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Diga di Mosul, cantiere ad alto rischio: 700 lavoratori portano a termine la "mission impossible" in Iraq. Premiata Trevi

Una sfida vinta, una "mission impossible" portata a termine in un contesto a dir poco a rischio. Importante riconoscimento per Trevi, il colosso cesenate delle costruzioni

Una sfida vinta, una "mission impossible" portata a termine in un contesto a dir poco a rischio. Importante riconoscimento per Trevi, il colosso cesenate delle costruzioni impegnato in varie parti del mondo. Trevi spa, divisione specializzata nelle opere di fondazione e consolidamento del gruppo, è stata insignita del DFI 2022 Outstanding Project Award per il progetto di riabilitazione della diga di Mosul, in Iraq.

In considerazione della situazione critica che caratterizza la diga di Mosul, nell'ottobre 2015 il governo iracheno, supportato dall'Usace (US Army Corps of Engineers) ha indetto una gara d'appalto internazionale con procedura d'urgenza, per la manutenzione e la messa in sicurezza della diga. Trevi si è aggiudicata la gara e ha firmato il contratto all'inizio di marzo 2016, affrontando un compito molto complesso nella diga di Mosul in Iraq. Infatti, la persistente instabilità politica del Paese - aggravata negli anni precedenti dal conflitto con le milizie dell'Isis - aveva di fatto impedito un'adeguata manutenzione della diga e di conseguenza aggravato il rischio strutturale, rendendo necessari massicci e urgenti interventi di ripristino. Le particolari condizioni ambientali e politiche di quel periodo, l'urgenza delle misure tecniche di ripristino e le difficoltà tecniche dell'intervento, rendevano il progetto della diga di Mosul altamente difficile e rischioso per il personale Trevi. Il Ministero della Difesa italiano aveva infatti deciso di inviare un contingente di forze militari per garantire la sicurezza degli oltre 450 tecnici e del presidio della diga.

Il "Mosul Dam Project" è una collaborazione triennale tra il Ministero delle Risorse Idriche iracheno, l'Usace e Trevi spa iniziata nel 2016 con l'obiettivo di stabilizzare, riparare e mettere in sicurezza la diga e trasferire ai tecnici iracheni tutto il know-how necessario in futuro per gestire autonomamente le operazioni.

In oltre 3 anni di attività ininterrotta - spesso senza una reale distinzione tra giorno e notte - le persone di Trevi hanno contato circa 8.000.000 di ore di lavoro, hanno realizzato oltre 5.200 perforazioni per una lunghezza totale di 395.000 m (quasi la distanza tra Mosul e Baghdad) stuccato quasi 40.000 m3 di miscela di cemento nel sottosuolo che sostiene la diga. Il conflitto con l'Isis, i vincoli logistici e di sicurezza, nonché le difficili condizioni ambientali di alcune aree di lavoro, hanno reso questo progetto molto impegnativo fin dall'inizio. Nonostante tutti questi ostacoli i 700 lavoratori dislocati da Trevi, provenienti da una dozzina di Paesi diversi, hanno operato in modo professionale e sicuro 24 ore su 24, consentendo il raggiungimento di 5.000.000 di ore di lavoro senza infortuni.

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