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Accoglienza, i sindacati: "Costruire una vera comunità interculturale”

"La legalità e il rispetto delle regole va coltivata e praticata ma soprattutto controllata. Per questo condanniamo coloro che non rispettano le regole e che adottano ogni forma di speculazione."

Le profonde disuguaglianze, la crisi economica e la crisi di valori sono spesso alla base del disagio di molti cittadini, per questo è necessario lavorare per costruire una vera “ comunità interculturale”.

Una comunità che aiuta a comprendere i mutamenti sociali e che parte da un approccio solidale basato su principi fondamentali della nostra costituzione. Ci troviamo in una fase di grandi cambiamenti come quello attuale che sta attraversando anche il nostro territorio, crescono le paure, si alzano i “muri” e aumentano i populismi. E' evidente che nella vita quotidiana il “fondamentalismo” e il “terrorismo” alimentano le paure, specialmente nei quartieri più piccoli.

L'aumento della disoccupazione e l'impoverimento economico non aiutano è per questo che è necessario perseguire e potenziare la strada dell'integrazione che va associata ai percorsi di inclusione sociale e di lavoro sia per i cittadini autoctoni che per i migranti.
Allora è giusto chiedersi “l'accoglienza è possibile?” L' accoglienza deve essere vista e trattata come un progetto che risponda agli eventi epocali, alle dinamiche del territorio e non deve essere trattata come un fattore transitorio.

Bisogna conoscere e divulgare i numeri reali dell'effettiva presenza degli “stranieri” e capire il loro ruolo. Bisogna dare risposte concrete e contrastare le affermazioni generiche e distorte poiché incrementano solo i pregiudizi e alimentano le paure.
Vanno abolite le false convinzioni con elementi certi. Non dobbiamo nasconderci è impossibile  nascondere la realtà  l' immigrazione è un dato strutturale della nostra società e del nostro territorio.

Non se “andrà” e non si fermerà davanti a nessun muro. Anche nel nostro territorio abbiamo visto negli ultimi due anni una grossa novità: prima chi arrivava in Italia cercava lavoro, adesso arrivano soprattutto le famiglie che fuggono dalla guerra, per questo parliamo di flussi migratori “non programmati”.

Occorre capire, bisogna informarsi e maturare una opinione consapevole. Un esempio è il tema delle risorse che si spendono a favore degli “stranieri” per i servizi di welfare come la casa, sanità, servizi sociali, scuola ecc.. ecc.. Sfatiamo un concetto: ad ogni immigrato la Pubblica Amministrazione da 35 Euro al giorno, qualcuno potrebbe dire “ una bella busta paga 1000 Euro al mese nette senza fare nulla!”. La verità è un'altra.

Lo Stato versa una somma non agli immigrati ma per i “profughi”, cioè coloro che richiedono asilo politico perché fuggono dalle guerre o da situazioni molto gravi, i 35 Euro vanno alle cooperative sociali che prestano assistenza, accolgono i profughi e coprono le spese per il vitto, alloggio e per retribuire i dipendenti che prestano dignitosamente il proprio lavoro.

La differenza è il modo in cui si gestisce l' accoglienza, il modo fa la differenza.
Per questo è importante, anche nel nostro territorio, che ci si attivi per intervenire e controllare sul rispetto delle regole, perché non vorremmo mai che qualcuno si possa approfittare o meglio lucrare alle spalle della società, alle spalle dei cittadini a discapito dei più deboli e delle persone indifese.

La legalità e il rispetto delle regole va coltivata e praticata ma soprattutto controllata. Per questo condanniamo coloro che non rispettano le regole e che adottano ogni forma di speculazione. L' accoglienza che va gestita in modo strutturale e non emergenziale, attraverso un'organizzazione di sistema, in grado così di affrontare e gestire i diversi ambiti che caratterizzano le peculiarità anche del nostro territorio.

Silla Bucci (CGIL Cesena)
Filippo Pieri (CISL Romagna)
Marcello Borghetti (UIL Cesena)

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