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Pantani, la Camorra dietro l'esclusione dal Giro? Ora indaga l'Antimafia

La procura antimafia di Bologna ha acquisito gli atti da Forlì relativi alla sospetta mano della Camorra nella esclusione di Marco Pantani dal Giro d'Italia per un valore del sangue fuori regola

La procura antimafia di Bologna ha acquisito gli atti da Forlì relativi alla sospetta mano della Camorra nella esclusione di Marco Pantani dal Giro d'Italia del 1999 per un valore del sangue fuori regola, l'ematocrito che nella tappa di Madonna di Campiglio risultò 52, e quindi oltre il limite massimo consentito di 50. Tra la Dda, la direzione distrettuale antimafia di Bologna, e gli inquirenti della Procura di Forlì già ci sarebbero stati dei contatti, ma ora Bologna potrebbe avocare a sé l'intero fascicolo, dovendo perseguire un reato che tocca anche la criminalità organizzata.

La Gazzetta dello Sport, nel riportare la notizia, indica il pm Enrico Cieri quale titolare dell'indagine presso la Dda. Un'ultima svolta nell'indagine era avvenuta con un'intercettazione, che sembra confermare che dietro quell'esclusione – è sempre stata un'ipotesi circolata fin dalle prime ore dell'episodio – ci sarebbe stato un giro di scommesse clandestine organizzate dalla Camorra su Pantani perdente al Giro d'Italia.

Secondo quanto riporta la Gazzetta, poche parole dette recentemente al telefono da parte di un campano - messo sotto controllo dagli inquirenti per altri rilievi penali - riaprirebbero i giochi, dal momento che l'inchiesta si fatto si era arenata sullo scoglio più grosso: il rifiuto di Renato Vallanzasca di fare il nome di chi gli aveva fatto la soffiata in carcere e lo aveva consigliato di scommettere contro il Pirata.

Renato Vallanzasca, il capo della storica mala milanese, quello che è nella sostanza il superteste di questo fascicolo, si era limitato ad indicare agli inquirenti una possibile rosa di nomi lo scorso anno. Oltre dieci anni prima, invece, scelse la linea del silenzio, nonostante avesse scritto di suo pugno una lettera alla madre di Pantani, Tonina, per avvisarla dei loschi traffici di cui era vittima il figlio. Allora di fronte al Pm di Trento Bruno Giardina non diede alcun dettaglio aggiuntivo sui fatti misteriosi che portarono all'esclusione di Pantani dal Giro d'Italia con il sospetto di doping al termine della tappa di Madonna di Campiglio. Invece il bel Renè, nel settembre dello scorso avrebbe risposto ai carabinieri che lo hanno sentito nel carcere di Opera-Milano, su indicazione del procuratore capo di Forlì Sergio Sottani, ma solo per confermare o meno una rosa di nomi già preparata dai carabinieri.

Queste persone sono state poi tutte sentite, ma ovviamente tutti hanno negato la circostanza. Uno di quei nomi si sarebbe però “tradito”: parlando al telefono, intercettato, avrebbe confermato ad un interlocutore la sporca vicenda di scommesse su Pantani, prendendosela con Vallanzasca, che avrebbe "spifferato" il suo nome dentro quella rosa.

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