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Cronaca

Il gigolo "Francy il dolce" si racconta: "E' il sogno di molti uomini, ma le donne che pagano sono poche"

Per lui è un mestiere come gli altri e si trova spesso a passare in Romagna per incontrare le sue clienti. Non ha ufficio, lavora esclusivamente a domicilio e non ha orari, notte compresa

Al di là della prestazione sessuale per la quale viene pagato, qual è secondo lei l'esigenza più intima di chi si rivolge ad un gigolo?
“Le donne vogliono fare l’amore, vogliono qualcuno che le faccia sentire desiderate e apprezzate. Molte mie clienti sono sposate o fidanzate e hanno un partner che le trascura, poi ci sono quelle che ormai si sono arrese sugli uomini e dato che non si sentono fortunate in amore preferiscono pagare piuttosto che farsi prendere in giro. Le prestazioni sessuali non sono così importanti quanto molti possono credere, per chi svolge la mia attività conta di più creare passione e coinvolgimento anche perché in questo modo si fidelizzano le clienti”.

Nella prostituzione maschile che fetta riveste la clientela omosessuale?
“Io sono un gigolo etero e quindi non ho una mole di lavoro che avrebbe un gigolo gay, ho una media di 2 o 3 contatti a settimana ma molti non vanno a buon fine, soprattutto per una questione economica. Le donne che pagano gli uomini sono poche, quindi questo mi porta a spostarmi in tutta Italia rispetto ad un escort gay che può lavorare tranquillamente a livello locale. Ricevo spesso contatti da uomini che rifiuto perché provengo da una famiglia del Sud molto tradizionalista. Ognuno può fare quello che vuole ma non mi piace che qualcuno dica che sono antico o addirittura ignorante, la società attuale tramite la tv ci sta facendo il lavaggio del cervello per far passare anormali i tradizionalisti”. 

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