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Da oltre trent'anni la loro macelleria-gastronomia è un punto fermo del centro: "Bisogna essere un po' dei supereroi"

Intervista allo staff di Orocarni, da 34 anni punto di riferimento del centro storico. "Se fossi rimasto solo macelleria avrei già chiuso da un pezzo. Bisogna reinventarsi sempre, siamo un po' dei supereroi..."

Sfornano polli allo spiedo profumatissimi, verdure cotte in tutti i modi, paste fredde, cotolette alla milanese da leccarsi i baffi. Per chi vuole sono a disposizione anche bottiglie di brodo da portarsi a casa, panetti di passatelli solo da cucinare, hamburger conditi in tutte le maniere e un'ottima pastiera napoletana. Ma non basta perché una o due volte al mese, Michele e Matteo preparano anche i panzerotti, caldi fumanti e buonissimi. Del resto non a caso il loro babbo, Francesco Massaro, era un pugliese doc. I panzerotti di "Orocarni", da 34 anni gastronomia macelleria di via Strinati, sono i migliori della zona. Anche Slow Food se n'è accorto e da anni li invita al Festival del cibo di strada che si tiene a Cesena.

Quando li preparano è una vera festa, tant'è che Michele, su richiesta dei clienti, ha aperto anche una chat per avvisarli. Tanti anni fa, quando cellulari e chat non esistevano, al posto di Orocarni c'era una rivendita di carne di Francesco Amadori. Il patron del pollo era molto legato a quel punto di rivendita e anche quando ormai era di proprietà della famiglia Massaro ogni tanto ci passava volentieri. Fu Francesco Massaro, il papà di Michele, Matteo e Marco, di origine pugliese e con tanta passione per il lavoro, che in quel negozio vide la possibilità di realizzare qualcosa di più di una macelleria. Ora, i suoi figli, a distanza di quasi 35 anni, possono raccontare con orgoglio la storia di quel negozio e degli altri negozi che suo padre, con una visione imprenditoriale, acquistò negli anni d'oro del commercio.

"Mio padre faceva il rappresentante nel settore della carne ma fin da giovane aveva il pallino dei negozi. Era uno che capiva in anticipo i cambiamenti del mercato e ha sempre cercato di cavalcare l'onda - spiega Michele, che attualmente gestisce insieme a Matteo e alla sua mamma Tina, Orocarni - Quando, nel 1990, il gruppo marchigiano a cui la famiglia Amadori aveva venduto i punti vendita in città, vendette a sua volta, mio padre li acquistò in blocco. Erano tre punti vendita: uno via Rosselli, uno in viale Abruzzi e uno in via Strinati. Quello di via Rosselli fu venduto subito. E iniziò a gestire gli altri due. Ma dopo un anno mio padre ne aprì un altro in via Savio e dopo due anni un altro a Castiglione di Ravenna. Mia madre gestiva quello di viale Abruzzi con un dipendente, mio fratello Marco era in via Strinati con 3 dipendenti, mio fratello Matteo a Castiglione con un dipendente e io in via Savio con due dipendenti. Erano veramente anni d'oro. Poi, piano piano, li abbiamo venduti tutti, tenendo solo questo di via Strinati. Mio fratello Marco è andato a vivere a Padova e a gestire Orocarni siamo rimasti io, Matteo, mia madre e tre dipendenti. Orocarni, quindi esiste da 34 anni, ma ci lavoriamo tutti insieme da 25 anni".

Indubbiamente c'è stata una contrazione del mercato a favore dei supermercati. Negli anni in cui Francesco Massaro faceva il macellaio, a Cesena i macellai erano circa 150. Ora si contano su due mani, ma forse non ci arrivano nemmeno. Forse anche per via di questa selezione il lavoro non manca.

"Siamo soddisfatti di come e quanto lavoriamo - continua Michele - anche se nel tempo e con i cambiamenti avvenuti nel centro storico abbiamo perso clientela. Con la chiusura di piazza della Libertà, per esempio, abbiamo visto un calo del 20% di clienti, calo che non abbiamo più compensato. Se fossi rimasto solo macelleria avrei già chiuso da un pezzo. Ogni giorno bisogna inventare qualcosa per stare al passo con le richieste dei clienti, intuire le tendenze e creare nuovi spazi dove operare. Stare fermi ad aspettare non porta a nulla. E' per quello che, oltre alla macelleria, siamo diventati gastronomia, minimarket e punto di riferimento del centro storico per piatti pronti e specialità. Quello che insegno a mio figlio è che se la vuoi spuntare, nella vita o nel lavoro, non devi mai perderti d'animo. Un imprenditore non se lo può permettere. Chi vuole lavorare da solo dev'essere sempre al top e lavorare tanto. Bisogna essere un po' supereroi: io mi alzo alle 5 e mezzo perché alle 7 arrivano già i primi clienti e devo avere già il bancone pieno. Non finisco quasi mai prima delle 20. E così, praticamente, per tutti i giorni della settimana. Solo così si fanno quadrare i conti e ci si mantiene a galla in questo difficile mercato del lavoro". 

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