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Calcio e inclusione, in campo rifugiati e comunità locali: anche il Cesena tra gli otto club partecipanti

"La nostra adesione alla Integration League acquisisce un’ulteriore valenza dal momento che rappresenteremo una terra, la Romagna, universalmente riconosciuta come sinonimo di accoglienza” dice il co-presidente del Cesena Robert Lewis

Il calcio entra nel campo dell’inclusione con una proposta che unisce rifugiati e comunità locali attraverso lo sport. È il cuore di Integration League, il nuovo progetto promosso da Lega Pro con il supporto di UNHCR e Project School - cofinanziato dall’Unione Europea - al quale ha deciso di aderire anche il Cesena. Integration League è il torneo misto che coinvolge cittadini locali insieme a rifugiati, richiedenti asilo, titolari di protezione sussidiaria e temporanea, a cui parteciperanno, oltre a quello bianconero al torneo altri sette club: Ancona, Reggiana, Feralpisalò (nel girone del Cesena), Fidelis Andria, Virtus Francavilla, Monopoli e Potenza.

Il progetto prevede la formazione di otto squadre, composte da otto cittadini italiani e otto rifugiati, richiedenti asilo, titolari di protezione sussidiaria e temporanea, di sesso maschile residenti o domiciliati nelle città dei club di Lega Pro aderenti. Le squadre si alleneranno per cinque mesi nelle strutture messe a disposizione dei club per poi competere tra loro in un vero e proprio torneo di quindici partite, con la finale che si disputerà in un importante stadio italiano. Inoltre, mentre le squadre verranno formate e si alleneranno, saranno organizzate diverse attività collaterali con finalità formative e di sensibilizzazione che coinvolgeranno le istituzioni locali, i centri sportivi giovanili e le scuole.

“Mi congratulo con la Lega Pro e il Presidente Francesco Ghirelli per questa bella iniziativa, che si inquadra nel solco dell’attività che la FIGC svolge con ‘Progetto Rete’ già da diversi anni con i minori stranieri non accompagnati, che compiono un passo decisivo verso l’inclusione nel nostro Paese attraverso il calcio” ha affermato Gabriele Gravina, Presidente della Figc, aprendo la conferenza stampa di presentazione svoltasi questa mattina presso la sede della Figc. “La progettualità della Lega Pro, sviluppata con partner di assoluto prestigio e coinvolgendo persone maggiorenni, completa un percorso formativo e di integrazione in una perfetta azione di sistema, a testimonianza di quanto il mondo del calcio sia molto più sensibile di come viene rappresentato”. “Sono particolarmente orgoglioso di questo progetto perché fa emergere, ancora una volta, la straordinaria capacità dei club di Serie C di essere vicini ai territori e di dare risposte ai bisogni sociali” - ha dichiarato Francesco Ghirelli, Presidente della Lega Pro. “Oggi inauguriamo un nuovo modello di integrazione che utilizza il gioco del calcio come veicolo che contribuisce a dare un senso di normalità soprattutto a chi vive condizioni difficili. Mi auguro che attraverso questo progetto le comunità possano riscoprire un modo per valorizzare i rapporti tra cittadini e coloro che fuggono da situazioni di crisi, il calcio mette al centro le persone”.

 “Prima di tutto - ha dichiarato il co-presidente del Cesena FC, Robert Lewis - voglio complimentarmi con la Lega Pro e il presidente Francesco Ghirelli per aver lanciato questo progetto che dimostra come anche lo sport possa dare il proprio contributo ad una tematica, quella dell’inclusione sociale dei rifugiati, riproposta in tutta la sua attualità dalle drammatiche vicende in Ucraina. Ritengo che lo sport non debba mai venire meno alla sua mission di essere un portatore sano di valori quali l’accoglienza, la condivisione, e l’integrazione, che sono alla base di questo progetto e incarnano la cultura del Cesena FC come dimostrano le varie iniziative portate avanti dal club nel corso degli anni tra cui quella “Per un calcio integrato” che ha ricevuto un importante riconoscimento dall’Uefa. La nostra adesione alla Integration League acquisisce poi un’ulteriore valenza dal momento che rappresenteremo una terra, la Romagna, universalmente riconosciuta come sinonimo di accoglienza”.

“Quando pensiamo ai rifugiati, tendiamo a pensare ai loro bisogni in termini di sicurezza, cibo, alloggio, salute, e altro. Questo è ovviamente vero. Tuttavia, non possiamo trascurare altri aspetti che possono non essere strettamente "salvavita", ma che certamente "cambiano la vita”. A chiarirlo è Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l'Italia la Santa Sede e San Marino. «Poter praticare uno sport come il calcio insieme alla comunità locale, è senza dubbio uno di questi. Siamo felici di poter sostenere Lega Pro nella realizzazione di questo progetto che aiuterà i rifugiati a creare nuove amicizie, sentirsi sicuri e accolti”. “In Europa, negli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative che adottano il calcio come strumento per abbattere stereotipi di ogni tipo” - ha spiegato Antonio Dell’Atti, Co-founder Project School -. “Con Integration League, portiamo in Italia un progetto innovativo in cui lo sport più popolare del mondo diventa la chiave strategica per creare un contesto competitivo perfetto per mostrare a chi seguirà il torneo che il colore della maglia delle due squadre è l’unica vera differenza tra chi scenderà in campo”.

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