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Cronaca

Covid, l'analisi della settimana di Natale: "Il virus corre a ritmi sostenuti. Senza il vaccino ci sarebbero più morti"

In totale in Romagna sono ricoverati 290 pazienti, di cui 24 in terapia intensiva. I decessi sono stati 33

Nella settimana delle festività di Natale, dal 20 al 26 dicembre, si è registrato un sensibile aumento dei nuovi casi da covid-19 in termini assoluti, +1.209 rispetto a quella precedente. Questo è quanto emerge dalla fotografia dell'Ausl Romagna circa l'evoluzione del quadro epidemiologico nel territorio romagnolo, che ha visto 6.214 positività (11,2%) su un totale di 55.502 tamponi. Nel dettaglio, il Riminese è passato da 1.751 a 2.275, il Ravennate da 1.497 a 1.944, il Cesenate da 949 a 1.013, mentre il Forlivese da 808 a 982.  In aumento il tasso d’incidenza totale dei nuovi casi negli ultimi sette giorni 100.000 abitanti: 653 nuovi casi nel distretto di Rimini, 602 in quello di Riccione, 575 nell'area del Rubicone, 523 nei distretti di Forlì e Ravenna, 453 nel distretto di Faenza, 408 in quello Lugo e 373 nel distretto di Cesena-Valle del Savio.

In totale sono ricoverati 290 pazienti, di cui 24 in terapia intensiva. I decessi sono stati 33: 2 nel Forlivese, 10 nel Cesenate e Ravennate ed 11 nel Riminese. Complessivamente sono stati sospesi 258 operatori tra dipendenti e convenzionati in tutta l'Ausl Romagna (18 dirigenti e 240 del comparto). La percentuale dei sospesi sul totale degli operatori con obbligo vaccinale è inferiore al 2% in tutti gli ambiti territoriali e non si apprezzano sostanziali differenze tra Cesena, Forlì, Rimini e Ravenna . "In queste settimane, stiamo assistendo ad un aumento molto significativo dei casi - commenta Mattia Altini, direttore Sanitario di Ausl Romagna -. Il virus corre a ritmi molto sostenuti e il grande numero di contagi sta comunque determinando un aumento della pressione sugli ospedali. C’è comunque un dato che non dobbiamo mai perdere di vista e che ha cambiato il corso degli eventi rispetto ad un anno fa: il vaccino. Se non fossimo partiti con la massiccia campagna vaccinale da un anno a questa parte, non avremmo retto alle nuove ondate che si sono succedute e oggi continueremmo a contare morti. Il vaccino non ha fatto finire la pandemia, i contagi possono esserci anche fra le persone vaccinate, ma un conto è avere sintomi simil influenzali e un conto è finire in ospedale e, ancora peggio in terapia intensiva, con gli esiti nefasti che tutti conosciamo. Ecco perché non ci stancheremo mai di ripetere che la prima risposta per frenare la pandemia è il vaccino".

Al 27 dicembre, nel comprensorio di Forlì ha ricevuto almeno due dosi di vaccino l’87% delle persone, la percentuale più alta in tutta la Romagna insieme alla provincia di Ravenna. Segue il Cesenate con l'86%, mentre chiude il Riminese con l'80%. In tutta la Romagna le prime dosi (comprese dosi uniche) somministrate nei centri vaccinali aziendali sono state 862.467 (311.467 in provincia), tra queste circa 1.200 sono state somministrate ai bambini tra i 5 e 11 anni, mentre le seconde dosi 783.584 (282861 in provincia) e le terze 267.536 (90.092). Le dosi somministrate dagli medici di medicina generale sono 91.026 (36.407), mentre nelle aziende 8.038. Entrando nel dettaglio delle terze dosi in provincia, sono 407 le somministrazioni nella fascia d'età 13-19 anni, 3.393 nella fascia 20-29, 4.665 in quella 30-39, 9.530 in quella 40-49, 16.376 in quella 50-59, 17.297 in quella 60-69, 16.020 in quella 70-79 e 22.404 negli over 80.

"Ma da solo il vaccino non basta - ribadisce Altini -. Ci preserva dalla malattia grave, ma non dal contagio. Occorre che, soprattutto in questo periodo di maggiore socialità, legata al momento festivo, si continuino  ad adottare senza  esitazioni tutte le misure che ben conosciamo: mascherine, distanziamento e igiene delle mani.  E’veramente  indispensabile per arginare questa fase di massima espansione del virus. Al contempo occorre accelerare con la terza dose e per chi ancora non si è vaccinato, ricordiamo che per le prime dosi l’accesso è diretto e non occorre la prenotazione. Vi aspettiamo quindi nei nostri centri vaccinali che non effettuano pause festive. La giornata di Natale dal punto di vista vaccinale è stata un successo. Approfittiamo di questa pausa lavorativa per regalarci un nuovo anno, liberi dall’incubo vissuto in questo lungo periodo. Per scongiurare nuove chiusure ed effetti deleteri sull’ intero Paese (economici, sociali e sanitari) occorre equilibrio ; limitarsi oggi  nei comportamenti per superare questa ondata cosi critica in termini numerici di contagi”.

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