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Centro storico, Di Placido (Cambiamo): "Soliti problemi e zero soluzioni"

"Il tema ricompare di tanto in tanto nell’agenda istituzionale, ma la verità è che, nell’anno di grazia 2022, non ci sono reali novità perché le criticità evidenziate sono sempre le stesse"

“Sono ormai venti anni che, in consiglio comunale, sentiamo parlare dei problemi del centro storico. Guarda caso, sempre gli stessi. Il tema ricompare di tanto in tanto nell’agenda istituzionale, ma la verità è che, nell’anno di grazia 2022, non ci sono reali novità perché le criticità evidenziate sono sempre le stesse". Esordisce così il consigliere comunale di "Cambiamo", Luigi Di Placido, ricordando che "nel 2015, in un ordine del giorno votato all’unanimità in consiglio comunale, si riscontravano le medesime criticità che anche nel consiglio comunale di ieri, per l’ennesima volta, nonostante il trascorrere degli anni e delle legislature, ci siamo ritrovati ad affrontare".

"E già nel 2016 si parlava di ‘piano strategico del centro storico’, lo stesso nome del documento discusso giovedì scorso.
Ma - oggi come ieri - ciò che manca sono le soluzioni - prosegue Di Placido -. Negli ultimi dieci anni, l’unica grande opera che, nelle intenzioni della Giunta, avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi del centro storico è stato il restyling di Piazza della Libertà, un’opera presentata con toni trionfalistici che ha spaccato in due la città e che, sul piano dei benefici, non ha certo compensato i costi esorbitanti dell’investimento. Qualche auto in meno (ma senza quel parcheggio interrato che tanti benefici avrebbe portato), qualche bambino in più a giocare in centro ma, a conti fatti - vi chiediamo - quali vantaggi concreti ha portato la nuova piazza alla rete di esercizi commerciali del centro storico? Secondo noi nessuno".

In assise, prosegue, "si è discusso, del report e del proposte presentate da “Principi Attivi” a cui l’amministrazione aveva affidato uno studio per la rigenerazione del centro storico.  Doveva essere, negli intenti, un “percorso partecipativo” ma, in realtà, di “partecipativo” abbiamo colto poco, visto che quei documenti alle minoranze sono stati consegnati solo una settimana prima della discussione. E, invece, sempre a proposito di “partecipazione”, abbiamo saputo che quel report era nelle mani della maggioranza da diverso tempo e che, su quelle risultanze, si sono tenuti confronti, dibattiti e che, infine, si è arrivati alla stesura di un documento. Come sempre, tutto all’oscuro delle minoranze. Perché il lavoro elaborato da Principi Attivi non è stato messo a disposizione di tutti i membri del consiglio comunale? E’ questo, ci chiediamo, l’iter perfetto per affrontare un dibattito democratico sul centro storico?".

"In quel profluvio di considerazioni, molte inconsistenti altre lapalissiane, c’è un passaggio che fotografa fedelmente la situazione: ‘Cesena è bella, ma…’: un modo elegante per dirci che le criticità ci sono ed è preoccupante notare che siano l’esatto compendio di tutte le tematiche che abbiamo sistematicamente segnalato da anni - prosegue -. Insomma, non sono bastati 15 anni per capire fino in fondo le difficoltà in cui versano molte attività e restiamo disorientati quando sentiamo che, secondo, il consigliere di maggioranza Lorenzo Plumari, ‘non c’è alcun bisogno del rilancio del centro storico’. Perché anche questo abbiamo dovuto sentire ieri durante il dibattito in consiglio comunale.  Il tema - centrale - dell’accessibilità del centro storico viene sempre affrontato con scarso realismo, come se bastasse qualche sporadico evento per risollevare l’economia delle attività. Ma i fatturati si fanno tutti i giorni, non una volta al mese. Restiamo perplessi quando, il tema parcheggi, viene liquidato in una riga, auspicando lo ‘sfruttamento di nuove aree dedicate alla sosta…’ (quali?, quando? come? non è dato sapere)".

"E non c’è alcun riferimento, nel report, al necessario riequilibrio del ‘mix merceologico’ (un problema reale del centro storico), così come nessuno si chiede per quale ragione sono anni che un grande marchio non sceglie Cesena per aprire una sua vetrina: solo un pregiudizio o magari colpa di norme urbanistiche e politiche commerciali disincentivanti? - si interroga ancora il consigliere comnale -. Se, poi, una delle soluzioni può essere quella dei cosiddetti ‘negozi temporanei’, ci si è chiesto perché nel nostro centro storico non attecchiscono? Si parla, tra le altre cose, di valorizzazione degli esercizi di vicinato e di ‘estensione degli orari di apertura’: bella idea (anche se non certo nuova), ma quanto compatibile con la gestione, spesso quasi familiare, di tali tipologie di attività?.

"Nel piano strategico si parla di valorizzazione del trasporto pubblico, ignorandone i costi, e fingendo di dimenticare che, ancora oggi, a Cesena, non esiste una sola fermata idonea per i disabili in centro storico - continua -. Quanto a cultura e turismo, si enunciano immobili e strutture, delineando in maniera talmente sommaria il loro futuro utilizzo da renderlo poco più che una pallida volontà. E sullo sviluppo della ricettività turistica neanche una parola. Insomma, una fotografia del nostro Centro Storico piena di tutti i problemi che conoscevamo già, e povera di soluzioni e prospettive realmente capaci di invertire una preoccupante tendenza. Peraltro, che in quella fotografia del centro storico non si sia trovato il coraggio di menzionare, anche in una riga, l’opzione del city-manager, ovvero affidare ad un professionista esterno gestione e iniziative, la dice lunga sulla lungimiranza della cosiddetta strategia".

"La conclusione è che, alla luce della vaghezza di un documento che non propone nulla di diverso dal passato, secondo noi si poteva aspettare ancora un mese coinvolgendo veramente anche le forze di opposizione per dare davvero a tutti la possibilità di formulare delle proposte o delle integrazioni - sentenzia Di Placido -. Così non è stato, e ognuno si assumerà le proprie responsabilità".

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