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Cronaca

La Russia scatena la guerra, Lattuca: "A Cesena 568 ucraini vivono nell'angoscia, situazione degenerata"

Interviene il sindaco Enzo Lattuca sull'attacco militare della Russia di Putin: “Quanto accade in Ucraina in queste ore riporta l’Europa a scenari inquietanti che nessuno di noi si aspettava e voleva rivivere"

Dopo diversi giorni di alta tensione l'epilogo più drammatico si è purtroppo concretizzato. Una guerra nel cuore dell’Europa, ai confini della Ue e della Nato. Sui social si è scatenata anche a Cesena l'indignazione per l'attacco militare della Russia all'Ucraina.

Interviene anche il sindaco Enzo Lattuca: “Quanto accade in Ucraina in queste ore riporta l’Europa a scenari inquietanti che nessuno di noi si aspettava e voleva rivivere. Purtroppo, nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane, la situazione è degenerata. L’escalation militare decisa dal presidente russo Vladimir Putin, in totale disprezzo del diritto internazionale, è da condannare, mentre è necessario e doveroso che continui un’azione diplomatica. Il tema della sicurezza europea, perché è evidente che anche di questo si tratta, va infatti affrontato sui tavoli diplomatici e non con le bombe. In queste ore, in una situazione in continuo cambiamento, sono tantissimi i civili in fuga dalle aree dell’Ucraina sotto attacco. A loro e a tutto il popolo ucraino, va tutta la nostra totale solidarietà. A Cesena la comunità ucraina è composta da 568 nostri concittadini, soprattutto donne, che stanno vivendo ore di vera e propria angoscia a causa di ciò che sta succedendo nel loro Paese di origine. A loro rinnoviamo la nostra vicinanza”, sottolinea Lattuca.

"Dal 2011 al 2021 - ricorda il sindaco - la popolazione ucraina sul territorio comunale cesenate è aumentata lievemente: dalle 517 persone del 2011 alle 541 del 2012 per registrare un nuovo incremento negli ultimi quattro anni, nel 2018 la comunità locale è salita infatti a 548 unità per arrivare, lo scorso anno, a 568. L’Italia è il primo Paese europeo per presenza di cittadini ucraini. La media cesenate rispetta il quadro nazionale: la comunità ucraina residente oggi in Italia conta infatti 236mila cittadini. Nella maggior parte di casi si tratta di donne, tra le più impegnate nei servizi di cura e di assistenza familiare".

Sull'attacco russo all'Ucraina è intervenuto anche Matteo Gozzoli, sindaco di Cesenatico: "Sembra assurdo, ma dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale e dopo i conflitti che negli anni ‘90 hanno insanguinato i Balcani proprio di fronte alle nostre coste, da questa mattina la Russia di Putin ha riportato la guerra in Europa, attaccando l’Ucraina. Guerra vuol dire morti, civili in fuga, miseria, profughi e il solito orrore che già i siti di tutto il mondo iniziano a mostrarci. L’Europa deve fare quello che è capace di fare, promuovere la pace e la diplomazia come uniche vie possibili per la convivenza tra i popoli. Esprimo tutta la mia solidarietà al popolo ucraino, con la speranza che presto si arrivi ad una soluzione pacifica".

Condanna nei confronti della guerra anche da parte del sindaco di Savignano Filippo Giovannini: "È Guerra! Nel terzo millennio accade qualcosa che la nostra Costituzione ripudia, che tutti i Paesi democratici e civili rigettano, che secoli di conflitti e violenze dovevano avere scongiurato. Questo ci insegna che nulla è mai acquisito per sempre se non vigiliamo con attenzione, cura e presenza per difendere la pace, in qualsiasi sua forma. Anche nel più piccolo sopruso c’è un germe di violenza, alla quale ognuno di noi deve opporsi. Siamo chiamati ad opporci con fermezza, a renderci disponibili nel dare l’unica risposta possibile all’attacco unilaterale della Russia di Putin nei confronti dell’Ucraina. No, no alla Guerra, no al sopruso, no alla violenza, sì al dialogo, alla diplomazia, alla solidarietà, alla pace, da difendere sempre, senza sottrarsi mai e senza eccezioni. In queste ore drammatiche che preludono a momenti difficili esprimo solidarietà e vicinanza al popolo ucraino, ai cittadini ucraini che risiedono nel nostro territorio e ai tanti russi che non si riconoscono in questa guerra scellerata".

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