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famiglini (pli): "la polemica sulla cosiddetta "commissione trasparenza" è illusoria e fuorviante"

La commissione “trasparenza”, presentataci come reale, per motivi differenti, da forze politiche che si trovano sui lati opposti del Consiglio comunale, nella realtà dei fatti non esiste ma diventa il simbolo dell'inconsistenza di una classe dirigente che litiga sul problema dell'“etere” ma possibilmente evita le questioni concrete relative alle problematiche, queste si reali, della città.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CesenaToday

Nel corso del XIX secolo il mondo della fisica fu permeato dal controverso
dibattito incentrato sull'esistenza dell'etere quale mezzo di propagazione
delle onde elettromagnetiche. Per quanto ci si affannasse ad individuare
delle prove che facessero finalmente luce sull'esistenza di questa sfuggente
entità fisica, alla fine ci si dovette convincere che in realtà sforzarsi di
elaborare ipotesi sull'etere era del tutto inutile dato che, probabilmente,
l'etere non esisteva neppure.
Se volessimo compiere un paragone tra l'etere e la millantata commissione
“trasparenza” che ha animato il dibattito pubblico di questi ultimi giorni
potremmo rilevare come entrambe queste entità incorporee siano
contraddistinte dalla medesima evanescenza materiale. Infatti, al di la
delle nomenclature e delle definizioni che sono state artatamente suggerite
(ed accettate dai media) da chi desiderava mascherare scelte interessate ma
poco azzeccate e promesse dettate dall'opportunità del momento, a Cesenatico
la commissione “trasparenza” concretamente non è mai esistita. Le eteree
competenze legate alle funzioni di garanzia e controllo relative all'operato
del sindaco, della giunta e degli assessori attribuite, in subordine, alla
quarta commissione “Attività produttive”, si perdono nel vago più totale
salvo poi specificare che nel caso delle società partecipate dal Comune i
“controllati” riassumono inspiegabilmente la funzione di “controllori”. Se
pensiamo, a titolo di esempio, al ruolo ricoperto da Gesturist in questi
anni nella vita pubblica cittadina possiamo ben comprendere come questa
commissione non abbia mai realmente funzionato e, probabilmente, fin
dall'atto della sua “fondazione”, non c'è mai stato l'interesse né che
questa operasse né che i suoi compiti fossero compiutamente chiariti nel
relativo regolamento. L'unico elemento che, al contrario, rende piuttosto
esplicito il fatto che il presidente non si possa trasformare in un pubblico
ministero e gli amministratori in imputati è il termine “garanzia” ovvero la
commissione, se da un lato dovrebbe tutelare il dritto delle opposizioni a
svolgere una, seppur fumosa, azione di controllo, dall'altro dovrebbe
impedire all'opposizione stessa di trasformare la commissione in un'aula di
tribunale o in  una sede di comizio gestita dal presidente della commissione
stessa. Tali termini, “controllo” e “garanzia”, assumono una rilevanza
biunivoca tra i due rami del Consiglio comunale e giacciono in subordine
rispetto al ruolo principe della commissione stessa, ovvero quello dedicato
ad approfondire i temi inerenti le “Attività produttive”. Da questo punto di
vista la promessa elettorale dell'attuale sindaco Buda, ovvero quella di
istituire una commissione “trasparenza” ad hoc, aveva la sua ragion d'essere
nel senso che a Cesenatico di commissioni “trasparenza” di tal fatta, come
Buda stesso, dopo anni di presenza in Consiglio, sapeva bene, non se ne
erano mai viste. Il diretto riferimento del sindaco al comune di Rimini era
parimenti ben posto perché il municipio riminese possiede effettivamente una
commissione  consiliare (la seconda) che si occupa esclusivamente di
“pianificazione e controllo”. Non sappiamo esattamente per quale motivo il
consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle, Alberto Papperini,
beneficiario in pectore della novella commissione “trasparenza”, abbia
infine deciso di accettare di ripiegare sulla presidenza dell'effimera
quarta commissione. Quello che però sappiamo è che la luna di miele tra il
sindaco ed il Movimento, iniziata nel corso della raccolta delle firme per
la presentazione della lista elettorale e sviluppatasi nel periodo
intercorso tra il crepuscolo del primo turno elettorale e l'alba del
ballottaggio, si è casualmente interrotta all'incirca nel momento in cui il
sindaco ha pubblicato le nomine del c.d.a. di “Cesenatico Servizi”. Da
allora in poi il Consiglio comunale è diventato un campo di battaglia dove
il M5S ha iniziato a bombardare l'aula a suon di mozioni di fatto mettendo
in estrema minoranza i commi relativi all'ordinaria amministrazione e dando
l'impressione di aver inaugurato a Cesenatico una stagione di inusuale
ostruzionismo in aula. Se da un lato non ci stupiamo che una maggioranza
dotata di scarse capacità politiche e dialettiche sfugga dal confronto
pubblico e preferisca disertare le commissioni, per quanto dense di insidie
e politicamente scorrette, dall'altro rileviamo come sia la maggioranza che
il M5S, nei casi in cui conviene loro, continuino in seno a questa vicenda a
riferirsi alla quarta commissione con il titolo esclusivo di
“controllo-garanzia” quando la medesima è sempre stata nota al gentile
pubblico con la dicitura “Attività produttive”. La spiegazione in realtà è
piuttosto semplice. La maggioranza in questo modo può dichiarare che la
commissione “trasparenza” esiste, è stata affidata, come promesso,
all'esponente dei grillini e che le promesse elettorali sono state mantenute
salvo poi, all'occorrenza, dichiarare che la commissione, questa volta
marcatamente indicata con il termine “Attività produttive”, non ha le
competenze che una vera commissione “trasparenza”, così come illustrata ed
offerta dal sindaco ai grillini, dovrebbe avere . Dal canto suo il Movimento
Cinque Stelle ha compiuto una scelta politica errata ovvero quella di
accontentarsi della presidenza della quarta commissione non evidenziando la
sostanziale differenza tra quanto il sindaco aveva promesso in campagna
elettorale e quanto essi stessi avevano accettato da un primo cittadino che
tutto sommato aveva saputo far bene i propri conti visto che una vera
commissione “trasparenza” sarebbe potuta risultare veramente fastidiosa. In
tal senso lo stesso M5S ha tutto l'interesse a dichiarare anch'esso che la
commissione “trasparenza” esiste, che questa rappresenti una conquista del
proprio Movimento salvo poi farsi chiudere le porte del comune in faccia o
farsi spiegare, non senza ragione, che la quarta commissione “Attività
produttive”, nelle sue vesti di controllo e garanzia, non tratta argomenti
“a gentile richiesta” del presidente, non è sede di inchiesta pubblica né,
tanto meno, è luogo deputato a periodico comizio elettorale di una parte
politica.
Alla fine di questo ragionamento diventa evidente il fatto che la
commissione “trasparenza”, presentataci come reale, per motivi differenti,
da forze politiche che si trovano sui lati opposti del Consiglio comunale,
nella realtà dei fatti non esiste ma diventa il simbolo dell'inconsistenza
di una classe dirigente che litiga sul problema dell'“etere” ma
possibilmente evita le questioni concrete relative alle problematiche,
queste si reali, della città. Sorge pertanto spontanea la domanda: per
quanto tempo ancora potremo permetterci di tollerare una classe politica che
invece di amministrare la cosa pubblica con coscienza si preoccupa
semplicemente di gestire il potere con il bilancino delle poltrone e delle
commissioni? La storia recente del nostro Paese forse già ci può suggerire
una risposta.

Axel Famiglini
Segretario comunale del P.L.I. Cesenatico
Segretario provinciale del P.L.I. Forlì-Cesena

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