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Il borgo nel borgo: l'antica storia di San Damiano

La storia e le nobili origini di San Damiano sono legate ai ritrovamenti di tombe ed altri reperti romani, ma soprattutto alla Pieve dei Santissimi Cosma e Damiano della diocesi di Sarsina

Un borgo nel borgo. Una piccola perla, oggi rappresentata soprattutto dalla splendida pieve altomedievale,  che negli anni è diventata un quartiere di Mercato Saraceno, ma che ha avuto una propria autonomia anche amministrativa e civile. Le origini del borgo di San Damiano sono infatti antiche, con diverse testimonianze alle quali gli abitanti restano legati.

Le origini

La storia e le nobili origini  di San Damiano sono legate ai ritrovamenti di tombe ed altri reperti romani, ma soprattutto alla Pieve dei Santissimi Cosma e Damiano della diocesi di Sarsina, della quale si hanno notizie fin dal 972, anno in cui l'allora Arcivescovo di Ravenna, cedette a Pietro degli Onesti le terre della Pieve. Questo anno è un tassello importante nella storia del borgo. Ma guardando ancora più indietro i primi insediamenti si riferiscono ad un presidio di difesa della città di Sarsina in epoca romana. A testimoniare queste antichissime origini sono ancora oggi le tracce di pavimentazioni che raccontano però anche la successiva edificazione di ville. 

La pieve

La Pieve dei Santissimi Cosma e Damiano rappresenta uno esempio di chiesa altomedievale da visitare per la sua storia e per le opere di artisti locali contenute al suo interno. Si tratta della prima pieve della diocesi di Sarsina che è stata costruita al di fuori dalle mura cittadine intorno all'850 d.C., edificata sui i resti di un tempio pagano dedicato al culto della dea Cerere. Le prima notizie scritte risalgono  appunto al 972 e le origini sono ben incise da un graffito sul un mattone all'esterno della Chiesa che ne testimonia l'esistenza a già nel 1077. La Pieve è stata protagonista della vita dei Mercatesi, infatti fino al 1769  è stata la chiesa principale di del comune dove venivano battezzati tutti gli abitanti. 

All'interno si possono vedere "La Madonna con il Bambino, S.Giovanni Battista e S.Antonio Abate", pala d'altare, datata 1601, opera del pittore ravennate Bernardino Guarini, "L' Assunzione della Vergine", che spicca nella cupoletta del presbiterio, affresco del 1751, alla realizzazione del quale contribuì il pittore ranchiese ventenne Michele Valbonesi. Alzando lo sguardo alla volta della navata centrale si ammirano  "S.Vicinio in preghiera", "La Consegna delle chiavi", "La Trasfigurazione e Il Sacrificio di Melchisedec". Poi sull'altare maggiore si staglia "Il martirio dei Santi Cosma e Damiano", olio su tela databile intorno alla metà del XVIII secolo. Opera di Michele Valbonesi da Ranchio (1731-1808). Il sarcofago romano, collocato nel presbiterio, che contiene le spoglie di Sabino Valeriano, morto a 17 anni,  databile al III secolo d.C. , è stato rinvenuto, insieme ai resti di alcune ville e di una piccola necropoli, nella zona dove sorge la Pieve. 

Il borgo ed alcune delle case sono risalenti al 18esimo secolo, alle quali si sono aggiunte ville che hanno dato al quartiere di Mercato Saracena una connotazione residenziale.  Il viale principale che attraversa la frazione di San Donato, viale Roma, ha preso questo nome da una circolare del Duce del 27 luglio 1931. 

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