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Gioco d'azzardo, ecco la legge regionale: "Ora Roma faccia la sua parte"

L'Assemblea legislativa ha approvato martedì pomeriggio la proposta di legge regionale "Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate"

L’Assemblea legislativa ha approvato martedì pomeriggio la proposta di legge regionale “Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate”. In Italia, a fronte di una popolazione totale di 60.418.711 abitanti, circa il 54 per cento (23.894.000) sono giocatori d’azzardo, una percentuale compresa tra l’1,27 per cento (767.318) e il 3,8 per cento (2.295.913) sono giocatori d’azzardo problematici, e una percentuale compresa tra lo 0,5 per cento (302.093) e il 2,2 per cento (1.329.211) sono affetti da gioco d’azzardo patologico.

“La dipendenza da gioco d’azzardo – spiega il Consigliere regionale Damiano Zoffoli, tra i promotori della legge – è oramai da considerarsi una vera e propria piaga sociale. Il gioco d’azzardo patologico non riguarda più una minoranza di cittadini, ma è diventato gioco industriale di massa. Con questa legge impostiamo un percorso e lanciamo un segnale ben preciso ai legislatori nazionali sul tema del gioco d’azzardo che, come giro d'affari, rappresenta la terza impresa del nostro Paese. Ciò nonostante, un vero e proprio non senso, la tassazione operata sui giochi leciti è stata praticata in modo progressivamente inferiore: le forme di gioco più recenti, e maggiormente insidiose, risultano essere quelle meno interessate dalla pressione erariale (mentre la percentuale di tassazione sul Superenalotto è pari al 44 per cento circa, gli introiti da slotmachine sono tassati per il 12,6 per cento e quelli da videolottery solamente per il 3 per cento). Non si tratta di un intervento proibizionista contro il gioco, ma contro la patologia che dal gioco deriva”.

Nel testo della legge vengono individuate le misure sanitarie, di carattere sperimentale (che potranno anche essere di tipo residenziale), che riguardano interventi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione nei confronti delle persone affette da dipendenza da gioco d’azzardo patologico (g.a.p.) e dalle altre patologie correlate, promosse da parte delle Ausl. La Regione Emilia Romagna rilascerà il marchio “Slot freE-R” ai gestori di esercizi commerciali, di circoli privati e di altri luoghi deputati all’intrattenimento che sceglieranno di non installare le apparecchiature per il gioco d’azzardo.

Sono previste forme di premialità (compatibili con l’ordinamento UE in materia di aiuti di stato) per coloro che esporranno il marchio e sanzioni amministrative pecuniarie (la cui competenza è messa in capo all’Ausl e i cui proventi andranno a finanziare i piani di zona di ambito distrettuale) per gli esercenti che non rispetteranno le regole. La legge prevede, infatti, che gli esercenti e il personale operante nelle sale gioco siano tenuti a frequentare corsi di formazione e che venga esposto un test di verifica per una rapida autovalutazione del rischio di dipendenza.

“Gli esercenti devono essere consapevoli dell’esistenza di questa patologia. Per combattere questo fenomeno – conclude Zoffoli – serve un’alleanza virtuosa tra esercenti, terzo settore e associazioni, istituzioni scolastiche, enti locali e aziende sanitarie locali. Il testo approvato oggi in Aula, rispetto a quello inizialmente presentato, è stato emendato: abbiamo previsto un’estensione migliorativa della definizione di sala da gioco in modo da comprendere tutto, anche le sale per gioco online che inizialmente non avevamo previsto”.

Il testo della legge è stato accompagnato dall’approvazione di un corposo ordine del giorno con il quale i Consiglieri regionali chiedono al Governo di completare la procedura di aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza prevedendo, a fronte del previsto inserimento del gioco d’azzardo patologico nei LEA, anche lo stanziamento di risorse dedicate, necessarie per garantire l’effettiva predisposizione e attuazione da parte delle Regioni (e degli enti locali) di politiche socio–sanitarie di assistenza alle persone affette da tale patologia, e di introdurre una disciplina normativa preordinata a maggiorare la tassazione sul gettito derivante dal gioco lecito, specie per quanto riguarda le nuove forme di gioco mediante apparecchi elettronici e telematici.

BARTOLINI - “Non aspettiamoci risultati miracolosi, la Regione farà quel poco che la nuova legge le consente, ma a monte manca un impegno da parte dello Stato -. commenta Luca Bartolini (PdL) -. Questa legge fa il meglio possibile, nell’ambito delle competenze che la Regione ha, in particolare per quanto riguarda l’informazione, la prevenzione, la dissuasione rispetto a chi vuol istallare nei propri locali le macchinette e la cura sanitaria per le persone affette da ludopatia.”

Il consigliere regionale spiega che si tratta di "un provvedimento positivo per la condivisione che ha avuto e per la decisione che si ha avuto nel dar una risposta univoca ad una forte crisi sociale, tuttavia il soggetto che potrebbe, non solo arginare alla meglio, ma bloccare il fenomeno della diffusione dei giochi è lo Stato.” “Abbiamo Invitato il Presidente Errani – conclude Bartolini – a farsi portavoce, insieme alle altre Regioni, presso il Governo ed il Parlamento affinchè, nell’ambito delle norme europee, intervengano fattivamente, sostengano Associazioni ed Istituzioni che ogni giorno contrastano la ludopatia e diano, una volta per tutte, una stretta alla diffusione del business delle macchinette.”

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