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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Sarsina

Cisl Romagna: "Affrontare gli effetti della popolazione che invecchia, specie nelle aree montane"

“I miglioramenti scientifici e medici – ha spiegato il Segretario generale di CISL Romagna Francesco Marinelli- hanno determinato una crescita dell’aspettativa di vita e quindi l’aumento di popolazione over 65"

Innalzamento dell’età media e della speranza di vita, bassa fecondità, quindi l’aumento del numero di persone nelle fasce d’età più anziane e la diminuzione dei giovani in età lavorativa.

Questo è lo scenario tendenziale della popolazione da oggi al 2050 che emerge dalla ricerca elaborata per la CISL Emilia Romagna da Neodemos, che evidenzia – afferma il Segretario generale della CISL Romagna Francesco Marinelli – la maggiore sfida che dovremmo affrontare nei prossimi decenni e sulla quale le politiche nazionali e territoriali devo farei conti da subito, specialmente per le aree interne del nostro Paese che sono la maggioranza dei comuni italiani".

Questi dati sono stati evidenziati al Consiglio generale della CISL Romagna che si è tenuto nella cornice dell’Arena Plautina di Sarsina dove, insieme ai vari ospiti, si sono analizzati i temi concernenti le aree interne e montane del nostro territorio. Tra gli ospiti il sindaco di Sarsina Enrico Cangini, il sindaco di Bagno di Romagna Baccini ed il primo cittadino di Casola Valsenio Giorgio Sagrini, la Consigliera regionale Lia Montalti, il presidente di Confcooperative Romagna Neri Mauro e i Segretari CISL Andrea Cuccello, Filippo Pieri e Francesco Marinelli.

“I miglioramenti scientifici e medici – ha spiegato il Segretario generale di CISL Romagna Francesco Marinelli- hanno determinato una crescita dell’aspettativa di vita e quindi l’aumento di popolazione over 65, ma la bassa fecondità determina già da ora un mutamento della composizione della popolazione regionale ed anche romagnola, mettendo a rischio la sostenibilità del sistema previdenziale pubblico. Inoltre una popolazione che invecchia cambia i profili di consumo, che vedranno  un forte aumento della richiesta di assistenti, badanti, infermieri e lavoratrici domestiche, ma anche di servizi di prossimità e di cure domiciliari per la cronicità. Gli effetti dell’invecchiamento – sottolinea il segretario della CISL Romagna Francesco Marinelli- saranno particolarmente accentuati nelle aree interne e montane, che rappresentano il 60% del territorio nazionale e il 25% della popolazione che vive in comuni con meno di 5mila abitanti. A livello di Romagna si conferma lo scenario tendenziale regionale, che prevede un calo della popolazione 0-14 anni da 13% a 11% nel 2035 e resterà costante fino al 2050, mentre la popolazione over 65, che ad oggi sono meno di un quarto della popolazione totale, saranno oltre un terzo nel 2050. Ci saranno quindi 3 anziani ogni giovanissimo e nel 2050 diminuirà sensibilmente la popolazione attiva, cioè quella tra i 45 e 59 anni".

"Gli effetti dell’invecchiamento – sottolinea il segretario della CISL Romagna Francesco Marinelli- saranno particolarmente accentuati nelle aree interne e montane. Per questo è   necessario favorire ed incentivare dei progetti specifici a sostegno di queste aree, per evitare lo spopolamento favorendo ad esempio la permanenza di servizi commerciali sociali e sanitari di prossimità, come negozi, scuole, medici di base e servizi pubblici, trasporti pubblici locali efficienti,  assenza di barriere architettoniche. L’invecchiamento della popolazione è ormai una realtà – conclude i Segretario generale CISL Romagna - e una politica lungimirante deve già da ora attrezzarsi per fronteggiarla al meglio, anche favorendo politiche a sostegno delle famiglie"

."Infatti, come evidenzia la ricerca Neodemos, sta calando il tasso di fecondità anche perchè sempre più donne rimandano la decisione di avere un figlio soprattutto a causa delle loro condizionI lavorative e questo sta determinando un tendenziale invecchiamento della popolazione che metterà in forte rischio il sistema di welfare e previdenziale del nostro Paese.  Solo politiche a favore delle famiglie e modelli lavorativi che permettono una maggiore conciliazione dei tempi di vita con quelli di lavoro permetteranno una decisa inversione di tendenza ed un miglioramento delle nostre prospettive future".  

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