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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica Roncofreddo

Il sindaco di Roncofreddo lancia un sos ai parlamentari: "scelte politiche sbagliate, territorio depauperato"

In una lettera Massimo Bulbi denuncia lo stato precario delle strade e piccoli comuni abbandonati a loro stessi

E' una lettera accorata quella scritta dal sindaco di Roncofreddo, Massimo Bugli, ai parlamentari della Repubblica per evidenziare come  "scelte politiche sbagliate e territorio depauperato" mettono a rischio le amministrazioni comunali. Nella missiva, inoltre, il primo cittadino denuncia lo stato precario delle strade e piccoli comuni abbandonati a loro stessi. "Gentili parlamentari locali - si legge nella lettera -  si sta aggravando il depauperamento del nostro territorio locale anche a causa di scelte politiche che penalizzano la periferia e in particolare i piccoli comuni. Cito tre esempi significativi. In primo luogo quello dello stato precario delle strade sino ad oggi in capo alle Province private dalla legge di riordino istituzionale di ruolo e risorse e non più in grado di provvedere alla necessaria manutenzione.  La mancanza di manutenzione a causa delle esigue risorse a disposizione ha portato ad un degrado che è sotto agli occhi di tutti, mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini e  minando, fra l'altro, anche un volano importante per la nostra economia come il cicloturismo. Sembra esserci un piano nazionale che prevede il passaggio di alcune strade ex statali ed ora provinciali nuovamente all’Anas. E’ fondamentale riuscire ad inserire tutte le strade principali che collegano il nostro territorio al mare ed alla montagna per garantire una manutenzione adeguata (la provincia o gli enti che la sostituiranno come competenza non avranno infatti le risorse necessarie). Ad oggi da informazioni pervenute sembra essere inclusa solo l’umbro-casentinese (la parallela alla E45); guarda caso una strada che ha visto impegnati Regione e Provincia con investimenti di oltre 20 milioni di euro negli ultimi dieci anni per rifare banchine, cassonetti, mettere in sicurezza i ponti e marciapiedi. Che cosa succederà adesso? Lo Stato interverrà oppure le condizioni già deficitarie delle strade peggioreranno ancora, a danno delle comunità più piccole, tra cui spiccano quelle delle zone collinari e montane?

"Un altro tema collegato al precedente sul quale intervenire - prosegue Bugli - è quello di cercare di invertire la tendenza di questo governo di abbandonare a se stessi i piccoli comuni (al di sotto dei 5000 abitanti). Le politiche intraprese negli ultimi periodi hanno di fatto azzerato i trasferimenti (per alcuni comuni addirittura al di sotto di 50.000 euro all’anno). Al riguardo desta forte preoccupazione  l’inserimento prima ed ora il taglio dell’Imu agricola: questa tassa è sempre stata osteggiata da Noi sindaci perché i nostri imprenditori agricoli ed i coltivatori diretti sono una grande risorsa per i comuni collinari e montani (salvaguardando il territorio dal degrado), ma ora la sua soppressione senza sostituzione con altre equivalenti entrate comporterà un ulteriore colpo letale per le già falcidiate casse dei (piccoli) comuni.  Nonostante l’invito del Governo ai sindaci a “stare sereni”, a tutt’oggi non sono stati concessi i fondi compensativi: quindi ora occorrerà che il Governo inviti i cittadini a “stare sereni”; per fare comprendere cosa comporta questa situazione drammatica per il Comune di Roncofreddo vi comunico che a fronte dei 157.000 euro che si percepivano come entrata Imu, il Governo ne ha trasferiti solo 50.000. Come se non bastasse, il Governo nazionale ha eliminato un’ulteriore percentuale per il fondo di solidarietà, per sostenere - guarda caso - sempre i comuni più grandi. Mai come oggi si può dire che i servizi sono garantiti esclusivamente dalle tasse pagate dai cittadini, quindi da una completa autonomia impositiva. Mi rivolgo a voi, parlamentari del territorio perché, pur certo del vostro impegno per cercare di evitare tale disagio ai comuni periferici, siate consapevoli che questa “serenità” potrebbe scomparire  in assenza di trasferimenti adeguati a fronte dei tagli di entrate".

"Da ultimo, ma non per minore importanza, vorrei sottolineare che, come ben sapete, nel nostro territorio vi è un’impresa ogni 8 cittadini (ultimi dati della Camera di Commercio) molte delle quali colpite in questi anni dalla crisi che sta attanagliando l’economia del nostro paese,  con effetti devastanti su interi settori come quello dell’edilizia. Questa crisi poteva avere effetti ancor più deleteri per l’economia del nostro territorio se sul territorio non avessero fornito il loro costante sostegno  gli istituiti di credito  cosiddetti “locali” (penso in particolare alle  Banche di Credito Cooperativo, alla Cassa di Risparmio di Cesena, al Credito di Romagna, alla Banca Popolare Emilia Romagna) che hanno supportato, nonostante i vincoli sempre più stringenti dei vari accordi di Basilea, le nostre piccole e medie imprese ed i cittadini che si sono visti privati del lavoro.  Per fare un esempio vorrei ricordare il ruolo che queste banche hanno avuto quando nel 2009, come Provincia di Forlì e Cesena siglammo con i Comuni, le Banche e gli altri stakeholders del territorio, il protocollo per sostenere sia le famiglie che le imprese. Oggi gran parte di questo mondo vive una stagione di grande trasformazione sulla spinta di criticità gestionali e dell'impatto di normative nazionali ed europee che non sempre hanno tenuto conto delle specificità del nostro paese e del nostro sistema produttivo. Nessuno sembra porsi il problema di come il superamento di fatto di gran parte del sistema delle banche del territorio avrà ripercussione sui modelli di sviluppo futuri innervati su di un economia diffusa che in passato ha potuto consolidarsi e crescere attraverso la collaborazione e la partnership di soggetti bancari che vivono il territorio e sono portatori di una mission non soltanto speculativa ma intrisa di una responsabilità sociale verso il territorio e le comunità locali. 
Faccio mia, condividendola, la riflessione di Becchetti pubblicata in questi giorni sulla stampa nazionale: «Il mercato non premia chi fa banca. È l’ennesima prova del dilemma tra credito e profitto: se una banca massimizza il profitto raccoglie facilmente capitali ma non fa banca, se invece decide di fare banca finanziando anche artigiani e piccole imprese si dedicherà ad attività che non creano certo il massimo valore per gli azionisti e farà più fatica a raccogliere capitale». Si tratta di una questione sicuramente non affrontabile in ambito locale rispetto alla quale tuttavia mi sarei aspettato maggiore attenzione, consapevolezza ed impegno dai nostri rappresentanti in parlamento".

"Mi preoccupa, in quest'ottica, il fatto che non abbiate  sentito il dovere di confrontarvi con il territorio e con questi istituti di credito  prima di approvare ad esempio,la nuova legge sulle banche di credito cooperativo, che rischia di minare alla base il loro ruolo, fra l’altro di grandissimo supporto  attraverso la beneficenza, la mutualità e le sponsorizzazioni a favore di enti, associazioni di volontariato e sodalizi vari, supporto che ha permesso di tenere alta la qualità della vita e la coesione sociale del nostro territorio. Una linfa vitale di cui ora non si sa se si potrà disporre anche in futuro, ed il cui affievolimento  potrebbe portare a gravi conseguenze, anche sulla stessa coesione sociale delle nostre comunità. Oltre a ciò correi evidenziare la trasformazione delle Bcc in spa vanificherebbe  anche i tanti sacrifici fatti dai soci: la trasformazione, infatti, consentirebbe di distribuire tra i soci le riserve indivisibili, pagando una irrilevante tassazione di favore.  L’ordinamento cooperativo attualmente vigente, viceversa, prevede che nel caso di trasformazione di una cooperativa in spa, o altra forma societaria, le riserve indivisibili devono essere devolute a fondi di pubblica utilità.  Lo stesso discorso potrebbe valere per il futuro della nostra Cassa di Risparmio che non rappresenta a mio avviso soltanto un problema di competenza degli organi statutari della banca, della Fondazione degli azionisti e dei correntisti ma richiederebbe maggiore attenzione e supporto perché anche attraverso un gioco di squadra territoriale si possano trovare le migliori condizioni per superare positivamente l'attuale complessa situazione e riaffermare il valore che la Cassa rappresenta e ha rappresentato in questi anni (anche pagando un conto salato) per la nostra economia e la nostra società. In sostanza si rischiano di cancellare sacrifici di intere generazioni che hanno tramandato in oltre 120 anni di storia, il patrimonio di intere comunità. Inoltre riducendo la biodiversità bancaria si rischia di aumentare la fragilità del sistema e del tessuto economico produttivo, soprattutto delle piccole e medie imprese".

"Chiedo quindi che Vi facciate  dunque portatori di questo profondo disagio di chi amministra localmente con la consapevolezza che in un contesto sempre più penalizzato anche dalle scelte del Parlamento e del Governo,  non sono più ammissibili improvvisazioni e superficialità nelle scelte politiche ed è necessaria una correzione di rotta tempestiva nell'interesse delle nostre comunità e dell'intero paese".

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