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Centri estivi, l'assessore: "Nessun bimbo disabile è rimasto escluso"

L'assessore ai servizi per le persone Simona Benedetti ha fornito nel corso del Consiglio comunale all’interpellanza presentata dal Consigliere Leonardo Biguzzi (Mdp – Art. 1)

"Nessuno è stato escluso. Il servizio non è stato ridotto per nessuno e il Comune non ha modificato le modalità di accesso, né diminuito le risorse a disposizione, che, anzi sono aumentate". L'assessore ai servizi per le persone Simona Benedetti ha fornito nel corso del Consiglio comunale all’interpellanza presentata dal Consigliere Leonardo Biguzzi (Mdp – Art. 1) riguardo alla partecipazione ai centri estivi dei bambini e ragazzi con disabilità.

"Chi ha parlato di discriminazione, si è sbagliato", ha evidenziato l'assessore, ricordando che il centro estivo oggetto della discussione "è un servizio a domanda individuale (non dovuto e non obbligatorio), rivolto ai ragazzi dai 6 ai 14 anni, cui le famiglie accedono volontariamente, corrispondendo il costo richiesto dai gestori, che sono di regola associazioni di promozione sociale 3 parrocchie. Si tratta di un servizio educativo coerente, sostanzialmente, con i bisogni dell'infanzia e dell'adolescenza, ovvero durante l'età scolare".

"Ai centri estivi gestiti da queste associazioni, dunque, sono accolti tutti i bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni, attraverso un rapporto economico privatistico con le rispettive famiglie e su cui il Comune non interviene, se non nei casi, documentati dall’Isee, in cui vi siano difficoltà di natura sociale ed economica da parte dei genitori - ha proseguito Benedetti -. Non è ricompreso in questo elenco il centro estivo comunale rivolto ai bambini 0-6 anni, che si tiene in alcuni degli asili del Comune e a cui si accede pagando rette calcolate con il sistema Isee, come nel resto dell'anno scolastico (e a cui accedono anche, naturalmente, tutti i bimbi con disabilità che ne facciano richiesta)".

"La situazione - ha chiarito ancora -. cambia quando a fare richiesta di accesso ai centri estivi 0-14 anni gestiti dai privati sono ragazzi con disabilità: in questo caso, infatti, è previsto un intervento del Comune che si sostanzia attraverso un contributo economico assegnato alle Associazioni. Un contributo economico che di norma serve all'incremento delle figure di educatore, il cui rapporto (tra presenza di ragazzi con disabilità ed operatori) viaria a seconda della gravità della disabilità e dell'organizzazione dell'associazione medesima". 

"Dunque, in linea con quanto sempre accaduto, anche quest'anno il Comune ha sostenuto la frequenza ai centri estivi dei ragazzi con disabilità per un massimo di tre turni (ovvero 6 settimane di centro estivo da un minimo di 6 ore al giorno ad un massimo di 9 ore giornaliere), a seconda del centro estivo scelto dalle famiglie - ha ribadito -. L'articolazione delle settimane è definita generalmente in maniera discrezionale dalle famiglie, che possono chiedere diversi periodi fino a 6 settimane complessive". 

"Solo in alcune situazioni particolari (o di particolare gravità/complessità) sono stati sostenuti, negli anni, 4 turni di centro estivo, pari ad 8 settimane - ha proseguito Benedetti nell'informativa -. Normalmente, tuttavia, le domande delle famiglie sono valutate in modo tale che tutte possano essere accolte e tutti i ragazzi abbiano la possibilità di usufruire fino a 6 settimane di centro estivo (tre turni), con quella logica di equità e di inclusione che caratterizza da sempre i nostri servizi e che nella interpellanza viene sollecitata".

"Non abbiamo notizia di richieste di turni da parte delle famiglie che non siano state coperte dal Comune - ha tenuto ad evidenziare l'assessore -. Al contrario, possiamo confermare un costante aumento nel numero delle domande, tutte accolte dal Comune, da parte delle famiglie con bambini e ragazzi con disabilità per l'accesso a questi centri estivi: 33 nel 2015, 37 nel 2016 e 43 nel 2017.  Un aumento che è andato di pari passo, ovviamente, con l'aumento delle risorse economiche messe a disposizione, passate da 61.260 euro nel 2015 a 90.000 euro nel 2017 (aumento pari al 46%). In questi casi, inoltre, ovvero quando la richiesta di accesso riguarda un ragazzo con disabilità, a variare è anche la fascia di età di riferimento, che generalmente arriva fino a 18 anni (e non più 6-14)".

Benedetti ha inoltre aggiunto che "proprio in una logica di inclusione, ai 43 ragazzi con disabilità dai 6 ai 18 anni inseriti nei centri estivi nelle scorse settimane, quest’anno si sono aggiunti 4 ragazzi ultramaggiorenni le cui famiglie si sono accordate direttamente con i gestori dei centri estivi, che poi hanno contattato il Comune per ricevere il contributo. Anche in questo caso, come ogni qualvolta ci si sia riusciti, tutte le richieste sono state accolte, anche se provenivano, come in questo caso, da ragazzi adulti e spesso ormai fuori dal percorso scolastico".

"L’unica differenza, e solo in questi quattro casi, è stato il livello di contribuzione del Comune, che ha ricompreso, per ragioni legate alla competenza assistenziale che cambia con la maggiore età, la compartecipazione dei settori scuola e servizi sociali insieme: in questi soli 4 casi – del tutto particolari - la copertura del costo dell'operatore (il cui rapporto era 1 a 1) ha necessitato di un contributo (assai più piccolo di quello pubblico) anche da parte della famiglia - ha concluso -. Per queste persone con disabilità, adulte, sono disponibili durante l'estate, qualora le famiglie fossero interessate, altri servizi parificabili ai centri estivi, che prevedono percorsi educativi ed assistenziali diversi, ugualmente commisurati all'età e ai bisogni. Servizi cui si accede attraverso la relazione con l'assistente sociale dedicata o il rapporto diretto con le associazioni dei familiari che organizzano direttamente queste attività, sempre con il supporto economico del Comune (ad esempio i centri estivi Anffas)".

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