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Un vegetale surgelato su 4 viene da Cesena: fatturato a 328 milioni per l'Orogel

Numeri positivi per il gruppo Orogel, che si conferma il primo operatore nel mercato dei surgelati in L'azienda ha un corposo programma di investimenti, tra cui una nuova area produttiva accanto a quella già esistente, con 30 milioni di investimenti

Numeri positivi per il gruppo Orogel, che si conferma il primo operatore nel mercato dei surgelati in Italia. Mentre la crisi economica continua a mietere vittime, per l'Orogel il quadro economico è solido: l'azienda ha un corposo programma di investimenti, il fatturato cresce, seppure in modo rallentato per la generale crisi dei consumi, ma soprattutto “continuiamo a generare ricchezza per i territori in cui ci troviamo, dal momento che partiamo da zero, con la produzioni in campagna, e poi lavoriamo nei nostri stabilimenti sul posto”, spiega l'amministratore delegato Bruno Piraccini.

FATTURATO IN CRESCITA - Il tutto produce lavoro per 2.500 lavoratori, di cui 850 a Cesena, più tutti i soci (circa 1800) impiegati nel lavoro agricolo. Il 2014 si è chiuso per Orogel con un fatturato di 328 milioni di euro, di cui 180 generati dai surgelati (questi ultimi +3% rispetto al 2013). Orogel Fresco, l'area di frutta e verdura freschi, ha fatturato 148 milioni. Molto positive anche le performance nel primo trimestre del 2015: rispetto allo stesso periodo del 2014 si è assistito a un aumento del fatturato del 13,9%.

PRIMO OPERATORE PER I SURGELATI – Il mercato dei surgelati in Italia vale circa 4,7 miliardi di euro, di cui 2,6 generati dal mercato al consumo. I quantitativi di prodotti surgelati venduti nel 2014 sono pari a 90mila tonnellate (+2% rispetto al 2013). Il mercato vede Orogel leader assoluto nel settore Food Service (ristorazione collettiva e commerciale) dove l’azienda cresce del 3,2% a valore. Anche il comparto consumatori vede Orogel protagonista in Italia. Il gruppo è il primo produttore nazionale di vegetali surgelati con una quota complessiva del 25,6%, tra marchio proprio (15%) e marche private, vale a dire i prodotti a marchio delle catene di distribuzione (10%). Praticamente più di un quarto dei prodotti vegetali consumati in Italia proviene dagli stabilimenti di Cesena e 10 milioni di famiglie (il 42% delle famiglie italiane) acquistano abitualmente i prodotti provenienti dalla sede cesenate.

2014 positivo per l'Orogel (Foto Davide Sapone)



IL GRUPPO OROGEL - Per il fresco, invece, il gruppo Orogel ha prodotto 146.000 tonnellate di prodotto coltivato. In totale l'Orogel ha tre stabilimenti: Cesena, Policoro in Basilicata e Ficarolo nella provincia di Rovigo. A questi stabilimenti si aggiungono 8 magazzini. “Strutture all'avanguardia e con la tecnologia che permette di conservare l'alta qualità ottenuta in campagna in siti vicini ai luoghi di produzione”, commenta sempre Piraccini. L'Orogel produce i prodotti che lavora su una superficie coltivata di 12.300 ettari. La sua produzione di surgelati va quasi tutta al mercato italiano e solo al 5% per l'export, per particolari nicchie di mercato. Più estese le esportazioni per il fresco, che segna il 20% della produzione.

I PRODOTTI PIU' FORTI - Inoltre Orogel è leader nel segmento spinaci con una quota del 18,6%; nell’area minestroni è ai vertici con una quota del 18,3%; Verdurì, prodotto di punta dell’azienda (il passato di verdure “inventato” da Orogel e poi “copiato” dai concorrenti) mantiene la leadership assoluta di vendite nel settore piatti pronti con 22,1% di quota (+1,4% rispetto al 2013); nel settore delle erbe aromatiche la produzione Orogel copre addirittura il 55% del mercato nazionale.

“Grazie a questi risultati positivi – spiega Bruno Piraccini, amministratore delegato del gruppo - Orogel continua a investire sul futuro; come avvenuto sino a oggi tutto il cash flow prodotto (nel 2014 pari a 21 milioni di euro; +7,7% rispetto all’esercizio precedente) sarà interamente destinato agli investimenti produttivi e tecnologici, con l’obiettivo di proseguire la politica destinata all’espansione ed all’innovazione. Sono queste le ragioni del buon andamento aziendale in grado di assicurare la competitività sui prezzi di vendita unitamente a risultati soddisfacenti per la produzione agricola e per l’economia dei territori”.

INVESTIMENTI – Il piano triennale di investimenti in innovazione tecnologica e vede, da qui al 2017, l’impiego di circa 80 milioni di euro complessivi, che si aggiungono ai 95 milioni stanziati negli ultimi 5 anni. Il piano è finalizzato a rafforzare la capacità produttiva e di confezionamento, innovare il know-how tecnologico, ottimizzare la logistica, con riflessi positivi anche sull’occupazione. Infatti, a regime Orogel prevede l’assunzione di 80 addetti, che andranno ad aggiungersi agli attuali 850 dipendenti (2.500 complessivi se si considera il Gruppo nella sua globalità) della sede di Cesena.

Nello specifico, 10 milioni di euro saranno destinati alla realizzazione di una nuova struttura meccanizzata a temperatura controllata per avviare immediatamente gli ortaggi freschi, in arrivo dalla campagna, nella linea di surgelazione. Tutto il processo di scarico, ricevimento, stoccaggio e alimentazione delle linee sarà completamente automatizzato: l’obiettivo dell’azienda è essere sempre all’avanguardia anche in ambito igienico-sanitario. Si prevede che la struttura entrerà in servizio per la campagna spinacio della primavera 2015. Quest’anno, inoltre, 15 milioni saranno impiegati per il potenziamento degli impianti con l’introduzione di innovazione tecnologica per la surgelazione degli ortaggi e altri 5 milioni serviranno a raddoppiare la capacità produttiva, con innovazioni per la produzione dei passati Verdurì.

Orogel inoltre avvierà a maggio i lavori per la realizzazione di un nuovo sito produttivo adiacente alla sede di Cesena. Nelle nuove strutture, che saranno ultimate entro un due o tre anni, verranno collocati tutti i processi di confezionamento e lo stoccaggio dei prodotti: l’investimento è fissato in 30 milioni. Il nuovo impianto si svilupperà su una superficie di circa 44mila mq e sarà formato da tre reparti di confezionamento e due magazzini a -30 gradi.

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