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Cronaca

Alluvione, ok alla commissione speciale. Il sindaco: "Ci darà gli obiettivi per il Governo". L'opposizione: "Capire cosa non è andato"

Su richiesta delle minoranze del consiglio comunale è stata istituita la "Commissione temporanea speciale sull'evento alluvionale del 16 maggio", una commissione, con immediata esecutività

Da una parte il sindaco e la maggioranza che ritengono l'alluvione un evento eccezionale, impensabile ma da ora in poi ripetibile. Quindi che sia stato fatto tutto quello che si poteva fare. Dall'altra una parte delle minoranze che ritengono sia troppo facile dare la colpa al cambiamento climatico per nascondere alcuni sbagli e un sistema di allerta non proprio perfetto. Queste sono le due posizioni che dal momento dell'alluvione si stanno scontrando ma che, per fortuna, stanno cercando di ricomporre attorno all'istituzione della nuova "Commissione speciale sull'alluvione" e, soprattutto, sulla necessità di far fronte comune davanti al governo per ricevere quegli aiuti che ancora non sono stati previsti.

Proprio su richiesta delle minoranze del consiglio comunale è stata istituita la "Commissione temporanea speciale sull'evento alluvionale del 16 maggio", una commissione, con immediata esecutività, e con l'obiettivo di fare chiarezza sull'evento, sulle modalità con cui si è operato e si opererà. Essendo una Commissione di garanzia, le minoranze avevano chiesto di vedersi assegnato il ruolo di presidenza, richiesta che, però, non è andata in porto. Il consiglio comunale, infatti, con voto segreto ha espresso le sue preferenze: il presidente della Commissione sarà Armando Strinati di Cesena 2024 e vicepresidente Claudio Capponcini del Movimento 5 Stelle. Ad aprire il consiglio comunale di giovedì è stato il sindaco Enzo Lattuca che ha ripercorso le tappe più importanti dell'ultimo mese, alla luce proprio della richiesta delle minoranze di veder istituita una commissione sull'alluvione.

Il sindaco

"Abbiamo vissuto un mese di maggio davvero terribile, l'evento che ci ha travolti è un evento eccezionale, senza precedenti - ha spiegato Lattuca - Dal momento in cui si è verificato, però, è diventato un evento ripetibile. Eccezionale sia per intensità delle precipitazioni che si sono abbattute in tutta la Romagna, soprattutto sulla media collina, che per la vastità colpita dall'evento. Nel giro di poche ore sono esondati 24 corsi d'acqua principali. L'altro effetto di questa eccezionalità del fenomeno è l'entità dei danni, sia pubblici che privati. Alcuni diversi miliardi di euro. Si parla di 70 mila abitazioni coinvolte, decine di migliaia di imprese in difficoltà a proseguire la normale attività. E le frane: si contano 485 frane in provincia di Forlì-Cesena. Cesena è stata la prima città a vedere l'esondazione del fiume. Erano da poco passate le 15. Le precipitazioni erano iniziate all'una di notte della stessa giornata. E la piena del fiume è arrivata a 12 ore delle precipitazioni. Solitamente la piena arriva dopo due giorni di precipitazioni, qui sono bastate 12 ore. Io credo che chi si approccia a essere decisore pubblico non possa di fronte a questa evidenza voltare la faccia dal lato di chi nega che esista il tema del cambiamento climatico - ha affermato Lattuca - C'è chi non crede a questa cosa. Noi stiamo dalla parte di chi pensa che possa esserci questa evenienza. Il nostro territorio non è adeguato per contenere fenomeni così, inediti fino a ieri, ma ripetibili già domani".

Il sindaco ha anche ricordato come, prima di allora, non fosse mai stata firmata un'ordinanza di chiusura delle scuole per le previsioni meteorologiche. "In quella giornata - ha continuato il sindaco  - abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità attraverso i canali disponibili. Se leggete i giornali ve ne accorgete. Abbiamo dato comunicazione mezzo stampa, attraverso i social media. Avevamo chiesto di spostare i veicoli dagli argini, di non sostare nei piani terreni. Il nostro è un sistema di allerta rodato ma sicuramente va implementato. Dobbiamo inventarci cose nuove. Dobbiamo innalzare la consapevolezza dei cittadini, avere maggiore capillarità  nel dare le informazioni. Per quanto riguarda la diga di Quarto e quella di Ridracoli sono state interessate da un rilascio controllato. E' un segnale di qualcosa che c'è ma che non è sufficiente. Nel futuro bisogna programmare una serie di investimenti pubblici di medio, lungo termine per innalzare la sicurezza dei territori. E questo è il nostro impegno al quale vogliamo dare risposte concrete, ma noi oggi abbiamo un problema e riguarda le famiglie con le case danneggiate, le imprese che hanno avuto danni, le decine di migliaia di famiglie con metà della casa persa. Noi dobbiamo aiutarle. Mi dedicherò prevalentemente a questo, chiedendo agli assessori di occuparsi di tutto il resto per mandare avanti il Comune. Io mi occuperò personalmente delle famiglie. Come delle colline, se non interveniamo subito assisteremo a uno spopolamento. Questi sono i nostri assilli".

"Il commissario? - si chiede il sindaco - Bene, nei prossimi giorni verrà nominato e, come abbiamo sempre detto, pensiamo sia uno strumento indispensabile per ripartire. A differenza di quello che ci aveva detto il  governo che non era importante. E' una persona autorevole, servitore dello Stato. Collaborerà con i presidenti delle Regioni. Lunedì 3 luglio lo incontrerò a Bologna. Credo e spero sia dotato di poteri speciali, sia burocratici, infrastrutturali e di risorse. Senza risorse non c'è tempestività di intervento. Le risorse che potevano essere messe in campo dalle amministrazioni comunali sono già esaurite. Anzi, siamo già allo scoperto. Abbiamo speso più di quello che avevamo. Siamo sotto di mezzo miliardo di euro per i primi interventi urgenti che ogni funzionario pubblico è tenuto ad adottare. Ora le risorse sono finite. Chiediamo quindi che il commissario ci metta in condizione di liquidare chi ha già lavorato, di dare gli indennizzi alle famiglie e alle imprese, e di mettere in condizione Comuni e Province di poter rimettere in sesto dapprima con dei cerotti e poi con una progettazione più seria tutto il territorio. Noi dobbiamo arrivare nell'arco di tre mesi quantomeno ripristinato quanto era prima il livello di sicurezza geologica del nostro territorio. Siamo un territorio fragile, debilitato, siamo come un paziente da stabilizzare. E per fare questo servono le prime risorse. Non possiamo interrompere la spirale degli indennizzi e degli interventi pubblici. Credo che da questo punto di vista la commissione speciale che il consiglio si appresta a costituire possa fornire gli obiettivi da seguire e da non perdere mai di vista, anche se cambierà il governo".

Il dibattito

Dopo il discorso del sindaco ha preso la parola Antonella Celletti della Lega. "Io non sono negazionista, sono scettica. Noi sappiamo da alcuni esperti del settore molto riconosciuti che non ci sono correlazioni tra eventi e cambiamento climatico. E' colpa del cambiamento anche la mancata pulizia dei fossi? Non è che forse sono state prese delle decisioni non adeguate, iniziative non corrette. Più che dare responsabilità ai cambiamenti climatici ci si dovrebbe interrogare sulle responsabilità di ogni amministratore. E così anche sui fiumi. Forse lei ha fatto tutto quello che poteva fare perché sono 4 anni che amministra. Ma chi ha amministrato prima di lei magari no. Che Cesena è un territorio alluvionale si sapeva da centinaia di anni. Diventa un territorio ancora più fragile se gli sfiatatoi delle fogne non vengono puliti, se non si disostruiscono subito i ponti da alberi e sterpaglie. Tutte le alluvioni vengono in maggio o in ottobre. Era così inaspettata? Non lo so. Poi l'entità certamente è stata grossa. Ma vogliamo parlare dell'allerta? Perché non è diventato un allarme così cogente. Io penso alla caserma del Caps, se avesse avuto un allarme così potente probabilmente avrebbe fatto portare via le auto. Ma non solo il Caps, perfino la Croce Rossa che fa parte della Protezione Civile non le ha portate via. Ci sono state intere strada che non avevano idea di quello che sarebbe successo. A questo punto lei dice miglioriamo il sistema di allerta. Sì, le dico che fa bene a dirlo. Dev'essere assolutamente migliorato, perchè è veramente carente".

"Raccontiamoci anche le cose che hanno funzionato - le fa eco Francesco Rossi del Pd -. Con questa commissione andremo a vedere tutto, quello che è andato male e quello che è andato bene. Quello che però ci chiediamo cosa può fare un commissario senza portafoglio? Nulla. Proprio voi minoranza che, forse, avete più contatti con il governo, dateci una mano a spingere per ottenere queste risorse. E oggi purtroppo queste certezze non ci sono. Nell'immediato dateci una mano laddove avete forse più voce in capitolo di noi. Fatelo per i cittadini, per quella parte di popolazione che sta covando una rabbia strisciante. Non vogliamo che si trasformi in rabbia pubblica verso tutta la politica tutta".

"Questa commissione non dev'essere il patibolo di nessuno - ha spiegato Luigi Di Placido di "Cambiamo" - dev'essere un modo per chiarire e capire meglio ciò che è accaduto. Bisogna che sia sottolineato ciò che ha funzionato e ciò che non ha funzionato. Se riusciamo a uscire dallo schema: è stato fatto tutto benissimo o è stato fatto tutto malissimo questa commissione funzionerà e potrà dare soluzioni concrete, se non sarà così questa commissione perderà il suo valore".

"Noi abbiamo dimostrato maturità nell'accogliere la proposta delle minoranze di istituire la Commissione - ha spiegato Lorenzo Plumari del Pd - e chiediamo maturità a tutti, minoranza e maggioranza, nel gestire questa commissione. Sarà utile se ci permetterà di mettere a fuoco tutte le particolarità di questo evento che possiamo dire senza problemi sia stato senza precedenti, ma purtroppo ripetibile. Sarà utile se ci permetterà di esaminare ciò che è accaduto ma anche di guardare avanti e chiedere con forza quelle risorse che a oggi non ci sono. Dentro la commissione ragioneremo, dialogheremo e ci scontreremo. Ma fuori dovremo essere tutti uniti per chiedere quegli aiuti economici di cui la nostra popolazione ha bisogno per ripartire".

"Questa commissione è un bene per la città - ha commentato Denis Parise di Cesena Siamo Noi -. Non deve nascere per fare polemiche ma analisi. E spero che da questa commissione escano nuove proposte di programmazione urbanistica, va rifatta la mappatura delle zone a rischio. Ora si parla del fare, ma secondo me ora è il momento di riflettere e di capire come procedere per mettere in sicurezza il territorio ed esaminare gli eventuali errori commessi per non commetterli più. Bisogna iniziare a pensare ad affidarsi a esperti non del cemento ma della sostenibilità". 

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