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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Marisa al sospettato: "Liberati la coscienza e dimmi dov'è il corpo di Cristina. Il lavoro della Procura mi conforta"

"Per me sono giorni importanti - ha spiegato al telefono Marisa - perchè ogni volta che si apre un nuovo spiraglio mi si riaccende forte la speranza di trovare qualcuno che abbia voglia di liberarsi la coscienza"

"E' un terremoto anche per me, ma sono contenta che si sia riaperto il caso di Cristina. Sono 30 anni che mi batto per conoscere la verità e, finchè non saprò cos'è accaduto quel maledetto primo  settembre, per me il caso sarà sempre aperto". Marisa Degli Angeli, mamma di Cristina Golinucci, dal 1992 vive sospesa nell'attesa di sapere cosa sia successo quel pomeriggio davanti al convento dei frati cappuccini di Cesena dove sua figlia, 21 anni, aveva parcheggiato la Cinquecento per andare a parlare con don Lino Ruscelli, padre spirituale di Cristina. "Per me sono giorni importanti - ha spiegato al telefono Marisa - perchè ogni volta che si apre un nuovo spiraglio mi si riaccende forte la speranza di trovare qualcuno che abbia voglia di liberarsi la coscienza e raccontare dove sia il corpo di Cristina".

In questi giorni, infatti, la Procura di Forlì, sulla spinta delle testimonianze di due donne che sarebbero state molestate o abusate sempre nel 1992 da un uomo che frequentava il mondo cattolico e del volontariato, ha riaperto le indagini e ha deciso anche di riesaminare il corpo di Chiara Bolognesi, la ragazza che fu trovata morta, un mese dopo la sparizione di Cristina, nel fiume Savio con indosso il solo reggiseno. Chiara aveva 3 anni meno di Cristina, frequentava Ragioneria come aveva frequentato Cristina e, soprattutto, faceva parte della stessa associazione di volontariato per la quale Cristina andava a dare da mangiare agli ammalati all'ospedale. Non ci sono prove che Cristina e Chiara si conoscessero direttamente ma quello che è certo è che avessero amicizie in comune.

La morte di Chiara, al tempo, venne archiviata come suicidio ma ora, nonostante siano trascorsi 30 anni, è stata decisa la riesumazione del suo corpo proprio per trovare, grazie alle nuove tecnologie, alcuni indizi che potrebbero aprire nuovi scenari.

A questo proposito Marisa Degli Angeli ripercorre gli ultimi 15 anni di indagini. "Nel 2010 venne a casa mia una donna - spiega Marisa - che mi raccontò di sua figlia, violentata da un uomo che si spacciò per un uomo vicino all'ambiente religioso. Non so perché non andarono avanti le sue denunce. Ho letto che qualcuno l'ha scoraggiata a proseguire, ma io mi ricordo che io feci il mio dovere. Andai dall'avvocato Mattei che mi seguiva e le spiegai tutto quello che mi raccontò la donna e sicuramente l'avvocato segnalò il caso. Forse è anche grazie a questo che hanno ripreso in mano le indagini e sono emerse altre donne molestate in quel periodo. Purtroppo io non so se la Procura ha già dei nomi o ha già circoscritto una cerchia di persone, ma so che stanno procedendo e questo mi conforta molto".

Poi ritorna con la mente agli ultimi giorni di Cristina. "Era tornata da pochissimi giorni dalla gita che faceva con le parrocchie limitrofe - spiega Marisa - Erano andati a Lavarone. E subito si era messa a lavoro per organizzare il Millenario della Pieve. La cercavano tutte le ragazze per sapere cosa dovevano fare. Mi ricordo che quel giorno andò da Lino Ruscelli, il suo riferimento spirituale, proprio per parlare della gita fatta a Lavarone". Forse si potrebbe partire proprio da qui. Chi era con lei a Lavarone si ricorda cosa accadde in quella gita con le parrocchie. Successe qualcosa di particolare? Magari si confidò con qualcuno? Anche dopo 30 anni qualcosa che allora non sembrò importante, potrebbe diventarlo adesso, alla luce anche della nuova svolta che potrebbero prendere le indagini.

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