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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Nuove modalità di versamento dell’Iva: "le imprese rischiano pesanti oneri amministrativi"

L’ampliamento delle ipotesi di applicazione del “reverse charge” (l’Iva viene pagata da chi riceve la fattura e non da chi la emette), e l’introduzione dello “split payment” (se la fattura è emessa nei confronti di enti pubblici l’Iva è pagata dall’ente pubblico stesso)

L’ampliamento delle ipotesi di applicazione del “reverse charge” (l’Iva viene pagata da chi riceve la fattura e non da chi la emette), e l’introduzione dello “split payment” (se la fattura è emessa nei confronti di enti pubblici l’Iva è pagata dall’ente pubblico stesso), quali strumenti di lotta all’evasione dell’Iva, presentano un conto difficilmente sostenibile per le imprese e per i loro consorzi. L’obiettivo è evitare l’evasione dell’IVA attribuendo il versamento del tributo non a chi effettua la prestazione, come avviene nella generalità dei casi, ma a chi la riceve. In questo modo si evita che il cedente/prestatore entri in possesso dell’IVA contrastando le possibili frodi. È bene sottolineare che il nuovo meccanismo non incide sulle modalità di fatturazione che restano quelle ordinarie.

“Così si rischia, però, di far precipitare la situazione finanziaria, già precaria, di coloro che operano nel settore dell’impiantistica, dell’edilizia, dei servizi di pulizia e delle imprese che lavorano stabilmente con enti pubblici. Un pesante colpo in particolare per il settore delle Costruzioni, già in gravi difficoltà”. È il commento di CNA Forlì-Cesena. “Ancora una volta – afferma Claudio Bellini, presidente di CNA Costruzioni Forlì-Cesena – per colpire pochi evasori si colpiscono e si penalizzano tutte le altre imprese che si comportano onestamente e correttamente. Eliminando l’onere del versamento su chi effettua la prestazione e non pregiudicando il diritto di detrazione sull’IVA pagata ai propri fornitori sugli acquisti, il reverse charge e lo split payment determinano un situazione di strutturale credito IVA, che concorrerà ulteriormente alla diminuzione di “liquidità” delle imprese la cui clientela è costituita prevalentemente da enti pubblici. Inoltre, per utilizzare o per ottenere il rimborso del credito Iva maturato l’impresa deve pagare un professionista per il visto di conformità nella dichiarazione Iva; in sostanza, se da un lato si vogliono incrementare i soggetti che vantano crediti Iva, dall’altro questi ultimi vengono obbligati a oneri amministrativi anche pesanti per ottenere indietro quanto è loro dovuto".

“È fondamentale contrastare l’evasione – conclude Bellini –  che danneggia il sistema imprenditoriale e frena il rilancio dell’economia, ma non è possibile rilanciare l’economia continuando a penalizzare le piccole e medie imprese con nuovi oneri burocratici e fiscali. CNA chiede quindi di accelerare i tempi dei rimborsi per quelle imprese che applicano il “reverse charge” e lo “split payment”, eliminando, contemporaneamente, tutti gli ostacoli burocratici che ancora intralciano il pieno utilizzo in compensazione dei crediti Iva”.

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