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Opa su CRC, il comitato dà battaglia: "In 4.000 non hanno aderito e i moduli sono irregolari"

"Per cercare di convincere gli azionisti ad aderire all'OPA, molti direttori di filiale hanno detto che l’azionista si doveva recare comunque in filiale per firmare la NON adesione"

“Ben 4.000 azionisti dell'ex Cassa Risparmio Cesena non hanno creduto all'offerta pubblica di acquisto”:  è quanto rilevano Davide Fabbri e Franco Faberi, portavoci del Comitato Difesa Risparmiatori CRC. Il comitato, che ha avviato una class action contro la vecchia dirigenza della banca, è contraria anche all'Opa lanciata dal nuovo proprietario della banca Credit Agricole, giudicandola “un'elemosina”.

Credit Agricole ha comunicato ufficialmente di aver recuperato dai piccoli azionisti circa i due terzi delle azioni da loro detenute e ha riaperto i termini dell'Opa per altri 5 giorni tra la fine di maggio e l'inizio di giugno. Il comitato riconosce che “chi comunque si è convinto a vendere le proprie azioni, potrebbe aver avuto delle buone ragioni, non tanto economiche bensì di natura psicologica e di serenità personale: infatti diverse persone anziane hanno vissuto con profonda sofferenza, amarezza e umiliazione la vicenda della perdita di valore (praticamente un azzeramento) dei loro risparmi”.

Ed ancora: “Noi del Comitato Difesa Risparmiatori CRC siamo testimoni di queste tristi vicende. Pertanto massimo rispetto per diversi azionisti anziani che per chiudere definitivamente la vertenza, allo scopo di far rimarginare questa dolorosa ferita ancora aperta, hanno scelto di aderire all’OPA vendendo le proprie azioni. La quiete e la salute prima di tutto”. Tuttavia la posizione del comitato è differente: “Se altri hanno venduto per portare a casa oggi un misero 2,5% del valore originario e un altro 2% fra tre anni (solo se si rimane correntisti attivi), noi del Comitato rispettiamo queste scelte, l'aspetto importante è che tali decisioni siano state spontanee e non condizionate dal pressing della banca. Ma quelli che non hanno venduto le azioni sono veramente tanti. Sono circa 4.000 gli azionisti ex CRC che non hanno aderito all'OPA (il numero degli azionisti non è stato comunicato dalla banca, è un nostro dato stimato, la banca ha comunicato ufficialmente solo il numero delle azioni conferite, pari al 64,34% del totale). A nostro avviso hanno fatto molto bene a non aderire a questa OPA”.

Prosegue la nota: “Ora vi raccontiamo alcuni imbarazzanti episodi di pressing della banca. Per cercare di convincere gli azionisti ad aderire all'OPA, molti direttori di filiale - ovviamente indottrinati dalla direzione -  hanno detto al telefono che - anche non volendo aderire all’OPA - l’azionista si doveva recare comunque in filiale per firmare la NON adesione. Una richiesta assurda. Fatta a qualsiasi ora della giornata, anche di sera. I funzionari di banca sono pagati per fare questo lavoro, ma l’azionista che perde il proprio tempo (dopo avere perso i suoi soldi) per andare in filiale, chi lo risarcisce di tale e tanto disturbo? Abbiamo in mano i moduli riepilogativi delle condizioni dell’OPA personalizzati per ogni azionista, e in effetti in fondo vi sono due caselle dove mettere la firma, una per aderire all’OPA, e questo è doveroso, e l’altra casella dove mettere la firma per non aderire all’OPA. Tutto questo è semplicemente scorretto e assolutamente non professionale. Non è accettabile disturbare in questo modo i risparmiatori azionisti. Persino con una sfacciata insistenza”.

“Per concludere vorremmo fare notare come sempre l’assoluto silenzio sulla vicenda da parte delle istituzioni, forze politiche,  sindacati, associazioni di categoria, associazioni dei consumatori, tranne Federconsumatori (con una nota tardiva apparsa sui giornali due giorni prima della scadenza dell’OPA). Tutto questo è imbarazzante e dimostra ancora una volta che i risparmiatori-azionisti sono stati lasciati completamente soli nella loro battaglia per riavere indietro il maltolto”, concludono Fabbri e Faberi.

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