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Cronaca

Sciopero degli infermieri della sanità pubblica: "Lo facciamo per tutelare i pazienti"

Tra le richieste del sindacato, anche lo sblocco del turnover "per dire basta alla fuga dei cervelli e all'emigrazione dei giovani infermieri che vanno all'estero a portare competenze e professionalità che non vengono riconosciute in Italia".

Infermieri e del personale del comparto sanità del Servizio Sanitario Nazionale in sciopero. Il fermo, inizialmente proclamato per il 26 febbraio, è stato anticipato al 23. Da mezzanotte a mezzanotte, il personale sanitario si fermerà per il mancato rinnovo dei contratti. Allo sciopero partecipano anche i tecnici radiologi e di laboratorio. 

"Scioperiamo per la nostra condizione - spiega Francesca Batani, consigliere regionale Nursing Up - ma soprattutto per i cittadini, ai quali non possiamo garantire il giusto operato nostro malgrado. I cittadini devono indignarsi con noi perchè questo trattamento mette in pericolo l'unico bene intangibile che abbiamo: la vita".

Tra le richieste del sindacato, anche lo sblocco del turnover "per dire basta alla fuga dei cervelli e all'emigrazione dei giovani infermieri che vanno all'estero a portare competenze e professionalità che non vengono riconosciute in Italia". Basta anche "ai tagli lineari delle dotazioni organiche, al demansionamento dei professionisti sanitari e alle pretese di deroghe indiscriminate alle ore di riposo giornaliere e al riposo settimanale".

E continua: "Siamo stanchi di una dirigenza che si è sempre trincerata dietro una frase “siamo in emergenza”, Emergenza che ha perso il suo significato di “circostanza imprevista” e che è divenuta routinarietà, e quindi noi infermieri non possiamo più accettarla perchè questa condizione mette in pericolo l'incolumità della salute del cittadino. Spesso si riconduce il sistema sanitario alle soli azioni mediche, ma la macchina è molto più complessa e con tanti attori protagonisti non di second'ordine, quali appunto gli infermieri. Se è necessario, fondamentale, imprescindibile che il chirurgico, piuttosto che il medico, o il radiologo svolga a regola d'arte la sua professione per reggiungere l'obiettivo, è altresì vero che questo da solo non basta. Come possiamo valutare la persona che abbiamo davanti se gestiamo una media di 12-15 pazienti a infermiere, quando gli studi dicono che il rapporto dovrebbe essere 1:8? Come possiamo valutare con lucidità la pianificazione assistenziale di ogni singolo paziente, se abbiamo un monte ore da recuperare di 80 ore (oltre due settimane di lavoro extra) e un accumulo di ferie di circa 100 giorni (come dire che per 2 anni e mezzo non abbiamo fatto le ferie) e che quelle che l'azienda ci ha concesso ce le ha date in regime di “Pronta disponibilità” (quindi in attesa di chiamata per un eventuale rientro al lavoro qualora ci fosse bisogno di coprire un turno) escluse quelle estive che non sono “richiamabili”? Come può la nostra mente essere riposata e il nostro fisico defaticato?".

Scrive poi Raffaele Pennella, Segreterio Nursind Romagna: "Ci scusiamo in anticipo con i cittadini romagnoli che dovessero avere disagi nella giornata dello sciopero, soprattutto per quanto concerne le prestazioni ordinarie come: visite ambulatoriali, interventi chirurgici programmati, esami di routine, ecc. Saranno garantiti i servizi pubblici essenziali (pronto soccorso medico e chirurgico, rianimazione, terapia intensiva, unità coronariche, prestazioni di ostetricia, medicina neonatale, ecc.) come previsto dalle normative vigenti. E' un contratto in perdita soprattutto per il personale turnista e per i coordinatori e Nursind non ci sta per cui facciamo quanto in nostro potere con lo sciopero e contestuale sit-in di protesta a Roma in piazza Santi Apostoli dalle 11 alle 14 - riferisce il segretario romagnolo del Nursind Raffaele Pennella -Dalla piazza Santi Apostoli gli infermieri urleranno tutta la loro contrarietà nei confronti di un contratto in perdita, del continuo de-finanziamento del Fondo sanitario nazionale e del reale rischio di smantellamento del Sistema Sanitario Nazionale. Il sindacato infermieristico non può accettare e non accetterà di trattare per un accordo peggiorativo rispetto al precedente, sia sul piano economico che dei diritti, solo perché l'appuntamento con le elezioni politiche incombe".

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