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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

"L’Italia non è un Paese per anziani, neppure sulla strada"

Il 15% di tutte le vittime della strada in Italia sono pedoni. E' quanto si evince dai dati riportati dall'Asaps. Di questi ben il 62,5% ha superato i 65 anni

Il 15% di tutte le vittime della strada in Italia sono pedoni. E' quanto si evince dai dati riportati dall'Asaps. Di questi ben il 62,5% ha superato i 65 anni, infatti su 589 pedoni che hanno perso la vita nel 2011 ben 368 sono gli over 65 (Dati Istat 2011). Ma che rapporto esiste per questa categoria dei più deboli fra gli utenti deboli della strada in rapporto alla popolazione italiana? "Qui viene fuori un risultato veramente sorprendente e allarmante - sottolinea Giordano Biserni, presidente di Asaps -. Quasi 30 pedoni over 65 perdono la vita, ogni milione di abitanti della stessa fascia d’età che sono poco più di 12 milioni".

"Di fronte alla precisa indicazione di 29,7 pedoni over 65 morti ogni milione di abitanti della stessa fascia, si contano 221 pedoni morti per la rimanente popolazione, cioè a dire 4,7 pedoni morti ogni milione di abitanti under 65 fra i rimanenti 47 milioni - continua Biserni -. Ecco una ulteriore definizione dei rapporti pedoni deceduti e  classi di età. Da 0 a 9 anni il rapporto è di 1,08 bambini morti ogni milione di abitanti della stessa età, si sale a 2,82 nella fascia da 10 a 19 anni, 3,47 da 20 a 29 anni, 3,35 da 30 a 39 anni, 3,86 da 40 a 49 anni, 6,73 da 50 a 59 anni e si schizza subito a 12,83 morti ogni milione di abitanti nella fascia d’età da 60 a 64 anni, per arrivare, come abbiamo visto,  alla cifra di quasi 30 morti ogni milione di abitanti over 65. No, l’Italia non è un Paese per vecchi", è la riflessione del presidente di Asaps.

"Per la fascia da 80 a 89 anni con 167 pedoni morti, su 3 milioni e 117 mila abitanti, si tocca il record di 53,56 lenzuoli bianchi stesi ogni milione di abitanti nella stessa fascia d’età - chiosa Biserni -. Tuttavia anche in altri paesi non va meglio. Per esempio in Svizzera, abituata ad essere la prima della classe, secondo un recente rapporto UPI si contano come da noi 30 pedoni morti ogni milione di abitanti. Sempre secondo lo stesso studio dell’UPI la situazione si presenta ancora più drammatica in Austria, Portogallo e Spagna, dove le vittime mortali sono tra le 35 e 45. L'Olanda e soprattutto la Svezia vantano invece una posizione esemplare: lì i pedoni uccisi su ogni milione di anziani sono meno della metà".

Quali sono i provvedimenti da adottare? Illustra il presidente di Asaps: "Secondo gli svizzeri in primo luogo quelli inerenti la tecnica del traffico, che offre tutta una serie di possibilità per migliorare la sicurezza dei passaggi pedonali, tra cui la costruzione di isole spartitraffico centrali. Mentre la ricerca internazionale dell'incidentalità consiglia anche di segnalare in modo più evidente la fine del diritto di precedenza per gli automobilisti, ad esempio con dei triangolini. Secondariamente, sfruttare le opportunità che a breve offriranno i sistemi di assistenza alla guida per ridurre il numero e la gravità degli incidenti con pedone. Infine, introdurre misure che attraverso un allenamento o una terapia specifici compensino la diminuzione del rendimento fisico e mentale degli anziani".

A queste misure, secondo l’Asaps, "noi dovremmo aggiungere una segnaletica stradale orizzontale (spesso invisibile per i visivamente normodotati), verticale e luminosa adeguata alle situazioni di più spiccato rischio, serve poi una campagna informativa attivata insieme alle associazioni degli anziani (AUSER e altre) e poi serve un ingrediente sconosciuto nel nostro Paese, il rispetto per il pedone, specie se anziano. Infatti spesso noi automobilisti dimentichiamo che “nasciamo tutti pedoni e - se ci va bene – torniamo ad essere tutti pedoni”.

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