Uccise la moglie a coltellate: confermati i trent'anni di reclusione
La Corte d'assise d'appello di Bologna ha confermato i trent'anni di reclusione infilitti in primo grado a Rachid Rahali, il marocchino che il 25 ottobre del 2015 ha ucciso la compagna Nadia Salami
Niente sconti. La Corte d’assise d’appello di Bologna ha confermato i trent'anni di reclusione infilitti in primo grado a Rachid Rahali, il marocchino che il 25 ottobre del 2015 ha ucciso la compagna Nadia Salami. L'imputato aveva scelto il rito abbreviato, che riduce automaticamente la pena di un terzo e l'ergastolo altrettanto automaticamente in una condanna a 30 anni. Quindi nell'udienza di giovedì è stato confermato il massimo della pena.
L'extracomunitario uccise la compagna con sette fendenti di coltello, nel corso di una tragica lite una domenica sera. Poco prima padre e figli giocavano allegramente, poi un crescendo veloce di una rapida lite in casa, che culminò appunto con la morte della donna. Rahali, tra le lacrime, si era assunto le sue responsabilità in tribunale, chiedendo scusa ai parenti della vittima. Gli avvocati Alessandro Monteleone e Emanuela Buccheri, che tutelano il marocchino, hanno annunciato il ricorso in Cassazione.
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