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I piccoli negozi al dettaglio: "Tempi di pagamento impossibili"

Negozi di alimentari cesenati in affanno nella gestione della liquidità e dei flussi di cassa, nel rapporto coi fornitori e burocrazia dei contratti a causa del cosiddetto Decreto Liberalizzazioni che dal 24 ottobre scorso

Negozi di alimentari cesenati in affanno nella gestione della liquidità e dei flussi di cassa, nel rapporto coi fornitori e burocrazia dei contratti a causa del cosiddetto Decreto Liberalizzazioni che dal 24 ottobre scorso ha introdotto nuove regole per la vendita di prodotti agricoli ed agroalimentari, come l’obbligo della forma scritta per i contratti e l’obbligo di pagamento a 30 giorni per le merci deperibili. La denuncia viene da Confcommercio.

 

"I piccoli negozi alimentari - afferma il presidente Fida Confcommercio (dettaglianti alimentari) cesenate Giancarlo Andrini - sono gravemente penalizzati. I pagamenti anticipati mettono in crisi i piccoli dettaglianti. Con il Decreto lo Stato entra in maniera pesante nella contrattazione privata e non valgono più gli accordi, tanto meno quelli verbali, presi fra commercianti e fornitori, come avveniva finora. L’introduzione dell’obbligo di pagamento del corrispettivo entro termini inderogabili di 30 giorni per le merci deteriorabili e di 60 giorni per tutte le altre merci è un irrigidimento che sta producendo effetti negativi sull’equilibrio finanziario delle imprese di settore, già fortemente provate dalla mancanza di liquidità e dalla difficoltà. nella concessione del credito. In un momento di difficoltà economica e di acuta contrazione dei consumi l’entrata in vigore di questa norma mette ancora più in difficoltà i piccoli negozi. Il Governo deve aggiustare la norma, introducendo correttivi per ridurre l’impatto del provvedimento sulle imprese della filiera della distribuzione alimentare".

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