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Cronaca Sogliano al Rubicone

Un arsenale da guerra nascosto nel bosco: "Forse usato per assalti ai portavalori"

Camminando tra i rovi e le spine, in una zona impervia del bosco, un cacciatore ha notato un contenitore metallico sospetto, simile ad un residuato bellico

Un bosco scosceso. Privo di sentieri, raggiungibile a piedi lottando con le insidie che nasconde la natura. Questa la location scelta da un commando per occultare armi da guerra clandestine. A sequestrarle sono stati i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del comando provinciale di Forlì-Cesena. Kalashnikov, pistole, mine anticarro da lancio e numerose munizioni, occultate all'interno di un tubo d'acciaio saldato, opportunamente nascosto sottoterra.

Siamo a Ginestreto, località del comune di Sogliano al Rubicone. Tutto è partito da una normale battuta di caccia, svolta nella giornata di lunedì. Camminando tra i rovi e gli spini, in una zona impervia del bosco, un cacciatore ha notato un contenitore metallico sospetto, simile ad un residuato bellico. A quel punto ha chiesto l'intervento dei Carabinieri. Su indicazioni dell'uomo sono arrivati i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo.

Quel contenitore non era una bomba della Seconda Guerra Mondiale, ma un tubo d'acciaio, alto poco più di un metro e con un diametro di una trentina di centimetri, completamente interrato in posizione orizzontale, recante sulla parte sporgente un maniglione ancorato ad una botola di accesso coperta da alcuni sacchetti di plastica neri. Evidentemente le abbondanti precipitazioni dell'ultimo periodo hanno reso vulnerabile il nascondiglio, costruito a regola d'arte.

Un arsenale nel bosco (foto Frasca)

All'interno del tubo vi erano stracci, ma anche un contenitore in plastica con guanti in lattice, evidentemente da esser indossati per evitare di lasciare impronte digitali. Ma ha dell'incredibile quello che da li a poco i militari avrebbero rinvenuto: armi da guerra clandestine, provenienti dall'est Europa (ex Jugoslavia ed Albania). Tra queste fucili d'assalto, kalashnikov, pistole revolver e semiautomatiche, ma anche 357 munizioni di vario tipo, una bomba da fucile e due mine anticarro.

Nel recipiente anche un tromboncino per prolungamento canna per un kalashnikov AK47, decine di caricatori, due cinghie per arma lunga, un sacchetto con detonatori, micce ed inneschi ed un kit per la pulizia dell'arsenale. Tutte le armi sono risultate perfettamente funzionanti ed efficienti. Il tutto sarà inviato al Ris di Parma per verificare se i bossoli esplosi repertati possano esser stati utilizzati in assalti. Gli inquirenti non escludono che le armi siano state utilizzati per rapine ai portavalori.

Un'ipotesi avvalorata anche dal ritrovamento di ben 55 fascette in plastica. Le mine anticarro sarebbero servite per neutralizzare i blindati. Tali, insieme alla bomba da fucile, le micce e gli inneschi, per effetto del loro potenziale particolarmente distruttivo, sono state fatte brillare dal personale della Sezione Artificieri Antisabotaggio del Reparto Operativo di Bologna, intervenuto sul posto.

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