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Cronaca

Dipendenza da gioco d'azzardo, 178 romagnoli nella trappola

Il gioco d'azzardo è un comportamento ampiamente diffuso tra la popolazione: le possibilità di farvi ricorso oggi sono numerosissime, in qualsiasi momento della giornata e in ogni luogo, anche online

Il gioco d’azzardo è un comportamento ampiamente diffuso tra la popolazione: le possibilità di farvi ricorso oggi sono numerosissime, in qualsiasi momento della giornata e in ogni luogo, anche online. La spesa che gli italiani riservano a questa attività è in continuo aumento, nonostante la generale contrazione dei consumi delle famiglie. Gli introiti dello Stato e dei gestori sono rilevanti e in continua crescita, implementati da una pubblicità pervasiva, accattivante ed ingannevole, e preoccupa la presenza della criminalità organizzata in diversi contesti legati al gioco. La pratica del gioco d’azzardo si accompagna ad un alto rischio di perdita di controllo e di dipendenza, con impatti anche drammatici sulla vita del giocatore e della sua famiglia.

 

Per analizzare il fenomeno dal punto di vista sanitario e sociale, culturale e normativo, analizzare l’impatto del gioco d’azzardo sui sistemi socio-sanitari e valutare le possibili risposte la Regione Emilia-Romagna ha organizzato una giornata di approfondimento, a Bologna. Il ministro Balduzzi ha recentemente disposto che, nell’ambito dell’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (Lea) che dovrà concludersi entro dicembre 2012, dovranno essere inserite anche le prestazioni riferite a soggetti affetti da gioco d’azzardo patologico (gambling addiction). Viene dunque sancito il diritto alla cura, con la diagnosi e la valutazione di tutti i casi e la presa in carico delle persone più gravi, anche se non sono state previste dal Governo risorse aggiuntive per la gestione di questi servizi.

 

La situazione in Emilia Romagna

In Emilia Romagna nel 2011 si sono rivolti ai Sert per dipendenza da gioco 640 persone (512 nel 2010), ma si stima che siano almeno 10 mila le persone esposte a un rischio alto per questa patologia. Per quanto riguarda la Romagna a RAVENNA si registrano 27 casi (erano 19 nel 2010), a FORLÌ 40 casi (erano 27 nel 2010), a CESENA 43 (erano 31) e a RIMINI 68 (erano 63). In totale si stratta di 178 persone solo in Romagna.

 

Gli utenti che arrivano ai servizi sono in prevalenza uomini (79,5%) e abbastanza giovani, anche se il picco del problema si verifica intorno ai 40 anni. In almeno un quarto dei casi questi soggetti hanno altre patologie associate, come dipendenza da sostanze o patologie psichiatriche. Si gioca soprattutto al bar (86% delle donne che hanno giocato nell’ultimo anno, 77% gli uomini), a casa propria o di amici (18% uomini, 14% donne), nelle sale scommesse (11% uomini, 1% donne) o su internet (13% uomini, 2% donne). I giochi preferiti sono il lotto e il superenalotto (67% delle donne che hanno giocato nell’ultimo anno, 64% gli uomini), seguono gratta e vinci e lotto istantaneo (58% donne e 55% uomini) e le scommesse sportive (19% uomini e 6% donne).

 

Al Sert ci si arriva in massima parte in modo autonomo (51,41%), oppure su indicazione dei familiari (12,34%), dei servizi sociali (8,59%), dei medici di base (7,03%) o di altri servizi Ausl (5,16%). In Emilia-Romagna tutte le Ausl hanno un punto di accesso per questa patologia. E’ fondamentale l’apporto dei gruppi di auto mutuo aiuto già attivi sul territorio per i pazienti e le loro famiglie. Si punta anche sulla prevenzione, con i modelli a rete già sperimentati per la dipendenza da alcol e per la promozione di stili di vita salutari, promuovendo percorsi di conoscenza del fenomeno nelle scuole e formando gli insegnanti. Per il gioco d’azzardo si sta lavorando soprattutto con i docenti di matematica, per dare ai ragazzi gli strumenti cognitivi che diano loro la reale percezione della possibilità di vincita nel gioco.

 

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