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Cesena Siamo Noi: "In città 115 chilometri di percorsi ciclabili? Riscontrate diverse criticità"

"L’analisi svolta evidenzia diverse criticità, che portano a ridurre di molto i chilometri percorribili in piena sicurezza"

"A Cesena ci sono realmente 115 chilomeri di percorsi ciclabili?". A chiederselo è Cesena Siamo Noi cha spiega: "Abbiamo analizzato i percorsi ciclabili che attraversano il territorio cesenate, presentati anche nel recente Pug come una rete di 115 chilometri, sostanzialmente sicura e senza ostacoli. L’analisi svolta evidenzia invece  diverse criticità, che portano a ridurre di molto i chilometri percorribili in piena sicurezza".

"Per valutare se sono piste ciclabili, più correttamente “Percorsi ciclabili”, è necessario procedere con l’analisi di vari fattori, quali: la tipologia (isolata o su carreggiata stradale, ecc.), la continuità (non linee spezzate sulla carta o su strada), gli arredi urbani o altro presenti lungo il percorso, la pavimentazione (complanare senza rialzi o buche), la visibilità nelle intersezioni, etc. Se questi fattori non sono rispettati è un mero esercizio di aritmetica che non dice quanto una città sia acco-gliente per chi pedala. Questa tendenza è analoga a quella in merito al numero di km di percorsi previsti nel PUMS (pia-ni urbani della mobilità sostenibile) o nel PUG (piano urbanistico generale), dove la città prevede geograficamente le nuove realizzazioni ed individua i percorsi ciclabili esistenti, ma non viene menzionato alcunché in merito alla loro qualità ed efficacia".

Prosegue CSN: "All’interno del “Quadro conoscitivo” del PUG nella relazione sulla mobilità, sulla parte riferita alla rete ciclabile locale, è messa in evidenza la cartografia con tutte le piste ciclabili esistenti (km 98) e di progetto (km. 17) per un totale di km. 115, dove in didascalia è scritto: “ Sistema urbano della mobilità pubblica in sicurezza”, ed inoltre: “In generale, la rete è risulta essere in gran parte sicura e priva di ostacoli di difficile valicabili-tà. La criticità maggiore riscontrata è relativa alla percezione del comfort in alcuni assi dove il fondo stradale non è nelle condizioni ottimali ed alcuni punti di conflittualità con pedoni e traffi-co veicolari.”. Come è noto il Codice della Strada, ma anche norme e regolamenti specifici, è il principale rife-rimento normativo che introduce la circolazione delle biciclette che sono considerate un veicolo a tutti gli effetti, anche se viene riconosciuta la vulnerabilità dello stesso. Si tratta quindi di individuare una fattispecie di itinerario nella quale il ciclista trova dei provvedimenti e o delle infrastrutture che gli rendono la percorrenza più agevole con il massimo grado di protezione e di muoversi più in generale in tutte le strade che gli sono consentite. Vi sono nel territorio di Cesena sentieri ciclabili e/o percorsi natura in zone protette come sui bor-di dei fiumi (Pisciatello e Savio) dove le biciclette possono circolare liberamente senza l’ossessione di automezzi o di ingressi carrabili o percorsi ciclabili come quello che collega Pie-vesestina con zona ex Arrigoni. Questi percorsi, di una certa lunghezza, possono raggiungere al massimo 30/40 km".

"Assunti questi principi - prosegue ancora Cesena Siamo Noi - il nuovo Piano Urbanistico Generale individua sulle tavole (T2), una fitta rete di percorsi ciclabili che vanno in conflitto con il traffico veicolare e con un fondo stradale in pessime condizioni. Oltre a queste criticità si aggiunge, sempre per percorsi ciclo-pedonali, anche gli attraversamenti di centri abitati periferici oppure, ciò che più lascia interdetti, cavalcavia di strade o ferrovie dove le larghezze delle carreggiate sono sufficienti al transito degli automezzi/autoarticolati, senza il ben che minimo spazio necessario per la creazione di un percorso cicla-bile protetto o la necessaria segnalazione orizzontale.Con questa breve analisi, della decantata fitta rete di percorsi ciclabili, rimane solo un numero non veritiero in quanto sia sulla carta, ma anche su strada, i chilometri enunciati nel PUG e dai vari articoli pubblicitari non corrispondono al vero. Al singolo ciclista o gruppi familiari non viene consentito praticamente di circolare liberamente, senza il timore di essere falciati dagli automezzi sui fantomatici percorsi ciclabili".

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