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Cronaca

Sequestra la moglie in auto per tutta la notte, rischia di schiantarsi: arrestato il marito violento

La vittima, una cittadina moldava, aveva dovuto ricorrere alle cure del locale pronto soccorso già nella giornata di mercoledì

Un'altra storia di maltrattamenti in famiglia, divenuti la normalità, troncata dagli agenti del Commissariato di Polizia di Cesena, guidati dal dirigente Nicola Vitale. A finire in arresto domenica mattina dopo una notte di ordinaria follia un cittadino bulgaro, che ha sequestrato la moglie per tutta la notte in auto, ma le violenze andavano avanti da tempo.

La vittima, una cittadina moldava, aveva dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso già nella giornata di mercoledì per la violenza fisica subita dal coniuge e a seguito della quale era stato emesso un referto medico sfociato nell'attivazione, da parte del Commissariato, del cosiddetto "Codice Rosso". 

Nella giornata di domenica dopo l'ennesima vessazione fisica e psicologica subita da parte della donna, la Polizia è intervenuta nell'abitazione dove la donna è stata trovata ancora in uno stato di soggezione psicologica tale da giustificare l'arresto in flagranza per maltrattamenti dell'uomo. 

In pratica una notte di ordinaria follia con il bulgaro che con l'inganno ha convinto la vittima a salire sull'autovettura. Per tutta la notte quindi ha costretto la donna a bordo del veicolo senza comunicarle alcuna meta, e privandola del telefono cellulare. Mossa che ha impedito alla vittima qualunque possibilità di chiedere aiuto.

La donna ha provato in due occasioni a scappare ed è stata raggiunta dal suo aguzzino. Durante la guida l'uomo più volte ha messo in atto manovre pericolose minacciando di schiantarsi contro un camion che proveniva in senso opposto. Moglie e marito hanno fatto ritorno a casa solo all'alba, ma una volta giunti a casa non è terminata la condotta vessatoria nei confronti della moglie la quale era ancora soggiogata in una condizione di totale privazione della libertà personale. In questa fase il marito ha obbligato la vittima anche a comunicare al proprio datore di lavoro la volontà di non presentarsi al lavoro. Ma proprio la momentanea disponibilità del telefono ha consentito alla donna di inviare un messaggio di richiesta di aiuto al proprio datore di lavoro già a conoscenze di precedenti fatti analoghi. Proprio quest'ultimo, capita la situazione di pericolo in cui versava la donna, ha attivato tramite il numero di emergenza l'intervento della Polizia. 

All'arrivo della volante la scena di apparente normalità nascondeva invece il tragico risvolto tanto che la donna avvicinandosi agli agenti, preoccupandosi di non farsi vedere e sentire dal marito, ha sussurrato una timida parola di aiuto che faceva intuire la reale dimensione dei fatti. 

La sinergia degli interventi degli Uffici Anticrimine e Controllo del Territorio del Commissariato e la completezza e precisione degli atti redatti supportavano il Giudice del Tribunale di Forlì nella convalida dell'arresto e nell'adozione, nei confronti dell'arrestato, della misura cautelare dell'obbligo del divieto di fare rientro alla casa famigliare, di non avvicinarsi alla residenza e luogo di lavoro della vittima e di mantenere la distanza di almeno 500 metri e divieto di comunicare con la stessa. 

Misura cautelare emessa al fine di tutelare l'incolumità della persona offesa considerata l'allarmante escalation della condotta criminosa e degli ultimi episodi in cui la violenza aveva raggiunto il suo apice. 

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