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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Debiti nel "forziere "del Comune: per protesta si dimette tutto il Cda

L'intero Consiglio di Amministrazione di Valore Città - la società pubblica che gestisce il patrimonio del Comune - ad esclusione del Presidente, si è dimesso in contrasto con le decisioni assunte dal Comune di Cesena

L’intero Consiglio di Amministrazione di Valore Città - la società pubblica che gestisce il patrimonio del Comune - ad esclusione del Presidente, si è dimesso in contrasto con le decisioni assunte dal Comune di Cesena, proprietario della società in questione. A darne notizia è Luigi Di Placido, Capogruppo Liberaldemocratici per Cesena: “I quattro membri del Cda hanno rimesso il loro mandato perché l’Amministrazione Comunale si è rimangiata l'accordo circa i tempi di pagamento degli immobili conferiti a Valore Città”.

Valore Città è la società costituita nel 2008 con il conferimento da parte del Comune di Cesena circa 18 milioni di Euro di immobili. Come si legge nel suo sito internet, “obiettivo di questa società, interamente pubblica, è di valorizzare al meglio il patrimonio immobiliare del Comune di Cesena...”

Valore Città ha acceso mutui presso gli istituti bancari per pagare al Comune gli immobili che quest’ultimo gli ha conferito; nel 2011 era stato stipulato un accordo che prevedeva la possibilità di spostare i pagamenti degli immobili a seguito della loro vendita, permettendo così una gestione finanziaria più equilibrata senza il rischio di doversi indebitare ulteriormente.

Quindi Di Placido: “A novembre delle scorso anno il Comune ha comunicato l’intenzione di non concedere tale proroga, chiedendo, da quanto ci risulta, la corresponsione di un milione di Euro. Nonostante le forti riserve espresse dal Cda, il Comune non ha voluto sentire ragioni: l’assemblea dei soci, (il solo Comune di Cesena) convocata dietro richiesta del Cda, ha confermato tale impostazione. Il Comune ha di fatto sfiduciato gli Amministratori, ed è quindi comprensibile che essi abbiano sentito il dovere di dimettersi”.

“Non è dato sapere al momento quale siano le reazioni dell’Amministrazione e quali le intenzioni per il futuro della società, e a questo proposito abbiamo presentato interpellanza urgente che verrà discussa nella seduta del Consiglio Comunale del 23 Gennaio; di certo questo episodio dimostra come le società partecipate abbiano assoluto bisogno di un nuove modalità di governance e controllo. La vicenda di SAPRO, con gli oltre 100 milioni di Euro persi a causa di una gestione dissennata, evidentemente ha innalzato la soglia di sensibilità di chi si trova ad amministrare società partecipate, ma questo non basta: i soldi pubblici vanno gestiti con la massima oculatezza e trasparenza, evitando di trasformare le società partecipate in bancomat che permettono di creare debiti fuori bilancio, in sleali concorrenti delle imprese private o in uffici collocamento per amici e fedelissimi. Per questo motivo continueremo a monitorare con attenzione tutte queste società, proponendo anche la chiusura di alcune di esse. Per il momento segnaliamo un dato fortemente esemplificativo: nel report sulle società partecipate, consegnato dall’Amministrazione Comunale ai Gruppi Consiliari a metà novembre, mancava bilancio e/o stato patrimoniale di 7 società sulle 17 prese in considerazione. E’ dal 19 Novembre 2013 che abbiamo fatto richiesta di tale informazioni, per poter svolgere al meglio il nostro compito di rappresentanti dei cittadini. Stiamo ancora aspettando la documentazione”.

> LA REPLICA DEL COMUNE

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