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Cronaca

Mafia in Romagna, "E' come i pidocchi, cresce dove c'è lo sporco"

Piergiorgio Morosini, un magistrato che tuttora combatte contro la mafia là dove è più radicata ha incontrato i ragazzi delle superiore

L'occasione dell'incontro con il magistrato è il ciclo finale di un percorso che ha visto i ragazzi impegnati sul fronte della “Legalità e della responsabilità individuale”. Sono stati molto interessati e presi da un argomento sempre di scottante attualità. A confermarlo le insegnati coordinatrici del progetto.

"Hanno scoperto degli aspetti della storia d'Italia che permette agli studenti di fare dei collegamenti con vicende attuali - ha detto una insegnante - quando notano che spesso malavita e Stato si sono intrecciati restano indignati".

Tante le domande che le centinaia di alunni hanno fatto al magistrato, alcune erano delle curiosità, mentre altre erano volte a capire come evitare che il fenomeno mafioso attecchisca irrimediabilmente nel nostro territorio. Dal canto suo Morosini ha siegato come funziona l'organizzazione criminale e alcune curiosità. Ad esempio, il pizzo in molti casi non è sottoforma di denaro ma di posti di lavoro. Poi ha affrontato il cuore della questione.

«Quando si parla di infiltrazioni mafiose sembra che qualcosa di non buono contamini un ambiente pulito, ma non è assolutamente così. C'è una richiesta di mafia che proviene da chi, ad esempio, ha bisogno di liquidità come le imprese in crisi. Oppure c'è il bisogno di ottenere determinati servizi a prezzi di gran lunga più bassi rispetto il mercato legale». Ha fatto un chiaro riferimento allo smaltimento di rifiuti tossici come quelli chimici. Gestito dalle mafie costa cinque volte meno, ma ha un impatto devastante sulla natura.

I settori più in pericolo in Romagna? «L'edilizia, le società sportive e il settore del divertimento. Lo dicono i dati ufficiali, gli stessi che assicurano che a Forlì, Ravenna e Rimini sono stati confiscati beni per milioni di euro». La domanda corale dei ragazzi è spontanea: Cosa possiamo fare? Pronta la risposta: «Ci vuole il noi. Associazioni e istituzioni che costituiscano degli osservatori. La battaglia si vince se la combattiamo insieme perchè la mafia è come i pidocchi... cresce dove c'è lo sporco».

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