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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica Bagno di Romagna

Nuovo invaso sul Bidente, Baccini: "Serve responsabilità. Dalla Diga di Ridracoli tante opportunità per Santa Sofia"

Baccini: "Gli studi dell’Università di ingegneria di Bologna ci mostrano che servono altri 20 milioni di metri cubi d’acqua rispetto agli attuali 110 per garantire il futuro approvvigionamento minimo per la Romagna"

Un nuovo invaso nell'alveo del Bidente per dare una risposta alla sete di acqua della Romagna? Il dibattito aperto dal convegno di Romagna Acque, dopo l'intervento dell'ex sindaco di Santa Sofia Enzo Valbonesi, vede quello del sindaco di Bagno di Romagna Marco Baccini, chiamato in causa dallo stesso Valbonesi.

Il Convegno che si è tenuto a Rimini sulle sfide future del sistema idrico romagnolo in risposta ai cambiamenti climatici organizzato da Romagna Acque Società delle Fonti, ha suscitato interesse ed ha animato un confronto con l’intervento di lunedì di Enzo Valbonesi, ex sindaco del Comune di Santa Sofia, che ha criticato la visione progettuale del Sindaco di Bagno di Romagna Marco Baccini. "Torno sull’argomento – dichiara il Sindaco del Comune termale di Bagno di Romagna – non per rispondere a Valbonesi, ma per informare i cittadini e gli imprenditori della Romagna su un tema strategico come quello della disponibilità idrica per la Romagna nei prossimi decenni. Si tratta, infatti – spiega Baccini – di una progettualità tanto necessaria quanto complessa e tecnica, che non può essere abbassata ad un dibattito estemporaneo a distanza, ma richiede di essere trattata sulla base di studi scientifici e progettuali che servono a indirizzare le relative scelte con serietà e responsabilità".
 
Prosegue Baccini: "Gli studi dell’Università di ingegneria di Bologna ci mostrano che servono altri 20 milioni di metri cubi d’acqua rispetto agli attuali 110 per garantire il futuro approvvigionamento minimo per la Romagna e evidenziano che il sistema idrico romagnolo ha rischiato diverse volte negli ultimi anni la chiusura dell’impianto a causa delle emergenze idriche connesse ai cambiamenti climatici. Si tratta di uno scenario – nel suo complesso – che impone la massima responsabilità ed un’altrettanta tempestività di intervento da parte delle istituzioni e che richiede scelte unicamente indirizzate al bene futuro dei cittadini romagnoli e del sistema produttivo della Romagna, al di sopra di ogni appartenenza politica o ideologica e – possibilmente – al di fuori di ogni tipo di recriminazione storica. E’ con questo atteggiamento che ho apprezzato gli studi sugli scenari infrastrutturali possibili, che prevedono una gradazioni di interventi, tra cui in via prioritaria due interventi di potenziamento dei canali di adduzione all’invaso di Ridracoli e, in subordine, la creazione di 3 nuovi invasi sul Rabbi e sul Bidente di Strabatenza".
 
"Di fronte ad una necessità così strategica per il futuro dei nostri territorio, con il medesimo approccio responsabile avrei apprezzato allo stesso modo l’ipotesi di nuovi invasi in località diverse ed anche nella Valle del Savio ed è per questo che l’intervento di Enzo Valbonesi si pone in modo scorretto. Capisco bene che la Diga di Ridracoli è alle spalle dei Comuni della Valle del Bidente, ma – per una valutazione seria e centrata – occorrerebbe anche evidenziare tutte le opportunità che ciò ha creato per quella Valle e soprattutto per Santa Sofia in termini di disponibilità idrica, indotto economico, investimenti diffusi quali, peraltro, anche quello del Parco fluviale, di posti di lavoro, di richiamo turistico. Non mi permetto di valutare il metodo di gestione dell’ex sindaco di Santa Sofia, ma posso confermare che l’approccio del Comune di Bagno di Romagna è quello di affrontare decisioni strategiche – come quelle di creare invasi idrici – in modo ragionato e responsabile, anche quando riguardano territori o popolazioni non ricadenti nel territorio comunale".
 
"Non inventiamo nulla nel comprendere che gli invasi si creano in appennino e non possiamo non prendere atto degli esiti degli studi scientifici che individuano determinati versanti come sedi migliori in termini di adduzione idrica e gestione forestale. Queste sono le basi su cui confrontarci e sulle quali la politica deve adottare le proprie scelte. In questo contesto, particolarmente delicato e importante, ognuno è libero di esprimersi, ma con la responsabilità di giustificare le proprie posizioni tra qualche decennio, quando ci troveremo a valutare l’efficacia delle soluzioni adottate sia per quanto riguarda l’aver garantito acqua alla Romagna che per quanto riguarda l’aver speso bene ingenti quantità di soldi pubblici".

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