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Cronaca

Affare fatto per la Trevi: rimetterà in sesto la famigerata diga di Mosul

Matteo Renzi a dicembre aveva annunciato la disponibilità dell'Italia a inviare 450 militari italiani per difendere i lavori dell'impresa italiana

L'affare è concluso. Dopo le anticipazioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi, che davano la commessa molto vicino alla conclusione, è ufficiale che la Trevi, il colosso delle costruzioni e delle grandi opere di Cesena, si è aggiudicata l'appalto per il recupero della diga di Mosul, in Iraq. Lo ha reso noto il portavoce del governo iracheno, Saad al-Hadithi, spiegando che si tratta del contratto per il rinnovo e la manutenzione dell'opera, dal valore di 230 milioni di dollari.

Situata in un'area contesa tra Isis e forze governative irachene, la diga è finita più volte al centro del dibattito mondiale per il timore espresso da un alto responsabile militare americano che la struttura sul fiume Tigri costruita nel 1980 potesse crollare anche per mancanza di manutenzione.

Sin dal 2007 le autorità americane e irachene hanno lanciato allarmi sui pericoli di cedimenti della diga, che si trova a poche decine di chilometri dall'area controllata dall'Isis e che dall'anno scorso è in mano alle forze curdo-irachene. Matteo Renzi a dicembre aveva annunciato la disponibilità dell'Italia a inviare 450 militari italiani per difendere i lavori dell'impresa italiana sulla diga irachena. Contatti diplomatici tra i due Paesi sono in corso per concretizzare quest'ipotesi.

“La conferma ufficiale e diretta alla Società di quanto scritto nel comunicato -  dice Stefano Trevisani, amministratore delegato di Trevi - ci consentirebbe di passare alla fase di definizione del contratto e  successivamente alla firma. Difficile ipotizzare tempistiche, ma dovrebbe essere una questione di poche settimane. Come già sottolineato precedentemente il Gruppo TREVI era l’unica impresa qualificata in corsa
per l’aggiudicazione della prima fase dei lavori di manutenzione della diga ed il processo di negoziazione dei termini e delle condizioni della commessa con il governo iracheno era già entrato nelle sue fasi finali".

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