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Cronaca

In "zona 30" ci sono 140 km di strade urbane, l'obiettivo è aumentarle

In genere si tratta di piccole aree limitrofe alla viabilità principale di interquartiere (dove, invece, permane il limite di velocità di 50 km/ora), all'interno delle quali si chiede agli automobilisti una particolare attenzione

 A Cesena ci sono ormai quasi 140 km di strade in ‘zone 30’, pari al 39% della rete viaria a servizio dei centri abitati. Ma l’obiettivo dell’Amministrazione è di ampliarle fino a coprire  il 50% delle strade urbane. Istituite con l’obiettivo di rendere più sicuro il traffico delle aree residenziali, sia nel centro urbano che nelle frazioni, attualmente le zone 30 sono 33: la prima, relativa al centro storico, risale al 1998, la più recente è stata realizzata nel maggio scorso a Borgo Paglia.

In genere si tratta di piccole aree limitrofe alla viabilità principale di interquartiere (dove, invece, permane il limite di velocità di 50 km/ora), all’interno delle quali si chiede agli automobilisti una particolare attenzione e l’impegno a nono superare una velocità di 30 km all’ora perché entrano in spazi urbani a forte presenza di utenti deboli, di pedoni, ciclisti, bambini, anziani, con scuole, parchi, centri di aggregazione, attività e servizi, ecc..
 
“Nella maggioranza dei casi – osservano il Sindaco Paolo Lucchi e l’Assessore Maura Miserocchi - le “zone 30–residenziali” hanno incontrato il grande favore, specialmente da parte dei residenti, e anzi arrivano continuamente nuove  richieste per la loro istituzione. Ma già ora i numeri sono di tutto rispetto e si può dire che, in qualche modo, abbiamo precorso i tempi. Ora, infatti, le “zone 30” sono al centro del dibattito sulla sicurezza nei centri abitati e se ne parla anche nel recente documento scaturito dalla “1^ conferenza nazionale sulla mobilità sostenibile” promossa da Anci e Ministero dell’Ambiente a Catania il 19-20 giungo scorso, con la proposta di modificare il Codice della Strada, fissando  il limite di velocità di 30 km/ora in tutti i centri abitati.

er quanto ci riguarda, ci accingiamo a pianificare un programma di interventi che ci consenta, nel giro di qualche anno, di trasformare in ‘zone 30’  almeno alla metà  delle strade urbane. E per raggiungere questo obiettivo seguiremo certamente il metodo adottato finora, che ci ha sempre garantito l’efficacia e il rispetto da parte degli utenti. Nell’individuazione delle ‘zone 30’, infatti, siamo sempre partiti dal confronto e dalla condivisione con i residenti, operatori e utenti delle aree interessate.

Molta attenzione viene riservata a stabilire le dimensioni della ‘zona 30’, che devono essere circoscritte (circa 200-400 metri di raggio) e ben divise dalle strade interzonali o di attraversamento: questo nella convinzione che chi entra in zona 30 di solito lo fa perché la sua destinazione è all’interno della stessa area e, quindi, è disposto a rispettare comportamenti prudenti e limiti di velocità di 30 km/ora per un breve tratto di strada. Al tempo stesso si cerca, per quanto è possibile, di comprendere nelle zone 30 le attività e funzioni ad alta utenza di pedoni, ciclisti, anziani, bambini e utenti deboli in genere. Infine, di basilare importanza, un’adeguata segnaletica verticale e orizzontale per rendere ben visibile la “zona 30’. In pratica, senza interventi strutturali e con investimenti limitati, stiamo introducendo un nuovo modo più sicuro di vivere le strade urbane”.

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