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Indagine di Confesercenti: il 74% delle imprese cesenati fiduciose nel Jobs Act

In occasione del convegno, un'indagine del Centro Studi della Confesercenti Cesenate ha sondato l’opinione del mondo delle imprese sulla riforma, intervistando un campione significativo di 50 aziende con personale dipendente

Giovedì prossimo, alle 15, nella sala convegni della Banca di Cesena, in Viale Bovio, 72, si terrà l’incontro organizzato dalle Confesercenti Cesenate e Forlivese “Jobs Act: cosa cambia per le imprese”. Coordinerà la giornata Giancarlo Corzani, direttore della Confesercenti Provinciale Forlivese. Sono previsti gli interventi di Franco Focareta e Andrea Lassandari, docenti di Diritto del Lavoro dell’Università di Bologna e di Graziano Gozi, direttore della Confesercenti Cesenate e responsabile per la Confesercenti nazionale dell’Area Lavoro e Bilateralità.

In occasione del convegno, un'indagine del Centro Studi della Confesercenti Cesenate ha sondato l’opinione del mondo delle imprese sulla riforma, intervistando un campione significativo di 50 aziende con personale dipendente. "Si tratta di un sondaggio sulla percezione del nuovo provvedimento legislativo, poiché le aziende non hanno ancora avuto la possibilità di comprendere fino in fondo i cambiamenti che porterà il Jobs Act - viene spiegato dall'associazione di categoria -. Le imprese sono state interpellate telefonicamente".

Alla domanda “Secondo te il Jobs Act porterà benefici al mondo del lavoro e all’economia?” ha risposto sì, il 74%; solo in parte, il 10%; no, l’8%; non so, l’8%. C’è quindi una forte attesa per un risvolto positivo della legge e gli imprenditori auspicano che la riforma del mercato del lavoro possa dare una spinta decisiva alla ripresa dei consumi. La seconda domanda del sondaggio poneva il quesito sulla possibilità del Jobs Act di portare più benefici alle imprese o più vantaggi ai lavoratori. Ebbene, per il 54% degli intervistati saranno maggiori i benefici per le imprese, mentre per il 46% prevarranno i vantaggi per i lavoratori. Su tale opinione ha inciso significativamente l’avvio del contratto a tutele crescenti, con sgravi contributivi per le imprese che assumono personale a tempo indeterminato.

Il 20 febbraio il Consiglio dei Ministri ha approvato alcuni decreti attuativi del Jobs Act. Diversi aspetti sono in attesa di una precisa definizione pertanto un giudizio conclusivo potremo darlo solo nelle prossime settimane. La Legge prevede l’attribuzione al Governo di importanti deleghe che hanno l’intento di incidere in maniera marcata sul mercato del lavoro, affrontando il tema dell’occupazione attraverso una revisione dell’intero sistema normativo che compone il diritto del lavoro. Il Jobs Act mira a ridurre la segmentazione del mercato del lavoro, incentivando i contratti a tempo indeterminato e realizzando una rete integrata di ammortizzatori sociali.

"Apprezziamo la principale finalità del decreto ovvero quella di sostenere le assunzioni stabili, incentivando e rendendo più conveniente il contratto a tempo indeterminato, sia attraverso l’alleggerimento delle sanzioni in caso di licenziamento illegittimo che riducendo il costo del lavoro attraverso sgravi contributivi previsti dalla Legge di Stabilità 2015 - evidenzia Confesercenti -. Un secondo decreto è relativo alla normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria. In merito al riordino complessivo del sistema degli ammortizzatori sociali, tuttavia, si registra, al momento, solo la revisione degli strumenti in caso di cessazione del rapporto di lavoro".

Prosegue l'associazione: "La legge delega sul Jobs Act, invece, impegna il Governo a ripensare l’attuale sistema di ammortizzatori sociali anche in costanza di lavoro, includendo esplicitamente tra le misure anche i Contratti di Solidarietà di tipo B (articolo 5, commi 5  e 8, della Legge n. 236/1993) che rappresentano uno strumento indispensabile di tutela del reddito dei lavoratori dipendenti in quanto consentono alle imprese, non rientranti nel campo di applicazione della cassa integrazione straordinaria, ed alle aziende artigiane, di preservare i livelli occupazionali senza ricorrere ai licenziamenti. Tuttavia, nonostante l’importanza dello strumento, va rilevato che le risorse per l’anno 2014 non sembrano sufficienti a coprire le domande presentate e per l’anno 2015 non è previsto alcun finanziamento. Come Confesercenti siamo fortemente impegnati nel chiedere il ripristino delle somme per mantenere in funzione questo importante ammortizzatore sociale".

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