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Cesena, finita l'era Lewis: non è più l'amministratore delegato. Le ambiguità di un anno e mezzo al comando

Con una comunicazione interna ai dipendenti da parte di Michael Aiello, Lewis decade dal ruolo di Ceo. Un anno e mezzo al comando con una gestione piuttosto "padronale"

Manca ancora una comunicazione ufficiale ma è certo che è finita l'era di Robert Lewis al Cesena. Con una comunicazione interna ai dipendenti del club bianconero, attraverso una video-call, Michael Aiello ha decretato che Lewis non è più l'amministratore delegato della società, il Ceo per dirlo all'americana. Lo staff non è quindi più autorizzato a prendere direttive da Lewis che decade da un ruolo per cui aveva un contratto fino a dicembre 2023. Da capire le sorti della quota del 3% rimasta nelle mani dello stesso ex Ceo del Cesena, per la sua sostituzione nel cda si fa il nome dell'imprenditore italo-americano Anthony Scotto.

L'era Lewis a Cesena

Era il dicembre 2021 quando con un sorriso smagliante John Aiello e Robert Lewis mettevano le mani sul 60% del Cesena, il momento probabilmente di massimo idillio fra i due avvocati americani, anche perché evidentemente non si conoscevano così bene. A novembre 2022 è stata completata l'opera con l'acquisto del restante 40% della società bianconera dopo non poche 'frizioni' con i vecchi soci che lamentavano una a dir poco scarsa considerazione. C'è da dire che fin dal primo momento il volto più rassicurante del 'sogno' americano del Cesena è apparso proprio quello di John Aiello, le cui origini sono chiaramente italiane. I genitori sono originari di Ischia e Ventotene ed emigrarono negli Stati Uniti in cerca di fortuna. 

Forte però di un contratto biennale da amministratore delegato, Robert Lewis ha ben presto messo in mostra una gestione piuttosto "padronale" della società in cui non sono mancate di certo le ambiguità. Prima fra tutte quella legata alla presenza del figlio portiere Luca. Prima semplice aggregato 'a sua insaputa' alla squadra per allenarsi, poi la 'scalata' che lo porta a diventare addirittura portiere titolare, senza un degno curriculum. Ma anche operazioni di calciomercato che hanno appesantito non poco il monte ingaggi del Cavalluccio, o comunque quanto meno discutibili, si ricorda la meteora austriaca Frieser per fare un esempio. E ancora il contratto con lo sponsor tecnico Robe di Kappa 'stracciato' dopo solo un anno.

Il rapporto con gli Aiello (John e Michael) diventa sempre più teso, praticamente da separati in casa, a Lewis resta più che altro un potere di veto con in mano solo il 3% della società. La sconfitta nella semifinale playoff col Lecco è la classica goccia che fa traboccare il vaso. Ricordiamo gli eventi, il 16 giugno 'scendono in campo' anche gli ultras della Curva Mare con uno striscione molto eloquente appeso al Manuzzi: "Il Cesena non è un gioco, Lewis & co andatevene". Il 21 giugno la proprietà del club bianconero rompe un lungo silenzio parlando di "fase di transizione" all'interno del management della società che dovrà portare alla scelta di un direttore generale.

Il 18 luglio anche il sindaco Enzo Lattuca nella insolita location della Festa dell'Unità arriva a chiedere "chiarezza e ordine per il Cesena". Il 21 luglio Seba Rossi, nel frattempo uscito dallo staff bianconero, in una conferenza stampa afferma: "Nel club c'è qualcuno che non vuole il bene del Cesena", e non è così difficile intuire il destinatario della stoccata. Il 31 luglio parla Michael Aiello arrivato dagli Stati Uniti: "Robert Lewis sta facendo un passo indietro". Ora l'uscita di scena di fatto di Lewis, non resta che aspettare il nuovo direttore generale del Cavalluccio.

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