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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Ricostruire dopo l'alluvione, l'Ordine degli Ingegneri si mette a disposizione dei Comuni

Dall’adeguamento di ponti e strade, alla messa in sicurezza di case e scuole. L'Ordine è pronto a mappare i danni e individuare i rimedi

"La recente esondazione dei corsi d’acqua della Romagna (quelli della provincia di Forlì- Cesena in particolare) e le conseguenti situazioni di ingenti danni, morali ed economici, devono indurci a riflettere su alcuni aspetti fondamentali, per comprenderne cause ed individuare i possibili rimedi". Così si esprime l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Forlì-Cesena che intende proporsi come parte attiva, dal punto di vista tecnico-scientifico, nel determinare le cause, individuare i rimedi, e, nell’immediato, tramite i canali ufficiali della Protezione Civile, nella mappatura dei danni subiti dalla popolazione, in vista di un loro auspicabile repentino risarcimento.

"Fenomeni alluvionali o allagamenti di limitate porzioni di territorio si sono verificati numerose volte negli ultimi trent’anni nel territorio romagnolo. Questa volta - afferma l'Ordine - abbiamo dovuto affrontare un evento calamitoso straordinario che ha interessato tutti i fiumi romagnoli, il reticolo dei canali di bonifica, la costa e la montagna. La straordinarietà dell’evento è dovuta all’enorme quantità di pioggia (270 mm in 29 ore) caduta su un’area molto vasta e già satura a seguito delle intense precipitazioni occorse nei giorni precedenti. Indubbiamente, le modificate condizioni climatiche sono la prima causa in quanto assistiamo sempre più spesso ad eventi meteorici estremi, ma non dobbiamo dimenticare che, alla luce di quanto è accaduto, sono individuabili altre cause che dovranno essere studiate per impedire che in futuro si ripetano disastri di tipo idraulico e idrogeologico di questa gravità".

"La messa in sicurezza di un territorio con ampie aree potenzialmente allagabili e densamente antropizzato deve prendere in considerazione alcuni elementi fondamentali - spiega l’Ordine degli Ingegneri provinciale - 1) la riparazione e il miglioramento delle strutture arginali; 2) la realizzazione di scolmatori di piena; 3) il potenziamento degli impianti idrovori per garantire un rapido prosciugamento dei centri abitati allagati; 4) la realizzazione di casse di laminazione/espansione per tutti quei corsi d’acqua che non hanno le condizioni per poter aumentare la propria sezione idraulica. L’Ordine degli Ingegneri è a disposizione delle Istituzioni (Comuni, Provincia e Regione), con il lavoro delle sue Commissioni Specialistiche, che possono contribuire non poco alle fasi di ricostruzione e di progettazione delle opere necessarie, allo scopo di limitare gli effetti di eventi estremi futuri sulla popolazione".

IN particolare l’Ordine degli Ingegneri si riferisce "all’adeguamento di ponti, strade, corsi d’acqua, sicurezza dei versanti (frane), case, scuole, edifici pubblici e di interesse strategico per la Protezione Civile e delle infrastrutture in generale. È lavoro degli ingegneri, infatti, la progettazione, la direzione lavori ed il collaudo delle opere di cui sopra, riattate o progettate ex-novo. Al fine di tutelare i cittadini da questi eventi, l’Ordine sta provvedendo a sensibilizzare i propri iscritti nell’adottare tutte le possibili strategie per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. L’Ordine degli Ingegneri è, fin dal primo giorno dell’emergenza, a disposizione della Protezione Civile, attraverso la Struttura Tecnica Nazionale (STN), a cui gli Ingegneri italiani, inclusi molti iscritti del nostro territorio, partecipano. L’Ordine degli Ingegneri supporta in caso di necessità i propri iscritti danneggiati dagli effetti dell'alluvione, mettendo a disposizione i propri locali attrezzati".

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