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Cronaca

Dopo la 'gincana' calvario per la sala scommesse multata 3 volte: "Ho chiuso ma la legge non ferma la ludopatia"

La storica agenzia di via del Mare, a pochi passi dallo stadio Manuzzi, non esiste più. Era aperta dagli anni '80

A settembre 2019 la sua 'gincana' per entrare nella sala scommesse incuriosì (arrivò anche Striscia la Notizia) ed ebbe un certo clamore in città. Oggi, a gennaio 2021, il titolare Daniele Ferrini, decano del settore, ha riconsegnato la licenza. La storica agenzia di via del Mare, a pochi passi dallo stadio Manuzzi, non esiste più. Era aperta dagli anni '80, vicina allo stadio, ma purtroppo anche vicina alla chiesa di San Pietro apostolo, distante meno dei 500 metri richiesti dalla legge regionale anti-ludopatia. Proprio questo aveva portato Ferrini ad ingegnarsi e a creare una sorta di gincana che guidava gli scommettitori nella sala allungando il percorso, arrivando così ai famosi 500 metri, distanza di sicurezza dai luoghi sensibili, secondo la normativa.

Poi cosa è successo? Lo ripercorre lo stesso Ferrini piuttosto amareggiato. "Ho ricevuto tre multe da 3mila euro. La mia iniziativa non è stata accettata, ma non era una 'furbata', era un modo con cui volevo far capire l'assurdità di questa legge. E' ridicolo pensare che una persona non scommette se la porto a 500 metri da una sala come la mia. Sono stato nell'occhio del ciclone in città, ho ricevuto critiche molto dure da esponenti politici,  ho subito le multe ma non accuso il Comune, che ha solo applicato una legge regionale. Le perplessità su questa normativa sono confermate dal fatto che molte regioni hanno tergiversato sulla sua applicazione".

L'accusa per nulla velata è contro una legge che, secondo gli operarori, non risolve il problema della ludopatia, ma ha finito per mandare in crisi il settore, poi affossato anche dal lockdown. "Ma il Covid c'è per tutti, posso dire che a Cesena la legge contro la ludopatia ha portato alla chiusura di diverse agenzie. C'è una sorta di accanimento sul settore del gioco regolare". E Ferrini non pare l'unico a pensarlo, un comparto quello delle scommesse e del gioco che sicuramente sta pagando uno dei prezzi più alti della pandemia. Quasi dimenticato dai ristori, da marzo in poi ha potuto aprire al pubblico solo due mesi. Prima la chiusura per il lockdown di marzo, poi lo stop ancora in corso, partito ad ottobre.

La chiusura della storica sala di via del Mare "ha fatto perdere il lavoro a 5 persone", sottolinea amaro Ferrini. Ed ora? "Mi resta la sala di Cesenatico ma c'è una situazione di grande incertezza. Ho dovuto subire in modo passivo, mi hanno costretto a chiudere senza avere un minimo contraddittorio".

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