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"La quarantena per Covid-19 tornerà malattia, è una decisione giusta"

Lorenzo Plumari (Segretario Pd Cesena) “Dal fondo quarantena alla cassa integrazione Covid: pensiamo ai problemi veri di lavoratori e imprese in difficoltà”

Ieri, il Consiglio dei Ministri ha votato favorevolmente la proposta del Ministro per il Lavoro Andrea Orlando di rifinanziare il fondo, con circa 800 milioni di euro, che copre le quarantene da Covid-19, le quali torneranno così a essere considerate malattia e quindi regolarmente indennizzate dall’INPS, anche in modo retroattivo per quelle non coperte da inizio 2020. Nel corso dello stesso CdM sono state approvate la norma per la sicurezza sui luoghi di lavoro e altre misure di sostegno al reddito e alle imprese in difficoltà, come le ulteriori 13 settimane di casse integrazione Covid con contestuale divieto di licenziamento, congedi parentali e rifinanziamento del Reddito di cittadinanza per la restante parte dell’anno in corso.

“Il rifinanziamento del fondo quarantena covid era indispensabile. Ringraziamo il Ministro Orlando per questa giusta battaglia che ha portato avanti nelle ultime settimane, recependo le richieste di sindacati e associazioni di categoria. Si tratta di una decisione giusta e doverosa nei confronti delle imprese e ancora di più dei lavoratori del settore privato – afferma il Segretario PD Cesena Lorenzo Plumari –. Infatti, senza il riconoscimento dell’indennità per la quarantena legata al Covid-19, i lavoratori avrebbero rischiato di perdere tra i 500 e i 1000 euro al mese in busta paga, secondo la durata dell'assenza, correndo altresì il rischio che gli stessi lavoratori non denunciassero la loro positività o il loro contatto con un positivo per non avere decurtazioni, con conseguenze disastrose anche socio-sanitarie per la collettività. Un vuoto di tutela questo che poi, se non sanato, sarebbe andato a colpire soprattutto quei lavoratori che, in quarantena, non avrebbero potuto lavorare da casa per la natura della loro mansione, che non prevede la possibilità di effettuare lo smart working”.

Il caso era nato a seguito di una comunicazione dell’Inps del 6 agosto scorso con cui annunciava che, poiché il legislatore non aveva previsto per il 2021 appositi stanziamenti, l’indennità da quarantena (cioè la copertura di stipendio e contributi per i giorni di assenza) si sarebbe fermata al 2020. Di conseguenza, i costi per tutti gli episodi di isolamento dei lavoratori relativi al 2021 non sarebbero stati coperti dall’Inps a meno che il governo, appunto, non rifinanziasse l’apposito fondo che nel 2020 ammontava a 663,1 milioni. 

“La proroga dello Stato di emergenza fino al 31 dicembre 2021 impone a ogni livello istituzionale la massima attenzione e quindi l’estensione delle misure a tutela dei lavoratori, come appunto l’indennità di quarantena, la cassa integrazione, i congedi parentali e il lavoro agile per i dipendenti del pubblico e del privato con particolari patologie. Queste sono le vere risposte di cui necessita in questo momento il mondo del lavoro. Queste sono le battaglie necessarie che le forze sane del Paese devono portare avanti, con uno sguardo già rivolto al futuro e ai veri problemi strutturali da risolvere per una ripartenza reale e per tutti. Oggi possiamo permetterci di guardare a questo futuro – conclude Plumari – con la consapevolezza che esiste uno strumento in più contro il Covid-19: il vaccino. Solo attraverso le vaccinazioni possiamo infatti uscirne definitivamente e i dati dell’Emilia-Romagna sono incoraggianti, abbiamo superato l’80% di persone vaccinate con due dosi e su questa strada bisogna proseguire, perché è l’unico modo che ci permetterà di uscire dalla pandemia, quindi ridurre gradualmente le misure emergenziali a favore di quelle strutturali per il rilancio del Paese”.

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