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Imprese, Confesercenti: "Con questo trend costi non più sostenibili. A inizio 2022 c'era ripresa, poi è cambiato tutto"

"Dopo la pandemia sembrava che ci fosse una ripresa non solo dal punto di vista economico ma anche a livello emotivo, c'era voglia di ricominciare. Poi è arrivata la guerra, l'urgenza energetica e la crisi politica"

Per il 29% dei commercianti le condizioni della sua impresa sono peggiorate negli ultimi 12 mesi, il 51% dichiara che la situazione è rimasta invariata, mentre il 20% dichiara, addirittura, un miglioramento. A fotografare l'andamento dell'economia cesenate e il parere delle imprese del settore commercio, turismo e servizi, è un'indagine effettuata dalla Confesercenti su un campione di 200 imprese tra il 17 agosto e il 22 agosto 2022.

"Dopo la pandemia sembrava che ci fosse una ripresa non solo dal punto di vista economico ma anche a livello emotivo, c'era voglia di ricominciare - spiega Cesare Soldati, presidente di Confesercenti - Poi è arrivata la guerra, l'urgenza energetica e la crisi politica. In queste condizioni si fa fatica a pensare di fare impresa. Se i commercianti avevano iniziato il 2022 sperando in una ripresa ora, da metà estate, la situazione sta letteralmente cambiando".

A fare il punto sull'indagine è Angelo Spanò di Confesercenti che ha presentato gli aspetti più importanti soffermandosi su alcune tematiche fondamentali. "Il prezzo unico nazionale dell'energia da 60 euro di luglio è passato ai 441 di luglio, con punte di 800 euro in agosto - spiega Spanò - E purtroppo non è finita. La mancanza di ottimismo da parte delle imprese è dovuta anche al fatto che se il trend è questo i costi non saranno più sostenibili per nessuno. Esclusi i costi dell'energia - continua Spanò - per quanto riguarda le maggiori preoccupazioni degli imprenditori cesenati, il 10% è riservato alla pandemia (che ormai sembra messa alle spalle), il 52% invece sono preoccupati dalla guerra, il 36% dalla crisi politica e dalle elezioni anticipate, il 2% non risponde. Un dato positivo è che il 62% degli intervistati ha risposto che per affrontare le problematiche ha modificato abbastanza il modo di fare impresa, mentre a modificarlo molto è stato il 26%, testimonianza di uno spiccato dinamismo del mondo imprenditoriale locale. E alla risposta quali di queste azioni ritiene più idonee ad affrontare il presente e il futuro della sua impresa, il 46% ha risposto attivare nuovi prodotti, nuovi mercati e nuovi canali, mentre il 24% assorbire maggiore costi riducendo margini e il 10% cambiare l'organizzazione interna. A far paura, come detto, sono l'aumento dei costi delle materie prime, il costo dell'energia e l'inflazione, in questi anni praticamente sconosciuta e ora tornata prepotentemente alla ribalta".

"L'indagine, strumento sempre prezioso, purtroppo conferma l'impressione che tutti abbiamo - ha commentato il sindaco Enzo Lattuca - Dopo la pandemia c'era stata una ripresa di fiducia, c'era la voglia di proiettarsi verso la normalità e invece siamo ripiombati in una situazione difficile dove le difficoltà vengono da lontano, per un Comune è difficile intervenire, non ci sono soluzioni da adottare che risolvano il problema. Ci siamo trovati, purtroppo, in agosto con il gas a massimi storici con alle porte l'incubo dell'autunno e dell'inverno di quello che potrà essere. La scelta scellerata di far cadere il governo ha peggiorato di molto la situazione. E ora gli stessi che hanno azzoppato il governo chiedono interventi. E' ovvio che il margine di azione del nostro governo, in questo momento, è precluso e limitato. Nel nostro piccolo, come Comune, cerchiamo di proseguire con incentivi al commercio, potenziando la sosta, rendendo attrattivo il centro storico, accompagnando le imprese nel grande mercato online e diminuendo la burocrazia".

"Stiamo conoscendo l'aumento dei prezzi proprio in un momento in cui dovremmo andare a rinnovare i contratti del settore terziario - gli fa eco Graziano Gozi, direttore di Confesercenti - E' importante che in questo cambiamento di sistema il lavoro costi meno alle imprese altrimenti l'intero sistema non regge".

"Abbiamo delle imprese straordinarie - ha concluso Carlo Battistini, presidente della Camera di Commercio - Abbiamo perso il 9,% in un anno (l'anno del Covid), recuperato il 6% nel 2021, e quest'anno il 3% circa. In un anno mezzo abbiamo recuperato quasi tutto, significa che il nostro sistema di imprese italiane ha saputo velocissimamente ritornare in corsa con i livelli del 2019. Non per nulla l'Italia si è guadagnata la copertina dell'Economist e nel 2021 ha visto il record degli export. Siamo bravi, questo è quanto. Però se poi con un colpo di testa ci roviniamo la reputazione nel mondo, diventando fragili politicamente, non va bene. La buona reputazione e la solidità, che significano la credibilità di un Paese, sono più importanti dei debiti. E noi purtroppo ci stiamo facendo male da soli". 

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