua morte, ha definito l’Euro un simbolo di pace e integrazione, la realizzazione di una visione politico-storica, di un continente unito con una moneta unica per il mercato unico”

Il presidente dell’Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli, sarà a Cesena lunedì 17 ottobre per tracciare un bilancio dell’Euro a vent’anni dall’introduzione in contanti della nuova moneta. Lo affiancherà Roberto Pinza, già viceministro al Tesoro ed economia e presidente del Comitato Euro nei governi Prodi e D’Alema. L’incontro, in programma alle 17,30 nella sala Dradi Maraldi di Crédit Agricole e Fondazione Carisp (via Tiberti 5, Cesena), sarà introdotto da Damiano Zoffoli, presidente dell’associazione Benigno Zaccagnini, organizzatrice dell’evento. Interverranno anche Bruno Piraccini (presidente di Orogel) e Francesco Berti (amministratore delegato Gruppo Amadori).

“Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, pochi giorni prima della sua morte, ha definito l’Euro un simbolo di pace e integrazione, la realizzazione di una visione politico-storica, di un continente unito con una moneta unica per il mercato unico” commenta Damiano Zoffoli. Il presidente della Zaccagnini spiega perché l’associazione ha voluto organizzare questo evento: “Una riflessione, dopo vent’anni ci può aiutare ad individuare con maggiore chiarezza le prospettive future. Forse non tutte le aspettative sono state soddisfatte, non tutti i problemi affrontati e risolti, ma tutti abbiamo coscienza che senza l’Euro, i paesi dell’Europa e l’Europa stessa, sarebbero oggi più deboli, più divisi, più vulnerabili”.

Dal 1° gennaio 1999, per i primi tre anni solo nelle transazioni senza contanti, i paesi dell’Unione europea hanno adottato l’Euro come moneta comune. Il passaggio dalle monete nazionali è avvenuto in maniera graduale in tutti i paesi (originariamente 12) pronti a recepire i regolamenti delle istituzioni comunitarie. In Italia la complessa fase di introduzione è stata presieduta dal presidente del Consiglio Romano Prodi, dal ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi e dall’onorevole Roberto Pinza quale presidente del Comitato di indirizzo e coordinamento. Dal 1° gennaio 2002 e per alcuni mesi l’Euro ha affiancato la Lira per i prezzi di acquisto e vendita dei prodotti, che venivano espressi nelle due unità, mentre dal 1° marzo 2002 l’Euro è diventato la moneta nazionale dello Stato italiano, sostituendo definitivamente la Lira.

Da allora sono passati venti anni e questo periodo consente di tracciare oggi un primo bilancio del complesso processo di unificazione economica, monetaria e anche politica dell’Europa, che interessa la maggior parte dei paesi dell’Europa occidentale e anche numerosi di quella orientale, coinvolti in uno dei più ambiziosi progetti della storia moderna e contemporanea.

“Riflettere sull’Euro è anche ragionare del futuro dell’Europa. Il processo di integrazione oggi non è ultimato, siamo a metà del guado – conclude Damiano Zoffoli -. Bisognerà ragionare anche di come armonizzare le politiche economiche e fiscali in un continente, quello europeo, sempre più anziano ma che con appena il 6 per cento della popolazione mondiale produce il 20 per cento della ricchezza complessiva. L’Europa deve aggiornare le sue istituzioni e i suoi trattati per progredire. Procediamo all’integrazione europea con pragmatismo, come ha sottolineato anche di recente il presidente del Consiglio Mario Draghi”.

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