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Cronaca Cesenatico

Cultura, Casa Moretti ricorda Ezio Raimondi: "Da sempre legato a Cesenatico"

Ezio Raimondi è stato per intere generazioni un modello di studioso e professore, ha pubblicato libri e saggi che restano nella storia della critica letteraria e della cultura italiana

Pochi giorni dopo avere salutato il grande filologo Cesare Segre, Casa Moretti è, con profondo sconforto, costretta nuovamente a ricordare un altro grande maestro che ci ha lasciato: Ezio Raimondi. In questo caso, anzi, la scomparsa riguarda un uomo e un maestro che ha seguito e accompagnato, da vicino e fin dall’inizio, l’istituto culturale nato nella “casa sul canale” di Cesenatico che fu di Marino Moretti.

Ezio Raimondi è stato per intere generazioni un modello di studioso e professore, ha pubblicato libri e saggi che restano nella storia della critica letteraria e della cultura italiana; ma per chi l’ha conosciuto o l’ha avuto come docente, o avuto anche solo l’occasione di ascoltarlo, è stato un maestro impareggiabile: e come i grandi maestri un uomo capace di insegnare a camminare da sé e a trovare la strada in un universo culturale sempre più fitto e complesso, trasmettendo la passione per l’incontro e la scoperta, alimentando la curiosità della mente e del cuore, rilanciando le grandi domande dell’esistenza, l’impegno per il sapere ma senza dimenticare mai di fornire gli strumenti di studio e conoscenza senza i quali l’incontro e la scoperta non può avvenire:«Conservo la mia illusione di essere un io che va alla ricerca continua di un noi, in una battaglia continua con la solitudine», diceva.

Raimondi ha formato così più di una generazione di studiosi, di operatori culturali, o anche solo persone che magari hanno fatto altro nella vita ma che hanno imparato, grazie a lui, a leggere un libro, a guardare un quadro, ad ascoltare un brano musicale, facendo diventare tutto ciò una autentica scoperta per la propria esistenza. Il legame con Cesenatico nasce sin dal primo convegno su Marino Moretti che si tenne nel 1975, alla presenza dello scrittore; poi Raimondi, come italianista dell’Università di Bologna, seguì da vicino il progetto culturale e il lavoro scientifico che condussero a realizzare a Cesenatico una casa-museo dedicata alla conservazione ma anche all’incontro e alla produzione culturale: una linea che si è dimostrata feconda e che prosegue tuttora. Quando nel 1993 si decise di stabilire un premio intitolato allo scrittore cesenaticense, fu conseguenza naturale chiedere a lui di far parte della autorevolissima Giuria, che contava altri grandi maestri, alcuni dei quali anch’essi scomparsi, come Alfredo Giuliani, Dante Isella, Geno Pampaloni, Umberto Carpi.

E infine anche come presidente dell’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, Raimondi fu assiduo nel contributo sempre generoso e attento al lavoro svolto a Casa Moretti, sino a quando la salute gli consentì di partecipare alle varie iniziative. Per tutto questo, nell’ottobre scorso, fu unanime la decisione della Giuria di assegnare il Premio Moretti a Raimondi quale indiscusso protagonista «degli studi letterari italiani in un arco amplissimo di fondamentali ricerche che va dalle origini al Novecento e che si è esteso brillantemente alla teoria della letteratura e alla comparatistica», soprattutto perché, tra l’altro, il suo nome era da sempre legato alle figure più emblematiche della Romagna, da Renato Serra a Marino Moretti. Un tributo di massima e profonda riconoscenza, dunque. Alla premiazione nel Teatro Comunale non poté essere presente per ragioni di salute, ma fu comunque lui a tenere banco, anche a distanza, attraverso un video nel quale in modo mirabile raccontava l’esperienza della lettura come atto di scoperta del mondo e di sé stessi.

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