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Cronaca Cesenatico

Il convegno sulle donne nell'Assemblea costituente: "Occupazione femminile, l'Italia si ferma al 51%"

Il convegno sul ruolo delle donne nell'Assemblea costituente del 1946, organizzato dal Coordinamento donne Cisl Romagna in occasione della giornata internazionale delle donne, si è tenuto mercoledì mattina al Museo della Marineria

Il convegno sul ruolo delle donne nell'Assemblea costituente del 1946, organizzato dal Coordinamento donne Cisl Romagna in occasione della giornata internazionale delle donne, si è tenuto mercoledì mattina al Museo della Marineria a Cesenatico. Tra i partecipanti all'evento, vi erano il sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli e il segretario generale CISL Romagna, Francesco Marinelli, che ha introdotto il convegno.

Inoltre, il convegno ha visto la partecipazione del Prof. Marco Valbruzzi, docente di Scienza Politica presso l'Università Federico II di Napoli, il quale ha contribuito alla discussione sul tema del ruolo delle donne nell'Assemblea costituente del 1946. Moderatrice è stata Laura Chiarini Responsabile del coordinamento donne CISL Romagna.

Nel suo saluto il Sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli ha evidenziato l'importanza degli eventi legati alla Giornata Internazionale della Donna non solo come momento di celebrazione delle conquiste passate delle donne, ma anche come occasione per riflettere su come portare avanti la lotta per la parità di genere. Secondo il Sindaco, il lavoro da svolgere nei prossimi anni non sarà solo a livello istituzionale, ma soprattutto culturale.

Questo significa che bisognerà lavorare tutti assieme, politica e sindacati, per creare una nuova cultura dell'uguaglianza di genere, in cui le donne non siano più vittime di discriminazioni e violenze, ma possano partecipare pienamente alla vita sociale, economica e politica del paese. Il Sindaco invita quindi tutti i partecipanti agli eventi della Giornata Internazionale della Donna a impegnarsi in questo lavoro culturale, affinché la parità di genere diventi una realtà concreta e tangibile per tutte le donne.

Il segretario Marinelli ha evidenziato come l'apporto delle donne nella Costituente del 1946 sia stato determinante per far inserire nella Costituzione articoli a difesa delle donne, della loro dignità e del loro diritto di essere considerate uguali alla controparte maschile in ogni situazione e contesto sociale. Nonostante fossero un'esigua minoranza, le ventuno donne presenti in Assemblea costituente sono riuscite a muoversi in modo coeso e determinato, nonostante le differenze politiche e di appartenenza a schieramenti anche opposti.

“Sono trascorsi settantacinque anni, e anche allora nel nostro paese si scelse di costruire una nuova storia, una nuova prospettiva. Oggi come allora - ha sottolineato il segretario Marinelli nella sua introduzione - ci troviamo di fronte ad una analogia seppur con condizioni molto diverse, quella di provare a ripartire dopo un’emergenza che ha travolto tutto e tutti, che ha cambiato le nostre vite, le nostre abitudini, ma anche la nostra capacità di guardare il futuro, che ha spento i nostri orizzonti”.

“Nel nostro paese - ha continuato il segretario cislino - abbiamo un dato sull’occupazione femminile che si ferma al 51,4% contro il 69,5 % degli uomini molto distante dalla media europea che di attesta al 67%. Restano immutati i gap di genere nel mercato del lavoro e le criticità strutturali che determinano la bassa partecipazione femminile: occupazione ridotta, prevalentemente precaria, part time e in settori a bassa remuneratività o poco strategici. Il dato dell’occupazione è ancora assai lontano da quell’obiettivo che ci si era dato con la Convenzione di Lisbona nel 2000 che poneva l’obiettivo dell’occupazione femminile al 60%.

Dentro a questo quadro è necessario da un lato rimuovere tutti quegli ostacoli legati agli stereotipi di genere e gap formativi. Occorre intervenire sul lavoro di cura non retribuito (attività di assistenza che viene svolta verso persone non autosufficienti, anziani, bambini. Le donne si fanno carico del 74% del totale delle ore non retribuite di assistenza e cura. Questo dato rappresenta il principale ostacolo all’accesso equo al mercato del lavoro. Nel nostro Paese le donne svolgono in media 5 ore di lavoro domestico non pagato (Ocse). A fronte di questi dati occorre, e come sindacato lo chiediamo da tempo alla politica e alle istituzioni, un grande investimento nelle infrastrutture sociali (asili nido, strutture per l’assistenza degli anziani, disabili, e servizi sanitari territoriali).

Il segretario Marinelli ha evidenziato quanto sia urgente affrontare il problema della discriminazione di genere e delle disuguaglianze in Italia, nonostante gli interventi legislativi mirati a regolare la questione. La Costituzione prevede pari diritti e salari per uomini e donne, ma nella realtà le donne sono ancora molto indietro rispetto agli uomini in termini di opportunità di lavoro, posizioni manageriali e retribuzione. Il gender pay gap in Italia è tra i peggiori in Europa, con la differenza salariale che aumenta all'aumentare del livello di istruzione delle donne. L'Italia si posiziona male nelle classifiche globali sulla disuguaglianza di genere, mentre altri paesi europei come Spagna, Francia e Germania stanno performando molto meglio nella riduzione del gender gap. Inoltre ha evidenziato che le aziende con team di leadership misti tendono ad essere più competitive e meglio attrezzate per affrontare le crisi.

Maternità e genitorialità devono assumere un valore sociale. Conciliare la vita familiare e professionale non deve essere una esigenza solo delle donne ma di tutta la nostra società, altrimenti il divario rischia di rimanere inalterato.

Nel suo intervento il professor Marco Valbruzzi ha messo in luce l'importanza della festa dell'8 marzo come momento di commemorazione delle conquiste passate delle donne italiane e come occasione per riflettere sui progressi ancora da compiere per l'uguaglianza di genere. L'Assemblea Costituente rappresentò un momento cruciale per la lotta delle donne, in cui 21 deputate elette scolpirono nella Costituzione principi fondamentali sull'uguaglianza di genere, sulla tutela della maternità e sull'eguaglianza delle donne lavoratrici.

Nonostante i diritti delle donne siano stati messi per la prima volta sulla carta nel 1948, Valbruzzi sottolinea che ancora oggi esistono enormi differenze di genere in Italia e nel mondo. Tuttavia, dove esiste una lotta per l'emancipazione femminile e la conquista dei diritti, le donne fanno sentire la loro voce, così come fecero durante la resistenza nell'Assemblea Costituente, dove la diseguaglianza di genere fu respinta e corretta.

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