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Mozione in consiglio, Lega: "Condanna totale della guerra, ma bisogna sforzarsi di capirne i motivi"

“Abbiamo condiviso con altri gruppi - dettaglia - il testo di questa mozione con l’obiettivo primario di condannare il ricorso alla guerra e di rappresentare la vicinanza al popolo ucraino che la sta subendo"

“La condanna all’invasione e all’aggressione russa dell’Ucraina è totale. Quando si abbandonano la diplomazia e i tavoli del confronto e si passa all’uso delle armi automaticamente l’aggressore passa dalla parte del torto. Non siamo più avvezzi, in Europa, all’invasione di una nazione sovrana e a un teatro di guerra così vicino che vede soccombente la popolazione civile. La situazione è in divenire e desta non poche preoccupazioni, sia dal punto di vista bellico che sul piano delle ricadute per la popolazione ucraina. Ma preoccupanti sono anche gli effetti negativi per i Paesi Ue e, in particolare, per l’Italia dal punto di vista economico e dell’approvvigionamento energetico. Non possiamo che auspicare che il tragico conflitto si risolva in tempi brevi per passare alle vie diplomatiche”. Così Antonella Celletti capogruppo della Lega.

“Abbiamo condiviso con altri gruppi - dettaglia - il testo di questa mozione con l’obiettivo primario di condannare il ricorso alla guerra e di rappresentare la vicinanza al popolo ucraino che la sta subendo. Crediamo che la strada maestra sia quella della diplomazia, ma bisogna avere un quadro preciso delle motivazioni storiche, economiche e politiche che hanno condotto all’escalation in Ucraina. Ribadiamo la nostra posizione atlantista contro ogni tipo di dispotismo ma è proprio in questo quadro che consideriamo indispensabile conservare e usare pragmatismo, razionalità e diritto di critica. In questa ottica, abbiamo condannato il parossismo di odio antirusso nei social e nei media che si è riversato sulla cultura e sull’arte, sugli atleti anche paralimpici, su artisti, sugli animali, ecc. Ma la cultura e lo sport, l’arte e la bellezza devono unire e non dividere. In Italia autorevoli enti universitari e della cultura hanno censurato studiosi e opinionisti solo perché rappresentavano un’ottica critica ma diversa dal pensiero unico corrente antirusso. Rischiamo il suicidio intellettuale e il fallimento della cultura liberale".

Prosegue ancora Celletti: "La guerra, a nostro avviso, è sempre un fallimento totale, per chi è colpito, in primis, ma non meno per l’aggressore. Ma quando un conflitto scoppia bisogna sforzarsi di capirne i motivi. Bisogna discernere le responsabilità a monte, e certamente ne hanno anche Ue e Usa, capire gli errori e correggerli per evitare che possa succedere di nuovo anche in altri scenari. Non possiamo poi tacere le preoccupazioni per le ricadute economiche e sul fronte energetico del conflitto e delle relative sanzioni che avranno certamente gravi effetti per l’Italia”.

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