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Economia

"Nell'industria non ci saranno licenziamenti in massa. Il sogno col recovery plan? L'alta velocità in Romagna"

Arrivano segnali di speranza dal mondo industriale della Romagna: nella produzione ci sono timidi segni positivi, specialmente nell'export, la metà delle imprese intervistate ritiene che non dovrà usare la cassa integrazione nel prossimo futuro

Arrivano segnali di speranza dal mondo industriale della Romagna: nella produzione ci sono timidi segni positivi, specialmente nell'export, la metà delle imprese intervistate ritiene che non dovrà usare la cassa integrazione nel prossimo futuro. Inoltre la pandemia non ha azzerato le spese in investimenti. “Infine – spiega il presidente di Confindustria Romagna Paolo Maggioli - nelle aziende non ci sono segnali che appena cadrà la norma che vieta i licenziamenti ci sarà un boom di uscite di personale, almeno nell'industria manifatturiera”, anche se la situazione si prospetta più complessa per i servizi.

Il bilancio emerge dall'indagine congiunturale di Confindustria Romagna. Lo sguardo è tutto proiettato alla campagna di vaccinazione: “Con l'arrivo dei vaccini, usciremo tutti da questa situazione, ma quando ci saranno in maniera massiccia sul territorio e con una distribuzione veloce alla popolazione”, sempre Maggioli. A completare il quadro di fiducia, per gli industriali romagnoli, è infine l'incarico a Mario Draghi come presidente del consiglio: “Ha creato aspettative molto positive su come spendere i fondi del Recovery Plan. Le sue prime mosse da presidente incaricato vanno nella direzione che aveva a suo tempo annunciato al Meeting di Rimini”, sempre il presidente di Confindustria.

E a proposito di recovery plan Maggioli mette sul piatto della politica romagnola il progetto di Alta Velocità ferroviaria, quello che – spiega – considerava il sogno nel cassetto meno realizzabile prima della pandemia: “Un'Alta Velocità estesa in tutta la Romagna, darebbe uno scatto importante a tutto il territorio, per le imprese, gli aeroporti e il turismo”. E Draghi viene promosso anche se propone di allungare l'anno scolastico fino alla fine di giugno, riducendo quindi la potenziale stagione turistica estiva: “Se sarà un mese guadagnato per i nostri figli a scuola, sarà un mese speso bene, la formazione dei nostri giovani è importante quanto il turismo. Noi dovremo essere bravi a coniugare le due necessità”. 

L'analisi dell'industria romagnola

A livello nazionale l’indagine rapida del Centro Studi di Confindustria ad inizio anno evidenzia una modesta ripresa della produzione industriale: +1,0% a gennaio dopo un lieve calo a dicembre (-0,1%). Per la Romagna, dall’indagine del Centro Studi di Confindustria Romagna (consuntivo secondo semestre 2020 e previsioni primo semestre 2021) emerge che il 2021 si è aperto all'insegna della speranza. Il secondo semestre del 2020 fotografa per le tre province un impatto disomogeneo della crisi sanitaria sui vari settori industriali. I principali indici nel secondo semestre, per quanto non ancora ai livelli pre-Covid 19, (produzione +0,2%, fatturato -0,1%, fatturato interno -0,5% ed estero +0,4%, occupazione +0,1%), sono il risultato di performance molto differenti sia a seconda dei settori presi in considerazione, sia rispetto alle singole realtà all’interno dei settori stessi ed in base alle dimensioni. 

Nelle previsioni: produzione stazionaria per il 55,9% delle imprese campione, in aumento per il 28,8% ed in diminuzione per il 15,3%. Ordini stazionari dal 47,2% delle aziende campione, in aumento dal 35,2% ed in diminuzione dal 17,6%. Ordini esteri: per il 45% stazionari, per il 35,2% in aumento e per il 19,8% in diminuzione. Per l’utilizzo della cassa integrazione ci sono segnali di miglioramento: il 48,1% non intende attivarla nei primi sei mesi del 2021, rispetto ad un 2020 in cui si è registrato un picco di utilizzo della CIG in Romagna con 22 milioni di ore in provincia di Forlì-Cesena e 20 milioni di ore rispettivamente nelle province di Ravenna e Rimini. Gli investimenti sul fatturato 2020 rappresenta una fetta dell'8,1%, specialmente in ICT, formazione, ricerca e sviluppo linee di produzione e tutela ambientale. Per la sostenibilità il 52,6% del campione ha effettuato investimenti in sostenibilità nel triennio 2018-2020; il 42,1% del campione controlla attivamente l’utilizzo dell’energia; il 31,6% dispone di certificazioni ambientali.

Focus su Forlì-Cesena

CONSUNTIVO II SEMESTRE 2020
Fatturato totale +0.1% rispetto al secondo semestre 2019. Fatturato estero +0.1%, fatturato interno +0.1%. 
Grado di internazionalizzazione inteso come percentuale di fatturato estero sul totale, si attesta in media al 27%
Produzione: +0.2%. 
Occupazione: nessuna variazione. 
Ordini totali: il 30,3% delle imprese ha segnalato un aumento, stazionarietà per 39,4% mentre il 30,3% una diminuzione. Per gli ordini esteri, il 18,2% li ha avuti in aumento, stazionari 60,6% mentre il 21,2% li ha visti diminuire.
Giacenze: stazionarietà per il 69,6%, aumento per il 15,2% e diminuzione sempre per il 15,2%.
Costo delle materie prime: aumento per il 12,1%, stazionarietà per il 63,7%, diminuzione per il 24,2%. 
Difficoltà nel reperimento del personale: nessuna 21,9%, bassa 9,4%, media 53,1%, elevata 12,5%, molto elevata 3,1%.
Ricorso alla cassa integrazione: da escludersi 30,3%, probabile ma limitata 39,4%, poco probabile 18,2%, probabile e consistente 12,1%.

PREVISIONI PRIMO SEMESTRE 2021
Produzione: prevista in aumento dal 36,4% delle imprese, stazionaria dal 51,5% mentre il 12,1% degli imprenditori prevede una diminuzione.
Ordini: il 33,3% degli imprenditori prevede un aumento, il 36,4% stazionarietà e il 30,3% una diminuzione, negli ordini esteri il 30,3% prevede aumento, 33,3% stazionarietà e il 36,4% una diminuzione
Giacenze: previste stazionarie dal 75,8% delle imprese, in aumento dal 15,2% e in diminuzione dal 9%.
Occupazione: prevista stazionaria per il 69,7% del campione, in crescita per il 12,1% e in calo per il 18,2%.

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