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Cronaca Sarsina

Un appuntamento radicato da secoli: Monteriolo richiamerà tanta gente per la festa di Santa Lucia

La messa cantata sarà alle 15, con brani tradizionali noti a tutta l’assemblea. Alle 16 si terrà un momento di festa con rinfresco nella saletta parrocchiale

Come ogni anno, Monteriolo richiamerà tanta gente per la festa di Santa Lucia, un appuntamento radicato da secoli nel cuore di queste popolazioni che, a centinaia anche se gli abitanti sono rimasti 8, incuranti dell’eventuale maltempo, si recheranno alla Pieve di Monteriolo di Sarsina, giovedì, per la festa di Santa Lucia. La messa cantata sarà alle 15, con brani tradizionali noti a tutta l’assemblea. Alle 16 si terrà un momento di festa con rinfresco nella saletta parrocchiale.

Ubicata in un luogo che ha qualcosa di incantevole, la pieve di Monteriolo ha radici antichissime. Spiega Don daniele Bosi: "Il primo documento rimastoci è del 950, confermato dallo stile stesso della chiesa e dai reperti. Nell’abside visibile solamente l’affresco della Madonna con Bambino e, il 19 dicembre 1972, vennero trovati altri quattro personaggi, identificati poi grazie al resoconto della Visita Pastorale di mons. Peruzzi del il 6 luglio 1608: San Cassiano, imolese, patrono della parrocchia; San Vicinio di Sarsina patrono della Diocesi, Santa Caterina d’Alessandria, Sant’Ippolito. La Sovrintendenza ha compiuto il restauro nel 2010, con risultati gradevoli".

"Seguirono altri ritrovamenti nel 1982, quando il parroco don Vittorio Morosi spostò l’ancona cinquecentesca e venne alla luce parte di un affresco molto lacerato, e nel quale era stata aperta una nicchia per inserirvi la statua della Madonna dell’ancona stessa - illustra il sacerdota -. Ora si trova nel Museo Diocesano di Sarsina. Raffigurante San Rocco, è importante perché ci riporta una data importante, 1544, che può servire come riferimento per datare anche gli affreschi dell’abside. Interessantissima l’imponente ancona lignea cinquecentesca, intagliata e dorata, unica in Romagna, che sorreggeva la tela alta oltre 3 metri, seicentesca, con i 15 misteri del Rosario restaurata quest’anno".

"La parte inferiore venne rubata nel 1975 e subito ritrovata, la rimanente fu smontata. Interessante anche la millenaria mensa d’altare, di pietra grezza, e la volta in pietra scolpita del Seicento toscano della cappellina laterale - spiega don Daniele -. Il campanile, costruito nel 1921, ospita 3 campane coeve del Brighenti di Bologna. Dal 1851 al 1907 la parrocchia, facente parte del Granducato di Toscana, insieme ad altre 15 viene passata alla diocesi di Modigliana. Era una delle 9 pievi della Diocesi di Sarsina, insieme alla Cattedrale di Sarsina, a San Martino, a Balze, a Ranchio, a Rivoschio, a San Romano, a Montesorbo, a San Damiano. Risale al 1968 la totale demolizione della grande canonica seicentesca. Questa comunità ha sofferto il più spaventoso spopolamento, passando da un migliaio di abitanti prima della Seconda guerra mondiale, con parroco e cappellano residenti, agli attuali 8, residenti molto distanti tra loro, che ancora hanno la fortuna di avere, almeno nelle tre feste solenni annuali (la Pentecoste, la festa della Madonna la domenica dopo Ferragosto, e per Santa Lucia) la santa messa". 

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